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La nazionale portoghese si presenta ai Mondiali dopo essere arrivata quasi in fondo nel 2006 con tanta voglia di vincere, pur non rientrando nel gruppo ristretto delle favorite. Una voglia di riscatto che coinvolge tutto il Paese iberico, afflitto in modo più grave dalla crisi economica rispetto agli altri Stati europei. C'è infatti il rischio che Lisbona possa diventare la nuova Atene.

IL PAESE

Dopo Atene, Lisbona? Il presagio, diffuso dai mass media nelle ultime settimane, non è forieri di buone notizie per il Portogallo, che potrebbe risentire della crisi finanziaria in maniera decisamente più grave rispetto agli altri membri dell'Unione Europea. I bond (ovvero, i titoli del debito pubblico) portoghesi, hanno infatti subito ad aprile un declassamento del rating da parte dell'agenzia Standard & Poor's, facendo suonare più di un campanello d'allarme sulla tenuta finanziaria della nazione lusitana. La situazione, al giorno d'oggi, è abbastanza grave: il Portogallo è infatti giudicato il Paese più a rischio di “crack” nella zona euro, secondo solamente alla Grecia, per la quale è stato però varato un ingente piano di salvataggio.

La nazione iberica, del resto, si trascina una situazione strutturale di fragilità economica che non è stata cancellata neppure dagli ultimi anni di crescita sostenuta, agevolata dalla terziarizzazione delle attività produttive e dai benefici ottenuti dall'Unione Europea (di cui è membro dal 1986 ed è stata uno dei principali riceventi di finanziamenti previsti dai Fondi Strutturali per lo sviluppo delle regioni più arretrate). Il debito pubblico, che non è alto come quello di altri Paesi come l'Italia (ben al di sopra del 100% del PIL da anni, ma tendenzialmente costante), è tornato ad alzarsi in modo preoccupante soprattutto a causa dell'incremento del rapporto deficit/PIL, che nel 2009 si è impennato superando il 9%. I dubbi sulla solvibilità finanziaria del Portogallo, che ha subito una recessione del 2,8%, sono dunque aumentati.

CAFFE' IN PILLOLE

  • Il Portogallo, a dispetto delle sue dimensioni estremamente ridotte, è stato una delle principali potenze coloniali europee ed una delle ultime a smantellare il proprio “impero”. Solo nel 1975, infatti, le colonie africane di Capo Verde, Angola, Mozambico, São Tomé e Principe, ottennero la propria indipendenza. Il Brasile, invece, aveva ottenuto l'indipendenza in maniera curiosa: nel 1822 l'erede al trono del Portogallo, Pietro di Braganza, dopo essere stato designato come reggente in Brasile proclamò l'autonomia dalla madrepatria dando vita all'impero brasiliano. Nel 1889 una rivolta pacifica pose fine alla monarchia;

  • Anche se poco rilevante dal punto di vista economico, da Lisbona proviene l'uomo più influente nel panorama delle istituzioni europee. Il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Durão Barroso, in carica dal 2004, aveva ricoperto in precedenza l'incarico di Primo Ministro in patria;

  • Attualmente il Portogallo è governato dal Partido Socialista di José Socrates Carvalho, Primo Ministro dal 2005. Il partito, di ispirazione socialdemocratica, non va confuso con il Partido Social Democratico, che è invece di centrodestra e di orientamento più liberale.

LA SQUADRA

La formazione rosso-verde si presenta in Sudafrica con una grande voglia di vincere e di riscattare la delusione subita quattro anni fa in Germania, quando giunse ad un passo dalla finale venendo sconfitta dalla Francia. La stella è ovviamente Cristiano Ronaldo, campione del Real Madrid che però quest'anno non ha brillato come ci si attendeva a causa di numerosi infortuni. Attenzione anche al centrocampista Deco e al difensore del Real Madrid Pepe. L'allenatore è l'ex assistente di Sir Alex Ferguson al Manchester United, Carlos Queiroz, il quale ha definito “dinosauri” le squadre più favorite, includendo nella definizione anche l'Italia.

Il cammino del Portogallo però non sarà facile: il girone G, nel quale è stato inserito dal sorteggio, è uno dei più ardui. I lusitani se la dovranno infatti vedere con il Brasile in una sorta di “derby” intercontinentale e con la temibile Costa D'Avorio, una delle più forti squadre africane, mentre lo scontro con la Corea del Nord sembra una formalità. Passano soltanto due squadre: la battaglia per non restare fuori, ne siamo certi, sarà appassionante.

GEOPALLONE

Anche in Portogallo il calcio è molto importante non solo per motivi sportivi ma anche come mezzo di affermazione e contrapposizione sociale. Le squadre principali di Lisbona, lo Sporting e il Benfica, sono infatti storicamente sostenute da diverse classi sociali portoghesi. Mentre la tifoseria del Benfica coincide tradizionalmente con le fasce più basse della popolazione, quella dello Sporting si identifica con i ceti più benestanti e con un elettorato tendenzialmente di centrodestra. Una contrapposizione presente anche in molti altri Paesi: in Argentina, per esempio, a Buenos Aires è acerrima la competizione tra Boca Juniors (squadra degli abitanti più poveri del quartiere La Boca), e River Plate (espressione dei quartieri borghesi della capitale). Fa eccezione Milano, dove il tifo per Inter e Milan è distribuito in maniera più trasversale.

Davide Tentori

redazione@ilcaffegeopolitico.it

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Davide Tentori
Davide Tentori

Sono nato a Varese nel 1984 e sono Dottore di Ricerca in Istituzioni e Politiche presso l’UniversitĂ  “Cattolica” di Milano con una tesi sullo sviluppo economico dell’Argentina dopo la crisi del 2001. Il Sudamerica rimane il mio primo amore, ma ragioni professionali mi hanno portato ad occuparmi di altre faccende: ho lavorato a Roma presso l’Ambasciata Britannica in qualitĂ  di Esperto di Politiche Commerciali ed ora sono Ricercatore presso l’Osservatorio Geoconomia di ISPI. In precedenza ho lavorato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dove mi sono occupato di G7 e G20, e a Londra come Research Associate presso il dipartimento di Economia Internazionale a Chatham House – The Royal Institute of International Affairs. Sono il Presidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del Desk Europa

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