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Il caso Khashoggi. Un omicidio e una questione diplomatica

In 3 sorsi – Il 2 ottobre scorso il giornalista saudita Jamal Khashoggi è scomparso durante la sua visita al consolato saudita a Istanbul. Sarebbe stato ucciso all’interno del consolato, ma per il momento la sua scomparsa rimane ancora un mistero.

1. LA CRONACA

Il 2 ottobre scorso Jamal Khashoggi si era recato al consolato saudita a Istanbul per ritirare alcuni documenti per il suo matrimonio, ma la fidanzata, che era fuori ad aspettarlo, non lo ha mai visto uscire. Due ore dopo un furgone nero ha abbandonato l’edificio e si è diretto verso la casa del console saudita: si sospetta avesse il corpo smembrato del giornalista a bordo.
Sin dall’inizio le Autorità turche hanno pensato a un assassinio all’interno del consolato, mentre i sauditi hanno sostenuto che Khashoggi sia uscito e solo successivamente scomparso.
Il New York Times ha suggerito che una squadra di 15 sauditi sarebbe stata dispiegata per l’uccisione del giornalista: il Daily Sabah, un giornale turco filo-governativo, ha infatti pubblicato una lista di quindici uomini, potenzialmente sospettati dell’omicidio, che si trovavano a Istanbul proprio il 2 ottobre. Gli uomini hanno abbandonato la Turchia nello stesso giorno, prendendo direzioni diverse, e sono ora ricercati dalle Autorità turche e saudite.
L’Arabia Saudita ha negato il proprio coinvolgimento nella scomparsa del giornalista, dichiarandosi molto preoccupata per l’accaduto. A tal proposito, l’11 ottobre il principe saudita Mohammed Bin Salman ha avviato le indagini sul caso, come richiesto dagli Stati Uniti e dalla Turchia, che sin dall’inizio hanno preteso che venissero effettuate indagini trasparenti.
Alcune fonti dell’intelligence americana avevano intercettato conversazioni preoccupanti da parte di Autorità saudite su come adescare Khashoggi e farlo tornare dagli Stati Uniti all’Arabia Saudita con un pretesto. Questo lascerebbe pensare a un omicidio premeditato per ragioni ancora da chiarire. «Saudis wanted to lure Khashoggi back to Saudi Arabia and lay hands on him there», ha riportato il Washington Post.
Al-Jazeera ha ricostruito gli avvenimenti in questo video.

Fig. 1- Jamal Khashoggi ripreso mentre sta entrando nel consolato saudita ad Istanbul | Associated Press

2. CHI ERA JAMAL KHASHOGGI?

Comprendere la figura di Khashoggi può forse aiutare a fare chiarezza sui fatti. Nato a Medina nel 1958, Khashoggi era un giornalista saudita che aveva criticato le posizioni della famiglia reale riguardo alla politica interna e regionale. Con l’inizio delle repressioni e degli arresti da parte di Salman, egli aveva continuato a far sentire la sua voce, diventando un personaggio scomodo per il regime. “Invitato al silenzio” dalle AutoritĂ  saudite, decise di trasferirsi negli Stati Uniti lo scorso anno, dove ottenne la cittadinanza e dove attualmente risiedeva. Non molto tempo fa aveva pubblicato sul Washington Post un articolo dal titolo «Saudi Arabia wasn’t always this repressive. Now it’s unbearable», dimostrando la sua totale intolleranza per le politiche del Regno.

Fig. 2- Una bambina tiene in mano la foto di Khashoggi durante una manifestazione fuori dal consolato saudita ad Istanbul | Lefteris Pitarakis/AP

3. UNA QUESTIONE DIPLOMATICA

Per Stati Uniti e Turchia non è una questione che possa passare inosservata e potrebbe mettere a rischio i rapporti con il Regno saudita, se verrĂ  dimostrata la sua complicitĂ  nell’omicidio. La Turchia, i cui rapporti con il Regno sono giĂ  tesi, chiede a Riyad maggiori spiegazioni e indagini trasparenti.
Per quanto riguarda gli USA, il senatore Chris Murphy ha dichiarato che se le AutoritĂ  saudite fossero realmente implicate nell’accaduto, forse sarebbe tempo per gli Stati Uniti «di ripensare alle relazioni politiche, militari ed economiche con il Regno». Rand Paul ha invece affermato che bisognerebbe portare il Senato a votare sul blocco della vendita di armi all’Arabia Saudita nel caso ci fosse la certezza che questa sia realmente implicata nell’omicidio del giornalista. Lo stesso presidente Trump ha chiesto alle AutoritĂ  saudite di fare chiarezza su quella che ha definito una«bad situation» durante il suo discorso alla Casa Bianca. SarĂ  da verificare però quanto Washington sia davvero disposta a raffreddare i rapporti con un Paese che considera comunque uno dei suoi piĂą forti alleati nella regione mediorientale.

Altea Pericoli

Fonte: Al-Jazeera

Immagine di copertina: “Erdogan on Khashoggi vanishing: Upsetting this happens in Turkey” by “Erdogan on Khashoggi vanishing: Upsetting this happens in Turkey” is licensed under “Erdogan on Khashoggi vanishing: Upsetting this happens in Turkey

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Altea Pericoli
Altea Pericoli

Nata nel 1992, attualmente sono postdoctoral research fellow presso la Lund University (Center for Advanced Middle Eastern Studies). I miei interessi di ricerca riguardano la geopolitica dell’area MENA e la visione islamica dell’aiuto umanitario e allo sviluppo. Dal 2018 collaboro al coordinamento del Desk Medio Oriente e Nord Africa.

Dei viaggi e del caffè (americano) non potrei mai fare a meno!

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