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Da Parigi a Barcellona: la candidatura a sindaco di Manuel Valls

In 3 sorsi – L’ex primo ministro francese Manuel Valls si candida alle elezioni di maggio 2019 per la carica di sindaco di Barcellona, sua città natale. L’insolita scelta ha suscitato reazioni in entrambi i Paesi e arriva in un momento molto delicato della storia politica catalana, alle prese con le vicende seguite al referendum di ottobre 2017 per l’indipendenza.

1. LA CANDIDATURA A SINDACO DI BARCELLONA DI MANUEL VALLS

Cinquantasei anni, ex Primo Ministro francese dal 2014 al 2016 durante il mandato del presidente socialista François Hollande, Valls ha deciso di scendere di nuovo nell’arena politica. La peculiarità è la carica per la quale si candida: Sindaco di Barcellona, città della quale è originario.
Già Sindaco della città di Évry per undici anni, dal 2012 al 2014 è stato il titolare dell’Interno francese, prima di rivestire la carica di Primo Ministro. Dopo l’elezione di Macron si è poi presentato alle primarie socialiste, perdendole. E quindi la scelta di candidarsi in Catalogna ha sorpreso non soltanto i cittadini catalani, per il delicato momento politico che la Comunità autonoma sta attraversando, ma soprattutto quelli francesi.
Barcellona Capitale Europea“, questo il nome che l’ex ministro francese intende dare alla propria candidatura. Inizialmente si era pensato che Valls potesse presentarsi con i centristi liberali di Ciudadanos, considerata la sua vicinanza politica al presidente Albert Rivera, anche per usufruire dei finanziamenti economici e del seguito politico di cui gode il partito – Ciutadans, come viene chiamato in catalano, è il primo gruppo in termini di seggi nel Parlamento locale (36 deputati).
Ma il progetto politico di Manuel Valls si inserisce in un più ampio progetto europeo, con l’idea di creare una coalizione sulla base di una piattaforma allargata alla società civile. Difatti ha deciso di presentarsi come candidato indipendente, seppur con l’appoggio di alcuni partiti come Ciudadanos, dichiarando di voler mantenere il dialogo aperto con chiunque voglia unirsi al suo progetto progressista per la città.
Valls inoltre ha scelto di intraprendere un percorso che possa vederlo come attore importante nel futuro politico della Catalogna, anche riguardo all’indipendentismo, con l’intento di promuovere un dialogo legalitario tra indipendentisti e Governo. In sintesi, il motto della sua proposta politica è moderazione.

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Fig. 1 – Manuel Valls annuncia la candidatura a sindaco di Barcellona, 25 settembre 2018

2. LE DIVERSE REAZIONI POLITICHE

Nonostante Manuel Valls sia già stato Sindaco della città di Évry e dunque abbia maturato una significativa esperienza di amministrazione cittadina, molti hanno visto nella candidatura a Barcellona un modo per tornare alla ribalta, dopo essere stato relegato a un ruolo marginale nella vita politica francese in seguito alla sconfitta nelle primarie socialiste.
E proprio in Francia le reazioni sono state di diversa natura. Il presidente Hollande, durante il cui mandato Valls era stato ministro dell’Interno e poi Primo Ministro, ha affermato di rispettare la sua scelta: «È stato un uomo politico con un ruolo importante nel nostro Paese, so quali sono le sue radici in Spagna e a Barcellona. Ha fatto una scelta di vita e io la rispetto».
Non tutti però sono stati dello stesso pragmatismo e numerose sono state le voci di chi ha ritenuto che Valls dovesse dimettersi dall’Assemblea Nazionale francese: Marine Le Pen a questo proposito è stata molto dura nei suoi confronti.
Infatti, secondo le leggi elettorali francesi che vietano il cumulo di cariche, non si può essere al contempo Sindaco e deputato dell’Assemblea Nazionale, ma non è espressamente previsto un limite nel caso in cui si tratti di mandati all’estero. Nonostante ciò, il neo-candidato a sindaco di Barcellona ha affermato che si assumerà il rischio e le conseguenze del risultato delle elezioni in Catalogna, senza tornare a dedicarsi alla politica in Francia. In virtù di ciò lo scorso 2 ottobre ha quindi presentato le dimissioni dall’Assemblea Nazionale francese, chiudendo così diciassette anni di impegno parlamentare e governativo.
Critica verso Valls è stata anche l’attuale Sindaca di Barcellona, Ada Colau, che lo ha definito il candidato delle élites economiche, accusandolo di trasmettere l’immagine di una città che vive nel caos e nel disordine, cosa che l’esponente di Barcelona en Comù non ritiene veritiera. Da quando si è insediata al governo della città nel 2015, la Colau ha messo in atto una politica municipale improntata all’istituzionalizzazione dei movimenti sociali e alla trasversalità della politica, con al centro i temi dell’accoglienza e della partecipazione dal basso, politica per la quale Valls ha ritenuto la Sindaca impreparata e causa del deterioramento di Barcellona.

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Fig. 2 – L’attuale sindaco di Barcellona Ada Colau

3. EUROPEISMO O OPPORTUNISMO POLITICO?

La candidatura di Valls a Sindaco di Barcellona costituisce senza dubbio un precedente di notevole interesse. Sebbene appaia un’anomalia, Valls è cittadino francese, ma possiede i requisiti per candidarsi alle elezioni municipali a Barcellona in quanto cittadino europeo.
E infatti le dimissioni dall’Assemblea Nazionale francese sottolineano la sua ferma convinzione in una scelta che può sembrare insolita, ma che nel suo progetto politico è in continuità con le linee guida dell’europeismo seguite anche dal presidente Macron e che hanno come fulcro la lotta dei «progressisti contro il populismo».
La maggioranza dei suoi oppositori ha ritenuto la candidatura non solo un mero opportunismo politico, ma anche una scelta azzardata, dal momento che il politico francese non è a conoscenza dei meccanismi e delle problematiche della città catalana, avendo vissuto lontano da Barcellona per decenni. E all’interno di questa cornice Valls viene rimproverato di essere la scommessa degli unionisti contro l’indipendentismo catalano.
Al contrario la sua scelta forte e anomala al contempo è stata letta da altri come l’alternativa del futuro: «Sono nato a Barcellona. Mi dispiace che la gente che si definisce progressista non sia felice che qualcuno nato qui, che è stato franco-spagnolo, Sindaco, ministro e Primo Ministro voglia candidarsi alla municipalità». Queste sono state le parole a El Paìs con cui il neo-candidato a Sindaco di Barcellona ha espresso la propria volontà di iniziare un nuovo capitolo della storia politica europea, oltre che nazionale. E proprio per l’apertura della possibilità di fare politica anche in Paesi differenti molti hanno visto la candidatura di Manuel Valls in Catalogna come una peculiarità positiva a fronte del crescere dei nazionalismi e per promuovere la diffusione dei valori europei.

Rachele Renno

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Rachele Renno
Rachele Renno

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università “L’Orientale” di Napoli, dopo un’esperienza Erasmus in Spagna all’Università di Jaén decido di tornare in terra iberica per specializzarmi in Relazioni Internazionali con un Master post-laurea a Madrid. Sono appassionata di politica europea e ho svolto uno stage di ricerca presso il think-tank “Real Instituto Elcano” nel campo della “Politica dell’Unione Europea e della Spagna”.
Tra i miei principali interessi la lingua e cultura spagnola e la tutela del patrimonio artistico e culturale, motivo per il quale sono socia dell’associazione UNESCO Giovani.
Un detto spagnolo recita: “Compartir es vivir” (Condividere è vivere) e per me scrivere per il Caffè Geopolitico significa proprio questo: condividere con i lettori la mia passione per la politica internazionale.

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