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Il gattopardo in Qatar

Dopo diciotto anni di regno, Hamad al-Thani, emiro del Qatar, ha annunciato che lascerà spazio al figlio Tamim, sebbene non sia ancora chiaro se la successione al trono sarà immediata, oppure se il giovane sarà nominato preliminarmente Primo Ministro. Tuttavia, è improbabile che Tamim cambi in modo radicale le linee del Paese, poiché da un lato il padre manterrà il controllo reale del potere, mentre dall’altro lato il Qatar sta attraversando un periodo di forte espansione economica e di profonda pervasività politica nel mondo sunnita.

 

LA SUCCESSIONE – L’emiro del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani, ha annunciato ieri che cederà i poteri al figlio, il 33enne Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani. La notizia non giunge inaspettata, poiché già da qualche tempo stavano circolando indiscrezioni sempre maggiori su un tale avvenimento, soprattutto da quando, dopo le proteste del 2011, ispirate dai movimenti negli altri Paesi arabi, l’Emiro aveva promesso una serie di importanti riforme. La comunicazione ufficiale dovrebbe giungere nella mattinata di oggi, ma ancora non è chiaro se al-Thani lascerà il trono al figlio, oppure deciderà per un avvicendamento alla guida del Governo al posto dell’attuale Primo Ministro e ministro degli Esteri Hamad bin Jassim bin Jaber al-Thani, protagonista del recente vertice degli “Amici della Siria” a Doha. La decisione dell’Emiro ha una specifica particolarità, poiché è insolito assistere a episodi analoghi nelle monarchie del Golfo, i cui sovrani restano generalmente in carica fino alla morte. In questo senso, al-Thani non sarebbe stato motivato da problemi di salute, nonostante alcune complicazioni negli ultimi tempi, bensì dalla volontà di garantire un nuovo impulso alla Corona qatariota, puntando su una sorta di operazione d’immagine. Gli osservatori, comunque, sono concordi nel sostenere che con buona probabilità la politica del Paese non subirà modificazioni sostanziali o radicali.

 

CHI È TAMIM AL-THANI – L’erede al trono Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani è nato nel 1980, figlio della seconda moglie del padre, Mozah bint Nasser al-Missned, spesso impegnata con l’Emiro nella promozione del Qatar. Tamim ha studiato in Gran Bretagna, frequentando anche l’accademia militare di Sandhurst (la stessa dei principi William e Henry), quindi è stato nominato vice comandante in capo delle Forze Armate qatariote e presidente di importanti enti economici e politici, nonché del Comitato olimpico nazionale. Tamim, inoltre è l’uomo chiave della “Qatar Investment Authority“, il fondo sovrano che, tra i vari e imponenti investimenti, ha condotto a termine anche l’acquisto del Paris Saint-Germain. In realtà egli è divenuto il legittimo erede al trono solo dopo la rinuncia alla successione da parte del fratello maggiore Jassim nel 2003.

 

L’ESPANSIONE DEL QATAR – A convincere analisti e osservatori riguardo all’alta probabilità che il giovane al-Thani prosegua la politica di Hamad è la situazione complessiva del Paese, oltre al fatto che l’attuale Emiro non abbandonerà completamente e in tempi brevi la gestione reale del potere. L’importanza economica, politica e geopolitica del Qatar è andata crescendo costantemente negli ultimi quindici anni, ossia da quando Hamad al-Thani si sostituì al padre con un colpo di Stato incruento nel 1995. La principale fonte di ricchezza del Paese è il gas, del quale Doha ha ricchezze inferiori solo rispetto a Russia e Iran: i ricavi provenienti dalla vendita di idrocarburi, insieme con ardite manovre finanziare, hanno permesso alla casa regnante di investire in modo diversificato in tutto il mondo, con conseguente incremento del peso geopolitico della casata al-Thani. Il Qatar, inoltre, è divenuto un campione del sunnismo, affiancando l’Arabia Saudita – e talora sostituendola – nel contrasto allo sciismo (e all’Iran) prima nel Golfo, quindi in Africa settentrionale e Medio Oriente, e sostenendo, soprattutto dopo le cosiddette “Primavere arabe”, i movimenti ispirati alla Fratellanza Musulmana. Il Qatar è intervenuto direttamente nelle vicende libiche, così come in quelle siriane, mostrandosi forse il miglior alleato delle opposizioni ad Assad e finanziando attivamente gli insorti: durante il vertice di Doha del 21 e 22 giugno, il primo ministro ben Jassim al-Thani ha affermato che la fornitura di armi al fronte ribelle sia l’unica misura reale per la pace. In Qatar ha sede anche CENTCOM, il Comando centrale statunitense per Nordafrica, Medio Oriente e Asia centrale.  Il quadro è completato, infine, dalla presenza dell’emittente radiotelevisiva “al-Jazira”, fondata da Hamad al-Thani e strumentale alla politica dell’Emirato, in particolare all’estero. Il tutto senza dimenticare che il Qatar ospiterà i Mondiali di calcio FIFA nel 2022.

 

Beniamino Franceschini

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Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’Università di Pisa, sono specializzato in geopolitica e marketing elettorale. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa. Ho un gatto bianco e rosso chiamato Garibaldi.

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