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Giovani democrazie crescono?

La Nigeria è di fronte ad una importante sfida democratica: dopo tre mesi di blocco istituzionale dovuto alla malattia del Presidente Yar'Adua, ed in vista delle elezioni, si decide come “ripartire”. Riuscirà il Paese a far valere la propria giovane Costituzione o si tornerà agli scontri?

L'ANTEFATTO – La storia passata e recente della Nigeria, come quella di tanti Paesi africani, è fatta di sanguinosi conflitti etnici, scontri per le risorse naturali, lunghi periodi di governo militare.Dal 1999 però nel Paese vige una Costituzione fondata su principi democratici e, sebbene le elezioni del 2003 e del 2007 siano state segnate da irregolarità e violenze, è rilevante sottolineare che queste hanno anche visto il primo passaggio di consegne ad un Governo non militare.L'attuale Capo dello Stato e del Governo in carica, Umaru Musa Yar'Adua, è infatti il primo Presidente a non provenire dalle gerarchie dell'esercito.Proprio la sua malattia è il fattore scatenante della crisi costituzionale e, soprattutto, del vuoto di potere che ha segnato gli ultimi tre mesi del Paese. Le sue condizioni di salute lo hanno infatti costretto a andare in cura all'estero, ed essendo egli la massima autorità di Governo, il lavoro delle Istituzioni si è bloccato, anche perché le leggi poco dicevano su come fronteggiare il problema. Le diverse fazioni al potere hanno dunque iniziato a confrontarsi su come sbloccare la situazione e, in attesa del rientro del Presidente, sono state avanzate diverse soluzioni e sono sorti timori sul futuro. 

SI RIPARTE? CON CHI? – In Nigeria, oltre agli equilibri di potere stabiliti dalle leggi, pesano molto quelli dettati dal bilanciamento tra gli interessi del nord del Paese, a maggioranza musulmana, e quelli del sud cristiano, rappresentati rispettivamente da Yar'Adua e dal suo vice Jonathan Goodluck.Queste dinamiche si muovono all'interno del principale partito del Paese, il Partito Democratico Popolare (PDP), guidato dal potente ex-Presidente e leader storico Obasanjo.Altro fattore di enorme peso è poi il MEND, il famoso Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger, gruppo armato che rappresenta una minaccia costante per gli interessi petroliferi stranieri nel Paese e per la stabilità dello stesso.Se finora Yar'Adua è riuscito a gestire i contrasti politici e ad ottenere una tregua dal MEND e dagli altri gruppi armati, lo stallo degli ultimi mesi e l’improbabile ritorno al Governo da parte del Presidente rischiano di rimettere tutto in discussione, soprattutto le possibilità di risolvere l’empasse nel rispetto della legalità e delle Istituzioni.

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La malattia di Yar'Adua rischia quindi di creare una crisi interna al principale gruppo di potere nigeriano, soprattutto in vista delle elezioni politiche del 2011.Intanto, in attesa di chiarimenti sulle condizioni di salute di Yar'Adua, rientrato in Nigeria in gran segreto mercoledì, il suo vice Goodluck è stato designato dal Parlamento a guidare il Governo; il Senato è anche riuscito a votare una modifica costituzionale per dare un “ultimatum” al Presidente e imporgli di rendere ufficiale la sua capacità o la sua impossibilità di tornare in carica.Queste soluzioni sono arrivate dopo mesi di indecisione e di tensioni interne, con i sostenitori di Yar'Adua che hanno pressato per ritardare ogni decisione in merito a qualsiasi forma di passaggio di poteri; d'altra parte sinora tutti i principali attori politici nigeriani hanno sostenuto la soluzione che assicurasse la continuità della presente struttura di potere. Questa soluzione sarebbe basata su un presunto accordo informale interno al PDP, secondo il quale la carica presidenziale verrà mantenuta per due mandati da candidati del nord e per due da quelli del sud. Secondo questo accordo dovrebbe essere ancora un candidato del nord a guidare il Paese dopo Yar'Adua, ma se l'attuale Presidente pro tempore Goodluck, che è un rappresentante del sud, dovesse riuscire a crearsi un consenso forte in tempo per le elezioni, allora la crisi rischierebbe di diventare reale e di rendere nulli i progressi politici degli ultimi anni, che si fondano sugli equilibri interni al PDP e sull'autorità di Obasanjo.  

COSA ASPETTARSI – Entro i prossimi 14 giorni Yar'Adua dovrebbe sciogliere le riserve sulle proprie condizioni fisiche e la situazione di stallo dovrebbe comunque sbloccarsi; se Goodluck manterrà il profilo basso che ha mostrato sinora, non ci dovrebbero essere tensioni ulteriori in vista delle elezioni del 2011 e lo stesso Goodluck si rafforzerebbe come candidato alle elezioni presidenziali del 2014. Qualora invece questi dovesse cercare di forzare la transizione del potere tra nord e sud già alle elezioni del 2011, allora la Nigeria potrebbe nuovamente diventare una polveriera.Nel frattempo il MEND, che sinora ha dichiarato di voler “aspettare e vedere” quale sarà l'evoluzione della situazione politica, potrebbe decidere di approfittare di un ulteriore periodo di stallo per sostenere nuovamente le proprie rivendicazioni con la violenza. 

Pietro Costanzo 25 febbraio 2010 redazione@ilcaffegeopolitico.it

Nella foto in basso: il presidente in carica Yar'Adua e quello pro tempore, Goodluck

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Pietro Costanzo

Co-fondatore del Caffè e membro del direttivo. Mi occupo di cooperazione internazionale nel settore della sicurezza e di fondi europei. Ogni opinione espressa è strettamente personale.

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