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Il G20 di Amburgo

In 3 sorsiSi è da poco concluso il vertice G20 tenutosi ad Amburgo, Germania. Analizziamo brevemente a quali conclusioni sono giunti i leader su alcuni dei temi internazionali più caldi

1. DA TAORMINA AD AMBURGO – Ci eravamo lasciati alla fine del vertice G7 di Taormina, dove la presenza di Donald Trump non aveva deluso chi si aspettava un summit “diverso” rispetto ai precedenti. E in effetti, le rotture ci sono state. Prima di tutto quella sul clima. Già ventilata in terra siciliana, l’amministrazione statunitense ha poi esercitato la temuta opzione dell’uscita dall’Accordo di Parigi per mitigare il contributo umano al cambiamento climatico sul pianeta. Ovviamente, è bene ricordarlo, l’abbandono di Washington non può avvenire istantaneamente (come è sembrato propagandare lo stesso Trump), ma ci si giungerà al termine di un lungo processo che si concluderà alla vigilia delle prossime elezioni presidenziali statunitensi. Inoltre, diversi Stati e città USA hanno già annunciato che continueranno ad essere fedeli all’accordo per quanto concerne le loro competenze. Il secondo punto dolente era il commercio e anche qui la nuova amministrazione si è fatta sentire. Per la prima volta da anni nel comunicato finale del G7 era assente la dicitura “commercio libero e aperto”, come riflesso della nuova postura maggiormente protezionista espressa dalla Casa Bianca già espressa al summit dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali del G20 tenutosi a Baden Baden il 18 marzo.
Si è arrivati perciò ad Amburgo con queste premesse. La Germania padrona di casa aveva il difficile compito di favorire una sintesi proficua tra le posizioni di Paesi ben più eterogenei di quelli del G7 dove già la fatica non è mancata.

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I leader del G20 riuniti

2. L’AGENDA – L’agenda del G20 tedesco era divisa in tre capitoli: “Costruire la resilienza”, “Migliorare la stabilità” e “Assumersi la responsabilità”. Il primo è dedicato agli aspetti economici, finanziari e commerciali. Il secondo, più variegato, comprendeva le tematiche dei cambiamenti climatici, la promozione dell’uso di fonti sostenibili di energia, l’implementazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il rafforzamento delle politiche per la salute e allargare il coinvolgimento delle donne. Il terzo era quello più “umanitario” ossia era atto ad affrontare le questioni dei migranti, dei profughi, le partnership con l’Africa, il contrasto al finanziamento delle attività terroriste, la lotta alla corruzione e la sicurezza nell’approvvigionamento di cibo.

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Il G20 di Amburgo è stato caratterizzato anche dalle violente proteste tra le strade della città 

3. COME È ANDATA ALLA FINE? – Nei vertici G20 gli argomenti in discussione sono numerosi e analizzare i risultati punto per punto sarebbe eccessivamente lungo. Ci si limiterà per questo motivo ai temi più “caldi” del momento. Per quanto concerne il commercio, il vertice si è espresso a favore di mercati aperti, come una delle vie per lo sviluppo, impegnandosi a combattere le forme eccessive di protezionismo. A questo però va associata la necessità di difendersi, con misure interne, dalle pratiche commerciali scorrette. L’impronta tedesca sul vertice si nota nella sezione dedicata alla crescita economica, nella quale si ribadisce l’importanza del contenimento del debito sovrano e del deficit debito/PIL oltre all’implementazione delle riforme strutturali, affermando che le politiche monetarie e fiscali sono importanti, ma non potranno essere sfruttate da sole nel lungo periodo. A livello finanziario, il G20 punta a promuovere un sistema che sia il più resiliente e trasparente possibile per evitare shock simili a quello che ha portato alla crisi del 2007/2008. Inoltre, grande importanza è stata data alla sicurezza informatica per evitare che azioni dolose possano creare danni alla finanza (e perciò all’economia) globale.
Per quanto concerne il clima, come era da aspettarsi, i Paesi favorevoli all’implementazione delle misure previste dall’Accordo di Parigi sono stati 19. Gli Stati Uniti hanno usato la clausola, come era avvenuto già al G7, della revisione in corso delle proprie politiche ambientali per esplicitare il loro distinguo su questo tema.
Sul tema migrazioni, il G20 si è espresso in favore alle prerogative statali nel definire la propria politica immigratoria e nel controllare le proprie frontiere oltre che nell’attuare misure di rimpatrio che non violino i diritti umani. I leader hanno anche sottolineato l’importanza dell’affrontare le cause originali che creano i flussi tramite accordi (soprattutto economici e di sviluppo) con i Paesi d’origine e transito dei migranti. Un “aiutiamoli a casa loro” in salsa G20.

Emiliano Battisti

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più

Al G20 si è parlato anche di terrorismo. Potete approfondire qui.

Per consultare gli altri documenti del vertice:

Dichiarazione dei leader del G20

Piano d’azione di Amburgo

Piano d’azione su clima ed energia per la crescita

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Foto di copertina di Bankenverband – Bundesverband deutscher Banken Licenza: Attribution-NoDerivs License

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Emiliano Battisti
Emiliano Battisti

Consulente per la comunicazione per un’azienda spaziale e Project Officer and Communications per OSDIFE, sono Segretario Generale e Direttore della comunicazione dell’APS Il Caffè Geopolitico e Coordinatore dei desk Nord America e Spazio. Ho pubblicato il libro “Storie Spaziali”.

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