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Venezuela, quando una costituente abbatte la democrazia

Il Venezuela affronterĂ  il 30 luglio le elezioni dell’Assemblea costituente, che avrĂ  l’incarico di redigere la nuova costituzione. Un’analisi delle implicazioni politiche e sociali di questa manovra

IN ARRIVO LA COSTITUENTE – Il Venezuela annega nella crisi istituzionale piĂą grande della sua storia. La politica venezuelana è ormai giunta alla frammentazione totale che ha portato con sĂ© un altissimo numero di morti in soli pochi mesi di manifestazioni contro il governo.
Sin dall’elezione di Chávez come presidente, il malcontento della popolazione è diventato insostenibile. Iniziando con la riforma della costituzione nel 1999 e poi con quella della legge elettorale, è andata via via crescendo l’importanza dei sindacati e dei gruppi sociali minoritari (favorevoli al governo), elemento che ha trasformato il paese in uno stato tendenzialmente socialista, con idee rivoluzionarie obsolete ispirate alla Cuba degli anni ’60. Il problema sorge quando non è solo l’ideologia che richiama al “paradiso” di Fidel, ma anche la scarsitĂ  assoluta di beni e servizi, l’inflazione e l’insicurezza, tutte fattispecie diventate la realtĂ  venezuelana.

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Fig. 1 – Proteste in Venezuela contro la costituente 2017.

Il Governo di Maduro ha fatto crescere la disuguaglianza, la migrazione e la crisi politica ed economica, con una serie di misure populiste che hanno diviso la popolazione ancora più di quanto non fosse già. Una di queste, senza dubbio la più grave, è stata condotta nello scorso mese di marzo, quando il Tribunal Supremo de Justicia (TSJ) si è aggiudicato i poteri dell’Asemblea Nacional (Parlamento), lasciando nulle alcune proposte dell’organismo legislativo ed anche cominciando processi contro i deputati dell’opposizione, per poi abbandonare tale intento. La misura venne poi ritirata, ma ormai il Rubicone era varcato.

Qualificata come “auto-colpo di stato”, quest’azione ha portato alla totale divisione democratica del Paese, facendo sì che, da un lato, le manifestazioni contro le scelte politiche dell’esecutivo siano incrementate ogni giorno, dall’altro, che la repressione abbia portato a piĂą di 80 morti fino ad oggi. In tutto questo il Presidente, in una scelta che molti analisti qualificano come anti-costituzionale, ha deciso di indire votazioni per scegliere un’Assemblea costituente che si assuma la responsabilitĂ  di redigere la nuova magna carta del Venezuela.

COSTITUENTE ED INCERTEZZA – Ma chi prenderĂ  parte alla costituente? Il Governo ha stabilito che sarĂ  composta da 540 membri, di cui 364 corrispondono a rappresentanti territoriali dei 24 stati federati che danno forma al Venezuela. Gli altri 176 saranno rappresentanti settoriali dei gruppi che attualmente l’esecutivo ritiene debbano avere una quota diversa all’interno di tale costituente: contadini, lavoratori con scarse risorse economiche, studenti di certe UniversitĂ , persone con disabilitĂ , aborigeni, pensionati, e le due nuove figure che formano parte della scala sociale del Paese, le Comunas (comuni nel senso sociale e non politico) e Consejos comunales (rappresentanti addetti al governo senza potere politico reale, nella forma di un sindacato che tuteli gli interessi di diverse comunitĂ  con scarse risorse economiche). Nonostante il fatto che tali figure verranno elette tramite un voto universale e segreto, e che si siano giĂ  presentate piĂą di 30.000 candidature, è stato giĂ  rivelato che a dirigere tale assemblea ci sarĂ  ElĂ­as Jaua (Ministro dell’educazione, ed ex-membro dell’Assemblea costituente del 1999), e Adan Chávez (fratello dell’ex Presidente Chávez e attuale Ministro della cultura). 

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Fig. 2 – Inchiostro elettorale usato nel Venezuela del CNE.

COSTITUENTE, LE PROPOSTE – Le principali proposte di questa nuova costituente, la seconda in meno di vent’anni, e che tecnicamente cerca di modellare la vita politica venezuelana su quella del cosiddetto Socialismo del Siglo XXI (Socialismo del XXI secolo), cercheranno di “riprendere il filo conduttore della democrazia”, con proposte come: recuperare la pace, riconquistare la cooperazione tra i poteri politici, allontanare l’ingerenza straniera, “assicurare” e “potenziare” i diritti e doveri sociali, educativi e culturali della gioventĂą venezuelana. La proposta ha il sapore della beffa in quanto, tecnicamente, tali valori erano giĂ  inclusi nella costituzione approvata nel 1999, seguita da un referendum votato dalla maggioranza dell’elettorato che accettò il cambio, sistema che questa volta non verrĂ  utilizzato.

Le implicazioni politiche di questa nuova costituente sono adesso riflesse nelle strade del Paese, in cui domina il malcontento, la violenza generalizzata; l’azione dell’opposizione intende disconoscere il governo centrale nonchĂ© lavorare per dimostrate l’inutilitĂ  di tale assemblea, e soprattutto è forte il bisogno di dare importanza ad altri temi sociali che angosciano la popolazione. Azioni come quella di aggredire il TSJ con bombe lanciate da un elicottero, l’incertezza dei risultati, sono paure che vivono nel cuore di tutti coloro che sono ancora lì in lotta per la democrazia.
Il modo in cui Maduro ed i suoi adepti gestiscono gli incarichi, affidandoli ai politici attuali sottraendo la responsabilità a persone che hanno espresso idee diverse da quelle del regime, dimostra un discreditamento del valore democratico che pochi giorni fa ha giurato di difendere anche con le armi.

Emilia Labarca Bonilla

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

L’iniziativa di indire queste elezioni per la formazione della costituente è stata presa in totale autonomia dal presidente Maduro, nonostante l’articolo 347 della costituzione attuale indichi che il potere di convocare l’assemblea reside nella popolazione, oppure tramite l’articolo 348 che richiede l’approvazione dell’Asamblea Nacional o del 15% dell’elettorato, e quest’ultimo non è stato fatto.[/box]

 

Foto di copertina di Joka Madruga Licenza: Attribution License

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Emilia Labarca Bonilla
Emilia Labarca Bonilla

Nata a Santiago del Cile e cresciuta nel posto più bello al mondo, l’Isola Margarita in Venezuela. Laureata in Scienze Politiche presso l’Universidad del Desarrollo a Santiago, Master in Geopolitica e Sicurezza Globale alla Sapienza. Da tutta la vita appassionata dei viaggi, innamorata dell’Italia. Alla ricerca di condividere la mia visione di Latinoamerica, e perché no del mondo, in Europa.

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