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Paraguay, scontri di piazza contro la riforma costituzionale

In 3 sorsi – Il Paese, alle prese con una difficile fase socio-economica e con una riforma agraria d’importanza fondamentale da approvare, vive un clima incandescente, con il Partido Liberal che si mobilita contro la strana alleanza tra conservatori e socialisti

1. LA RIFORMA E GLI SCONTRI – Lo scorso venerdì il Paraguay ha vissuto una giornata particolarmente difficile. Senza preavviso, un gruppo di 25 senatori (su un totale di 45), del Partido Colorado (conservatori, al governo con il presidente Horacio Cartes) e del  Frente GuasĂą, una coalizione di partiti di sinistra e centro – sinistra attualmente all’opposizione, si sono riuniti nella sede di quest’ultimo, pur senza che fossero presenti altri componenti dell’assise, al fine di approvare un emendamento alla Costituzione che sostanzialmente concede il via libera alla rielezione alla carica di Presidente della repubblica, possibilitĂ  esplicitamente esclusa dalla vigente Carta Costituzionale del 1992, riuscendo in una manovra che nel 2016 non aveva avuto buon esito per il diverso comportamento della componente socialista. Nel pomeriggio dello scorso venerdì, diffusa la notizia, il centro di Asunciòn, la capitale, è divenuto teatro dei manifestanti contro l’iniziativa, migliaia. La nota ufficiale parla di 1 morto, diversi feriti e 211 arresti. Una cosa che in Paraguay, giovane e fragile democrazia, non si vedeva da tempo.

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Fig.1 – Il Presidente Cartes parla alla 68esima assemblea delle Nazioni Unite

2. LA RIFORMA COSTITUZIONALE, LE RAGIONI DEL NO – Destituito il ministro dell’interno ed il capo della polizia nazionale per non aver saputo gestire l’ordine pubblico nella capitale, dobbiamo ricordare che tra i firmatari del provvedimento ci sono esponenti della minoranza come Avanza paìs,  UniĂłn Nacional de Ciudadanos Ă©ticos e del Partido Liberal Radical AutĂ©ntico. Il provvedimento andrĂ  ora al vaglio della Camera (il Partito Colorado dispone di 44 deputati su un totale di 80). Il terreno era stato preparato per tempo; qualche giorno è stato modificato il regolamento del Senato proprio per permettere l’avanzare spedito dei testi di legge. Le prossime elezioni presidenziali paraguayane (si terranno nell’aprile del 2018, tra un anno) rischiano quindi di vedere protagonisti due ex presidenti, Fernando Lugo (destituito nel 2012) e lo stesso Horacio Cartes, attualmente in carica. Efraìn Alegre, presidente del Partito Liberal, e il presidente del Senato, Roberto Acevedo parlano apertamente di “colpo di stato” e di manomissione della Costituzione, operazione che limita la libertĂ  di scelta della popolazione e che rischia di oscurare gli altri partiti.

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Fig. 2 – Immagine di Fernando Lugo quando era presidente

3. LE MOTIVAZIONI DEI PARTITI – Il presidente Cartes, tycoon del tabacco, imprenditore miliardario sospettato di riciclaggio internazionale, se l’emendamento verrĂ  confermato nei diversi step mancanti, potrĂ  dunque, ricandidarsi. Una delle ragioni piĂą importanti per cui intende vincere è proporre una riforma agraria diversa da quella che giace, ormai dal 2012, nell’agenda governativa e che mira alla redistribuzione della proprietĂ  delle terra e dei relativi profitti, operazione dalla grande importanza per un paese che produce piĂą dell’80% del PIL dal settore primario, soprattutto derivanti da soia e cereali delle multinazionali statunitensi. Cartes rappresenta (anche) i grandi latifondisti e la redistribuzione del reddito non è la prioritĂ . L’ex abate Lugo vede in questa “forzatura” alla Costituzione forse l’unico modo per rientrare in gioco e portare avanti, se eletto tra un anno, il vasto programma di riforme sociali e di politica economica che giĂ  gli costarono la presidenza nel 2012. Il Partido Liberal, preso alla sprovvista dalla strana alleanza, vede messe in pericolo le chances di vittoria alla prossima consultazione elettorale. Questo il quadro politico del momento, in Paraguay.

Andrea Martire

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Il Paraguay sta diventando anche un importante centro logistico per le dinamiche del terrorismo mondiale. Per un focus sull’argomento, leggete qui. [/box]

Foto di copertina di victorsounds rilasciata con licenza Attribution-ShareAlike License

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Andrea Martire
Andrea Martire

Appassionato di America Latina, background in scienze politiche ed economia. Studio le connessioni tra politica e sociale. Per lavoro mi occupo di politiche agrarie e accesso al cibo, di acqua e diritti, di made in Italy e relazioni sindacali. Ho trovato riparo presso Il Caffè Geopolitico, luogo virtuoso che non si accontenta di esistere; vuole eccellere. Ho accettato la sfida e le dedico tutta l’energia che posso, coordinando un gruppo di lavoro che vuole aiutare ad emergere la “cultura degli esteri”. Da cui non possiamo escludere il macro-tema Ambiente, inteso come espressione del godimento dei diritti del singolo e driver delle politiche internazionali, basti pensare all’accesso al cibo o al water-grabbing.

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