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Penisola coreana: alta tensione sul THAAD

In 3 sorsi – La situazione in Asia orientale si fa sempre più tesa a causa del dispiegamento  del THAAD in Corea del Sud contro i frequenti lanci missilistici nordcoreani. La Cina si oppone infatti a tale misura e ha iniziato ad adottare provvedimenti politici e commerciali contro Seul

1. IL DISPIEGAMENTO DEL THAAD  Il 6 marzo 2017 è cominciato ufficialmente il dispiegamento del sistema antimissilistico THAAD (Terminal High Altitude Area Defense) a Seongyu, in territorio sudcoreano, contro un possibile attacco della Corea del Nord. Il THAAD, che sarà operativo solo a partire da maggio o giugno, fa parte della strategia congiunta di difesa degli Stati Uniti e della Repubblica di Corea (Corea del sud) contro i crescenti test missilistici e nucleari del regime nordcoreano. Si tratta di una batteria missilistica in grado di intercettare e distruggere missili balistici di media e corta gittata che potrebbero colpire asset importanti come centri abitati, industrie o basi militari. Nel frattempo, i test missilistici di Pyongyang si sono intensificati e la sua minaccia di un missile intercontinentale preoccupa sempre di più. Ma non è solo la Corea del Nord a dare del filo da torcere agli Stati Uniti e alla Corea del Sud; voci di disapprovazione arrivano anche dalla vicina Cina.

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Fig. 1 – Incontro tra il Maggior Generale Jang Kyung-soo, direttore generale del Ministero della Difesa sudcoreano, e il Maggior Generale Robert Hedelund, responsabile delle forze statunitensi in Corea del Sud, per discutere il dispiegamento del THAAD, 4 marzo 2016

2. LA REAZIONE CINESE – Pechino, fin dall’annuncio del dispiegamento del THAAD nel luglio del 2016, ha dichiarato la sua opposizione a questa strategia. Attore chiave nella questione nordcoreana, per la RPC la miglior strategia di contenimento delle ambizioni nucleari di Pyongyang è quella del dialogo. La Cina, infatti, teme le ripercussioni che potrebbero esserci sui suoi interessi territoriali ed economici in caso di escalation militare o, nell’ipotesi piĂą estrema, di una guerra contro la Corea del Nord. Secondo il Governo cinese, rafforzare la presenza militare nell’area non dissuaderebbe Kim Jong-un, anzi potrebbe ottenere l’effetto contrario. Inoltre, la Cina ritiene che il radar del THAAD potrebbe anche coprire parte del suo spazio aereo e essere usato per sorvegliare le sue attivitĂ  militari, mettendo contemporaneamente in pericolo la propria sicurezza e la sua influenza geopolitica nell’area. Quest’ultima potrebbe infatti essere ridimensionata da una possibile alleanza Corea del Sud-Giappone-USA. All’avvio del dispiegamento del sistema controverso,  la Cina non è rimasta ferma a guardare, manifestando tutto il suo disappunto sia con le parole sia con i fatti. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, infatti, in una conferenza stampa ha avvertito Stati Uniti e Corea del Sud con queste parole: ‹‹ci opponiamo vigorosamente al dispiegamento del sistema antimissilistico americano THAAD in Corea del Sud. La Cina prenderĂ  tutte le misure necessarie per difendere la propria sicurezza interna››. Allo stesso tempo il portavoce ha dichiarato che Seul e Washington ‹‹pagheranno le conseguenze›› delle loro scelte.

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Fig. 2 – Attivisti sudcoreani protestano contro il dispiegamento del THAAD di fronte all’Ambasciata degli Stati Uniti a Seul, 19 luglio 2016

3. CINA vs COREA DEL SUD  E le prime conseguenze per la Corea del Sud non si sono fatte attendere. Compagnie aeree e tour operator sudcoreani hanno infatti subito delle restrizioni alle loro attivitĂ  in Cina, ma è soprattutto il Lotte Group ad essere stato maggiormente colpito dall’ira di Pechino. L’azienda sudcoreana ha molti negozi in Cina e alcuni di essi sono stati chiusi perchĂ© sospettati di non avere rispettato il regolamento sanitario. La Corea del Sud ha portato la questione all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), lamentando un atteggiamento discriminatorio da parte cinese nel limitare le proprie attivitĂ  come forma di rappresaglia per il dispiegamento del THAAD. La scelta non sarebbe casuale; l’azienda ha infatti ceduto alcuni suoi terreni per l’installazione del sistema antimissilistico in Corea del Sud. Al momento la situazione in Asia orientale si presenta così: la politica estera della prima potenza al mondo (Stati Uniti) è sempre piĂą orientata verso una difesa isolazionista dei propri interessi nazionali; la potenza nucleare piĂą pericolosa (Corea del nord) sembra aumentare i suoi test missilistici; la seconda potenza economica del mondo (la Cina) potrebbe optare per delle misure politiche  tali da compromettere l’economia mondiale e, infine, la Corea del Sud è alle prese con una grave crisi politica interna. Una miscela esplosiva di azioni militari, politiche e economiche stanno facendo tremare i fragili equilibri della penisola coreana e di tutta la regione circostante, che si appresta a vivere una primavera piĂą calda del previsto.

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Fig. 3 – Poliziotti pattugliano l’entrata di un Lotte Mart a Pechino, 9 marzo 2017

Roberta Maddalena

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

I rapporti tra la Cina e la Corea del Sud sono stati stabiliti formalmente solo dal 1992, quando i due Stati si sono ufficialmente riconosciuti a vicenda. Prima di allora, infatti, la RPC riconosceva solo la Corea del Nord, mentre la Corea del Sud riconosceva soltanto Taiwan. Con l’arrivo di Xi Jinping al potere nel 2012, il dialogo tra i due Paesi si è intensificato. Xi, infatti, ha dichiarato la volontà di rafforzare le relazioni politiche ed economiche con la Corea del Sud, nell’ottica anche di una maggiore cooperazione sulla questione dei missili nordcoreani. Tali intenzioni sono state suggellate dall’accordo di libero scambio firmato dai due Paesi nel 2015, che ha dato il via a un’intensa cooperazione economica. I volumi di affari tra la Cina e la Corea del Sud sono molto alti, con aziende coreane presenti sul territorio cinese e viceversa. La tensione di queste ultime settimane potrebbe avere preoccupanti ripercussioni sull’economia di entrambi, ma c’è chi da parte sudcoreana sostiene che questo potrebbe essere un buon momento per Seul per cercare di ridurre la sua dipendenza economica da Pechino.[/box] 

Foto di copertina di UNC – CFC – USFK rilasciata con licenza Attribution License

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Roberta Maddalena
Roberta Maddalena

Sono nata nella provincia di Benevento nel 1992. Mi sono laureata In Mediazione Linguistica e culturale presso l’Università per stranieri di Siena e attualmente sono iscritta al corso di laurea magistrale in Scienze Internazionali dell’Università di Torino. Ho svolto un Erasmus alla Durham University (Inghilterra), un tirocinio presso un’ONG a Pechino e al momento mi trovo a Budapest per un Erasmus Traineeship. Durante i miei viaggi all’estero ho scoperto la mia passione per le relazioni internazionali e in particolare per i diritti umani, nel cui ambito mi piacerebbe lavorare. In attesa di concludere gli studi e trovare un lavoro, darò voce a questa mia passione con qualche articolo.

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