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Family Planning e contraccezione femminile in Africa: la sfida del 2020

L’ambiziosa partnership mondiale per il Family Planning 2020, nata in occasione del Summit di Londra nel 2012 sulla pianificazione familiare, è arrivata al giro di boa: lo scorso luglio è stato pubblicato, infatti, il report di aggiornamento sui progressi raggiunti a metà strada verso il 2020. Per la prima volta nella storia, più di 300 milioni di donne e ragazze che vivono nei 69 Paesi più poveri del mondo hanno accesso a metodi di contraccezione moderna

BREVE STORIA DEL FP2020 – Il Family Planning 2020 è una partnership mondiale volta a proteggere i diritti delle donne, in particolare a tutelare la loro salute sessuale e riproduttiva in modo che possano liberamente decidere, in qualsiasi Paese del mondo vivano, in quali condizioni, quando e quanti figli avere. L’obiettivo è espandere l’accesso alle pratiche di pianificazione familiare a ulteriori 120 milioni di donne e ragazze rispetto al 2012, nei 69 Paesi più poveri del mondo. Diversi sono gli indicatori utilizzati per misurare i progressi, quello più conosciuto il numero delle donne in più, rispetto al 2012, che hanno accesso a metodi di contraccezione moderna. Altri criteri utilizzati sono: il numero di gravidanze non desiderate che sono state evitate, il tasso di diminuzione della mortalità materna, il numero di aborti effettuati in condizioni non sicure che sono stati evitati per una gravidanza non desiderata, la possibilità per le donne di avvalersi di strumenti di consulting per compiere scelte consapevoli e informate. A  metà strada verso il 2020, è necessario incrementare e rafforzare quanto fino a questo momento è stato fatto, ma allo stesso tempo porsi obiettivi ambiziosi: raggiungere anche le persone più giovani (nei Paesi in via di sviluppo le ragazze spesso sono costrette a gravidanze precoci), i più poveri e i più vulnerabili; monitorare e valutare che i servizi e le cure siano caratterizzate da uguaglianza nell’accesso e alta qualità.

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Fig. 1 – Una clinica mobile nell’area rurale di Mombasa, in Kenya: vengono fornite informazioni sui metodi contraccettivi e sulla prevenzione e lo screening per il cancro al collo dell’utero

IL REPORT “MOMENTUM AT THE MIDPOINT FP2000” – Lo scorso luglio è stato pubblicato il rapporto “Momentum At The Midpoint FP2000”, un aggiornamento sui progressi raggiunti, ma anche un’occasione per soffermarsi a riflettere sulle sfide e le criticità incontrate dal 2012 ad oggi. Per la prima volta nella storia, il numero di donne e ragazze che hanno accesso a metodi di contraccezione moderna nei 69 Paesi più poveri del mondo ha superato 300 milioni, una pietra miliare. Sono stati evitati 82 milioni di gravidanze non desiderate e più di 25 milioni di aborti effettuati in condizioni non sicure, per quanto 124 mila donne non siano sopravvissute al parto. Rispetto al 2012, oggi ulteriori 30 milioni di donne e ragazze, possono utilizzare metodi di contraccezione moderna nei 69 Paesi interessati. Va comunque sottolineato che l’accesso ai servizi per la salute riproduttiva e sessuale delle donne rimane un problema soprattutto per le più giovani anche a causa di barriere culturali e religiose. Ciò comporta il rischio di gravidanze non desiderate e conseguenti aborti rischiosi; il contagio di malattie sessualmente trasmissibili; abbandoni scolastici precoci; gravidanze a distanza ravvicinata che mettono in pericolo la salute della madre e del bambino. Secondo il report, l’accesso a metodi di pianificazione familiare può ridurre la mortalità materna fino al 40%, e quella infantile del 21%.

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Fig. 2 – Un’informazione completa è necessaria per tutelate la salute delle donne e dei loro bambini: servizi per la salute riproduttiva e sessuale, le diverse opzioni di contraccezione e gli eventuali effetti collaterali, la contraccezione di emergenza, cure pre e post parto, prevenzione e trattamento dei tumori del collo dell’utero

QUALI RISULTATI RAGGIUNTI  Tra i 69 Paesi interessati, ci sono regioni in cui l’uso di contraccettivi moderni è già diffuso e l’ulteriore espansione deve intendersi in un’ottica di miglioramento dei servizi e della loro qualità. In Africa orientale e meridionale, per la prima volta, oltre il 30% delle donne ha accesso a metodi di pianificazione familiare. In Africa occidentale, molti Paesi hanno rafforzato le politiche interne di pianificazione familiare con un effetto positivo sulla salute materna e infantile. Il discorso è diverso nei Paesi asiatici: qui i tassi di utilizzo di contraccettivi moderni sono alti, come il numero delle donne in età riproduttiva. Oltre 230 milioni di donne hanno accesso ai servizi mentre 90 milioni devono ancora essere raggiunte, soprattutto nelle aree rurali. Nei prossimi anni sarà fondamentale aumentare l’offerta dei servizi a disposizione e la loro qualità.

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Fig. 3 – A Laniar, in Senegal, la Marie Stopes International offre numerosi servizi di assistenza medica, counseling e informazione alle donne delle aree rurali

LE CRITICITÀ – Nonostante i notevoli progressi, il partenariato FP2020 non ha raggiunto il risultato sperato per la scadenza di medio termine: restano escluse circa 19 milioni di donne e ragazze. Inoltre, il settore deve affrontare un calo di finanziamenti. Questo tema è cruciale: il report evidenzia come la mobilitazione di risorse sia una componente critica, ma anche una priorità fondamentale. La necessità è di trovare finanziamenti internazionali, ma anche locali per far sì che i progetti siano sostenibili in un’ottica di medio e lungo periodo. Nel 2015, i governi donatori hanno fornito 1,3 miliardi di dollari, circa il 6% in meno rispetto agli anni precedenti. In molti Paesi la necessità primaria è di ampliare la qualità dei servizi per soddisfare la domanda attuale, ma allo stesso tempo impegnarsi per aumentare tale domanda. Un mix di metodi contraccettivi è di primaria importanza perché permette alle donne di scegliere il metodo che meglio si adatta alla proprie esigenze. La disponibilità dei contraccettivi è un’altra incognita: spesso non sono disponibili nei negozi e ciò rende difficile l’utilizzo continuo, con aumento del rischio di gravidanze indesiderate. Un altro aspetto da non sottovalutare sono i servizi di counseling: le donne hanno bisogno e devono essere informate circa le possibilità disponibili e gli eventuali effetti collaterali, al fine di compiere una scelta informata.

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Fig. 4 – Un cartellone pubblicitario promuove l’uso del preservativo a Nairobi, in Kenya

IL SUCCESSO DI SENEGAL ED ETIOPIA – Un Paese virtuoso che ha legato la salute riproduttiva e sessuale delle donne, una corretta pianificazione familiare alla sua crescita economica è il Senegal. Un Paese povero dove molte donne si sposano prima dei 20 anni e hanno in media 5 figli. La poligamia rappresenta ancora la regola, il controllo delle nascite è quasi inesistente e il fattore religioso e culturale rappresentano un forte ostacolo. Il successo locale di questo programma è il risultato di un progetto globale: una forte collaborazione tra l’Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID), la Fondazione Bill & Melinda Gates, il Fondo delle Nazioni Unite (UNFPA) e altre organizzazioni, ha creato un fondo per le iniziative di pianificazione familiare avanzate del governo senegalese permettendo notevoli passi avanti. Nel 2012, solo il 12% delle donne aveva accesso a metodi contraccettivi moderni, mentre nel 2014 si è registrato un aumento del 20%: le politiche e i programmi hanno lo scopo di ridurre la mortalità materna di due terzi entro il 2018,  ridurre la mortalità infantile di ¾ per i bambini sotto i cinque anni d’età. Il governo etiope ha evidenziato l’importanza del fattore demografico: una crescita non controllata della popolazione è uno dei principali ostacoli nella lotta contro la povertà. Il governo ha fissato obiettivi ambiziosi per la pianificazione familiare e, con il sostegno di finanziamenti globali e con la collaborazione di organizzazioni internazionali, ha dato il via al Programma di Salute Nazionale HEP (Health Extension Program): una rete di 38.000 operatori sanitari dislocati in 17.000 centri sanitari del Paese per informare, sensibilizzare, fornire supporto e distribuire contraccettivi.

FAMILY PLANNING E CRESCITA ECONOMICA – Le esperienze di successo africane insegnano che l’impegno politico, a livello internazionale e regionale,  ma soprattutto locale, sia uno degli ingredienti più importanti per la buona riuscita dei programmi. Così come investire nelle politiche sanitarie nazionali legando la questione della contraccezione alla lotta contro le malattie sessualmente trasmissibili e coinvolgere anche la società civile per una corretta valutazione e monitoraggio dei risultati. Il Family Planning porta con sé benefici non solo per la salute riproduttiva e sessuale delle donne, ma per l’intera comunità. È uno degli strumenti più potenti ed efficienti per combattere la povertà e promuovere la crescita e lo sviluppo e, soprattutto, per garantire che le donne possano compiere scelte libere sulla maternità. La partnership mondiale FP2020 rappresenta una piattaforma di supporto globale a questa tematica, ma deve innescarsi sulla dimensione locale e sulle realtà dei singoli Paesi: i programmi e le politiche devono essere sostenibili nel medio e nel lungo periodo.

Irene dell’Omo

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Il testo del report “Momentum at the midpoint” disponibile qui. [/box]

 

Foto di copertina di DFID – UK Department for International Development Rilasciata su Flickr con licenza Attribution License

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Irene Dell'Omo
Irene Dell'Omo

Sono laureata in Scienze Politiche, indirizzo Cooperazione internazionale, con una tesi sulla cooperazione tra Unione europea e Paesi del Maghreb per le risorse energetiche rinnovabili. Vivo a Roma, dove lavoro in un’organizzazione umanitaria nell’area marketing e comunicazione. Le mie passioni: scoprire posti e cose nuove, viaggiare, leggere (soprattutto romanzi a sfondo storico e di attualità) e scrivere.

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