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La vittoria impossibile: Trump è il nuovo Presidente Usa

Caffè Americano – Donald Trump è il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Stiamo assistendo ad un cambiamento di portata storica. Dopo la Brexit, ancora una volta siamo rimasti tutti sorpresi e ci chiediamo: com’è possibile che i sondaggi continuino a sbagliare?

UNA VITTORIA STORICA – È successo l’impossibile, l’improbabile, l’imprevedibile. Donald Trump è il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. L’abbiamo sottovalutato, l’abbiamo deriso per mesi, ma invece eccolo qui. Da un candidato emerso tra tanti più di un anno fa, a un Presidente che in molti sono curiosi di vedere in azione, date le sue annunciate strategie di politica estera e i suoi piani economici originali che poco si curano delle regole della diplomazia e del capitalismo globale. Trump ha trionfato (numeri ancora non definitivi) con 279 Grandi elettori conquistati contro i 219 della Clinton, un risultato che aleggiava nell’aria sin dall’inizio della nottata, ma che abbiamo fatto fatica ad accettare. Congresso e Senato – durante l‘election day si è votato anche per il loro rinnovo – sono a maggioranza repubblicana e con ogni probabilità il nono giudice della Corte Suprema che verrà scelto da Trump sarà del GOP. Insomma, i Democratici sono stati sbaragliati senza appello.

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Fig. 1 – Donald Trump dice a Hillary “You’re fired”

LA NOTTE ELETTORALE – Com’è stato possibile tutto questo? La notte elettorale è subito cominciata con un testa a testa tra Hillary e Trump: battaglia durissima, voti presi a fatica Stato per Stato. Ma dopo qualche ora il candidato repubblicano ha vinto la Florida, lo Stato che la Clinton avrebbe dovuto aggiudicarsi per avere la Casa Bianca in pugno. Poi Trump ha preso Ohio e Pennsylvania (democratica dal 1988), gli Stati chiave che gli hanno dato il numero di grandi elettori necessari (270) per vincere. A questo punto Hillary non ha potuto fare altro che accettare e dichiarare la sconfitta. Con 279 grandi elettori contro i 219 della Clinton, non c’è nulla da fare: Trump diventa Presidente e Mike Pence Vice Presidente. Il fatto che un Commander in Chief come Trump sia stato eletto, un repubblicano divisivo, dai toni forti e rivoluzionario, è simbolo di una ferita degli Usa che avevamo sottovalutato. Forse la povertà, la paura e il sottosviluppo in alcune zone statunitensi sono più gravi di quanto pensassimo. Il popolo ha espresso il suo disagio, votando per un uomo che ha promesso un focus senza sosta sullo sviluppo industriale, sull’occupazione e su coloro che vedono l’immigrazione come un furto delle opportunità di lavoro. Questo ci indica anche che l’ondata di populismo che nell’Unione Europea si sta facendo sempre più forte e robusta, negli USA ha avuto il sopravvento, grazie a elettori che hanno trovato la risposta al loro bisogno in un uomo non politico che agisca e che governi lo Stato come se fosse un business, sceglie la novità assoluta. Nemmeno il voto delle minoranze ha potuto fare la differenza.

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Fig. 2 – Supporters di Donald Trump, il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America

COSA CI RISERVA IL FUTURO? – La seconda domanda che ora dobbiamo porci è: cosa ci aspetta adesso? Innanzitutto una probabile rottura del partito repubblicano, che da mesi fa fatica a controllare il suo candidato. Sarà interessante vedere se e quanto Trump farà gli interessi del GOP. Poi sarà la volta di grandi cambiamenti in settori chiave della vita degli USA. Per prima cosa, assisteremo probabilmente a un graduale isolazionismo dalla scena economica internazionale. Diremo forse addio ai trattati commerciali, dato che Trump ha molto insistito sulla loro abolizione durante la sua amministrazione. Prepariamoci a un aumento della spesa nella difesa e nella sicurezza, prepariamoci a un cambiamento per quanto riguarda le leggi sull’immigrazione, a passi indietro sul cambiamento climatico (Trump ha promesso che gli USA recederanno dall’Accordo di Parigi). Intanto l’euro sale, i mercati soffrono, il mondo sente che la novità è ormai reale. Abbiamo sbagliato tutti: sondaggisti, politici, analisti, esperti, non esperti. Non ce lo saremmo mai aspettato. Trump ci ha sorpreso ancora una volta. Abbiamo sottovalutato la sua abilità nel parlare agli elettori, la sua vicinanza ai problemi dei blue collars, il suo nuovo modo di fare politica, il suo fascino da business man di successo. La scorsa notte abbiamo assistito alla storia.

Giulia Mizzon

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

La legge del pendolo si ripete. Dopo otto anni di democratici al governo, è l’ora dei repubblicani. Nella storia questo conseguirsi di partiti al potere ogni due amministrazioni è molto spesso una costante

Il Caffè ha seguito la notte elettorale live su twitter

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Foto di copertina di Gage Skidmore Rilasciata su Flickr con licenza Attribution-ShareAlike License

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Giulia Mizzon
Giulia Mizzon

Nata a Imperia nel 1992, laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’Università Cattolica di Milano. Affascinata dalle dinamiche della politica internazionale, frequento un Master in International Relations all’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Confesso di essere un’amante degli States, sempre presenti nei miei programmi futuri, e una lettrice accanita di qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

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