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Clinton vs. Trump: uno a zero per Hillary

Caffè Americano – Primo, attesissimo, dibattito presidenziale. Hillary ha sfoderato tutta la sua preparazione, Trump ha avuto grossi problemi a ingranare. Netta vittoria della Clinton in uno scontro dove le qualità e i difetti dei due candidati sono venuti a galla.

LA PRIMA DELLA CLASSE E IL BULLO – Il dibattito alla Hofstra University, nello Stato di New York, è stato come molti si aspettavano. La prima della classe Hillary Clinton, preparata, attenta ai particolari, calma e razionale, contro il bullo Donald Trump, che per l’occasione ha cercato di lasciare da parte la sua anima populista, di moderarsi e avere un aspetto presidenziale. Purtroppo non ce l’ha fatta. Gli unici segni di moderazione sono stati non tirare in ballo la costruzione del muro al confine con il Messico e astenersi dal chiamare la Clinton “Crooked Hillary”, in italiano “Hillary corrotta”. Per il resto, abbiamo visto un Trump completamente impreparato, che interrompeva l’avversaria, contraddittorio, che rispondeva senza pensare, e che ha fornito alla ex First Lady un trampolino per risollevare i democratici. C’è chi parla di due dibattiti separati, per quanto diversa sia stata la performance dei due candidati. Trump ha confermato come una volta tolti gli insulti e le provocazioni, gli rimanga poco o nulla. O meglio, qualcosa rimane: tutti gli scheletri nell’armadio e i passi falsi non solo dell’ultimo anno, ma di buona parte della sua vita professionale e privata. Ed è lì che la Clinton ha attaccato. Hillary non ha trascurato niente: la dichiarazione dei redditi del magnate non ancora pubblicata, le sue dichiarazioni controverse sulle donne e razziste, l’aver accusato Obama di essere nato in Kenya e molto altro. C’era da aspettarselo però. Hillary ha un’esperienza in campo politico che Trump non potrĂ  mai eguagliare: l’ex Segretario di Stato ha, infatti, risposto alle domande che spaziavano dal Medio Oriente al sistema fiscale Usa in maniera precisa, sempre sorridente e sempre attenta a non raccogliere nessuna provocazione.

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Fig. 1 – Un’immagine promozionale dello scontro

LA PERFORMANCE DI TRUMP – Per quanto Hillary sia sembrata imbattibile, dobbiamo riconoscere che anche Trump non ha lasciato da parte nessuno spunto per attaccare la Clinton: dallo scandalo delle email alla salute della First Lady – troppo labile per un Presidente -, alla perdita di posti di lavoro a causa dei trattati di libero scambio (in particolare del NAFTA, firmato dal marito). Trump ha affrontato anche temi come la decadenza delle infrastrutture e la violenza nei grandi centri metropolitani. In questo caso, tante le critiche, nessuna soluzione. I problemi sono stati elencati con precisione ineccepibile, ma non è stato fornito nessun piano per rimediare. Questo, insieme alle risposte contraddittorie e poco puntuali alle domande del moderatore Lester Holt – giornalista di NBC News – ha dimostrato come la scarsa capacitĂ  di argomentazione di Trump sia ormai uno degli ostacoli piĂą grandi nella sua campagna elettorale. Insormontabile è sembrata anche la scarsa preparazione di Trump in materia di politica internazionale e geopolitica: Trump ha voluto dimostrare l’incapacitĂ  della Clinton nel gestire la lotta al terrorismo dicendo che è da tutta la sua vita adulta che Hillary prova a sconfiggere l’Isis, senza risultati. Dato che la nascita dello Stato Islamico risale all’ultimo decennio, non è difficile trovare l’errore nella sua dichiarazione. Parlando del cambiamento climatico, invece, Trump ha negato di aver dichiarato in passato che il riscaldamento globale sia solo un concetto creato dai cinesi per rendere meno competitiva la manifattura statunitense. Un suo tweet del 2012, però, riporta il contrario. I 90 minuti di dibattito sono stati riempiti anche dalla discussione di temi quali le dichiarazioni di Trump a favore di Putin, l’integrazione delle comunitĂ  afro-americane e ispaniche e il mancato pagamento di alcuni collaboratori da parte del magnate (il quale ha risposto: “si vede che non hanno fatto un buon lavoro”).

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Fig. 2 – Un momento dello scontro tra Donald e Hillary

LA VITTORIA DI HILLARY – La Clinton ha raggiunto quello che voleva. Ha ridato speranza ai democratici, scoraggiati dagli ultimi polls che vedevano Trump in vantaggio. Ha dimostrato di essere un politico attento e preparato, in grado di gestire un avversario come Trump, irrazionale, imprevedibile e per questo pericoloso. E si è divertita: per rispondere a un’affermazione di Trump, che ha affermato di avere un temperamento da vincitore, Hillary si è fermata per qualche secondo, ha guardato le telecamere, ha sorriso, ha detto “wooo, okay” e ha scrollato le spalle. Rare volte la si è vista così felice e a suo agio su un palco.

Giulia Mizzon

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Secondo gli ultimi sondaggi, la Clinton è in vantaggio su Trump dell’1,6%. Il magnate sembra però in vantaggio in Ohio, uno swing state il cui voto potrĂ  essere determinante per vincere le elezioni.

Il prossimo dibattito presidenziale si terrĂ  il 9 ottobre. [/box]

Foto di copertina di DonkeyHotey Rilasciata su Flickr con licenza Attribution-ShareAlike License

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Giulia Mizzon
Giulia Mizzon

Nata a Imperia nel 1992, laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’UniversitĂ  Cattolica di Milano. Affascinata dalle dinamiche della politica internazionale, frequento un Master in International Relations all’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Confesso di essere un’amante degli States, sempre presenti nei miei programmi futuri, e una lettrice accanita di qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

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