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Nasce la rivista Human Security

Miscela Strategica Le expertise del team Miscela Strategica e della summer school Engaging Conflict si fondono in un prodotto accademico di alto livello edito da TWAI – Torino World Affairs Institute. Ricerca e analisi si confrontano e si complementano su un tema di scottante attualità: il conflitto e le sue dinamiche

LA RIVISTA – Il trimestrale nasce dall’esigenza di un approccio non convenzionale ai temi del conflitto e della sicurezza internazionali. Gli strumenti classici sono in difficoltà nel leggere il fenomeno guerra nel mondo di oggi, soprattutto vista la sua natura spesso ibrida. Human Security (HS) si propone di favorire una migliore comprensione del conflitto adottando la prospettiva della sicurezza umana. La human security richiama infatti l’attenzione sul ruolo giocato dagli individui e dalle strutture sociali in cui essi vivono e operano: fattori oggi posti al centro della loro riflessione anche dagli attori tradizionalmente più interessati, i militari, attraverso il concetto di human terrain.
L’intento di HS è fornire ai suoi interlocutori – professionisti esperti o semplici interessati – una lettura dei conflitti contemporanei che permetta di coglierne genesi, sviluppi e prospettive di trasformazione, nella logica appunto della conflict transformation. Con rigore, ma con uno stile chiaro, asciutto e puntuale, HS propone i risultati della miglior ricerca prodotta in questo campo a livello nazionale e internazionale, curando in particolare le indicazioni di policy che in ogni parte del mondo caratterizzano gli studi dei think tank.

HS intende essere un punto di riferimento sui temi della guerra e della pace intesi in senso pieno. Ci auguriamo che questa iniziativa possa riscuotere l’interesse di una larga audience, ampliare il bacino degli interessati, e fornire un utile servizio a tutti coloro i quali sono attenti al conflitto, nelle sue varie forme, per ragioni professionali o curiosità personale.

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Fig.1 – Antropologi civili si interfacciano con notabili locali in Afghanistan

IL PRIMO NUMERO – Il primo numero di HS mette in luce alcune criticità del modello convenzionale con il quale tendiamo a leggere crisi e conflitti, e mostra come letture alternative – per quanto magari complesse – possono essere rese operative nella pratica, trasformandosi in policy.
Il primo dei pezzi proposti, a firma di Lorraine Charbonnier (co-autrice del recentissimo Conflict Analysis Handbook pubblicato dallo United Nations System Staff College), mette in evidenza i limiti della classica conflict analysis, mostrando come il sistema Nazioni Unite stia ridefinendo e aggiornando i contenuti di tale “cassetta degli attrezzi” per portarli all’altezza delle sfide attuali.
Segue l’articolo di Maurizio Sulig e di Maria Adelasia Divona, entrambi ufficiali dell’Esercito Italiano, che arricchisce il quadro presentando in maniera compiuta il concetto di human terrain così come elaborato e applicato dalle organizzazioni militari.
Il pezzo di Roger MacGinty e di Pamina Firchow, responsabili del progetto “Everyday Peace Indicators”, allarga ulteriormente la prospettiva, evidenziando la necessità di rivedere il modo in cui costruiamo l‘idea di sicurezza relativa a società lontane, e come sia possibile farlo nella pratica dando voce ai locali, con un approccio bottom-up anziché top-down. Non si tratta di un’idea utopica: il progetto, finanziato dalla Carnegie Corporation di New York, è già attivo in tre società post-conflittuali, ovvero Sud Africa, Uganda e Zimbabwe.

Fig.2 - Uno scorcio di un moderno campo di battaglia rappresentato su plastico interattivo
Fig.2 – Uno scorcio di un moderno campo di battaglia rappresentato su plastico interattivo. Foto: Il Caffè Geopolitico

IL RUOLO DEL CAFFÈ – Il Caffè Geopolitico supporta dal 2014 la summer school Engaging Conflict ed annovera TWAI tra i suoi partner. Gli analisti del Caffè contribuiranno regolarmente ai numeri della rivista portando il punto di vista dell’analisi politico-militare in una sede accademica. HS rappresenta dunque un punto di contatto importante fra chi studia il conflitto e chi deve supportare i decision makers che nel conflitto operano. Osmosi di esperienze e contenuti ormai indispensabile ma spesso sottovalutata. Nel primo numero, il “nostro” Lorenzo Nannetti si concentra su come una stessa crisi può essere letta diversamente dalle parti coinvolte, anche al di fuori di quel che è normalmente considerato “razionale”, impiegando il caso Ucraina a come esempio. Chiude il numero Marco Giulio Barone con una critica dei modelli classici di analisi e supporto del decision making, che presenta possibili direttrici di cambiamento anche alla luce degli strumenti presentati nel corso di questo primo numero.

Human Security ha cadenza trimestrale e può essere scaricato gratuitamente. Qui disponibile il primo numero.

Il Direttore della rivista è Stefano Ruzza, docente di Conflitto,Sicurezza e Statebuilding dell’Università di Torino e membro del nostro comitato scientifico.

Il Comitato di Redazione è composto da Marco Giulio Barone (Coordinatore editoriale, Il Caffè Geopolitico e TWAI), Giorgia Brucato (Coordinatrice editoriale, Il Caffè Geopolitico e TWAI), Fabio Armao (Comitato Scientifico Il Caffè Geopolitico e TWAI), Charles Geisler (Cornell University) Giampiero Giacomello (Università di Bologna), Roger MacGinty (University of Manchester), Neil Melvin (Stockholm International Peace Research Institute – SIPRI), Helen Nambalirwa (Makerere University), Francesco Strazzari (Sant’Anna, Pisa).

Vai alla pagina ufficiale della rivista Human Security

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Marco Giulio Barone
Marco Giulio Baronehttps://ilcaffegeopolitico.net

Marco Giulio Barone è analista politico-militare. Dopo la laurea in Scienze Internazionali conseguita all’Università di Torino, completa la formazione negli Stati Uniti presso l’Hudson Institute’s Centre for Political-Military analysis. A vario titolo, ha esperienze di studio e lavoro anche in Gran Bretagna, Belgio, Norvegia e Israele. Lavora attualmente come analista per conto di aziende estere e contribuisce alle riviste specializzate del gruppo editoriale tedesco Monch Publishing. Collabora con Il Caffè Geopolitico dal 2013, principalmente in qualità di analista e coordinatore editoriale.

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