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Belgio-Galles: così lontani così simili

Eurocaffè – Oramai sono rimaste le migliori otto d’Europa, e giunti a questo punto non ci sono più tattiche o scaramanzie che tengano. Rien ne va plus, come si dice nel Paese ospitante, la Francia. Ecco a voi Belgio contro Galles

LA PRIMA VOLTA DEL GALLES – Belgio-Galles, ovvero la partita che non ti aspetti. I pronostici della vigilia prevedevano l’Italia al posto dei sudditi di Re Filippo (come seconda classificata del girone, che invece abbiamo vinto nonostante il ko con l’Irlanda) e forse l’Inghilterra al posto dei Dragoni, che invece il raggruppamento l’hanno primeggiato. Quindi, un match che non si sarebbe dovuto giocare, in teoria.
Non più solo forte con la palla ovale (terzo posto alla Coppa del mondo nel 1987 e quarto nel 2011), grande come la Puglia e scarsamente popolato (arriva a stento a 3 milioni di abitanti), il Galles ha scoperto la passione per il football da poco. È l’unica squadra britannica ad accedere ai quarti ed è alla sua prima partecipazione, dopo essere arrivata ai quarti nel Mondiale svedese del ’58; all’epoca, guidata dal grande John Charles, fu eliminata da un certo Pelè, che poi vinse il titolo.

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CYMRU E LE MONTAGNE – Montuoso, sbeffeggiato dal vento, il Galles vive di pastorizia e carbone. I suoi ricchi giacimenti conobbero l’epoca d’oro del telaio a vapore e la gloria della rivoluzione industriale nata nella vicina Inghilterra. L’orografia lo condanna all’isolamento e i boschi cedono il passo ai pascoli già a 300 metri d’altitudine, segno di un terreno poco adatto alla coltivazione. O si va per mare o si va in Inghilterra.
Etnicamente celti, i gallesi non hanno mai messo in discussione la leadership londinese e hanno ottenuto recentemente, e quasi contro voglia, un parlamento locale. Possono schierare mister 100 milioni Gareth Bale, attualmente capocannoniere del torneo insieme al prossimo compagno di squadra Morata (che però non potrà incrementare il bottino personale, essendo stato eliminato dall’Italia) e al francese Griezmann. Insomma, Cymru (così si chiama il Galles in celtico) è una squadra tosta, attenta, non appariscente, ma efficace e che può far male quando meno te lo aspetti.

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IL FAVORITO BELGIO – Il Belgio, paese di calciatori, ciclisti e birre, ha invece una grande tradizione. È arrivato secondo nel 1980, battuto dai tedeschi dell’Oves,t e quarto al Mondiale ’86 (perdendo in semifinale con l’Argentina di Maradona e Valdano). Società multietnica e politicamente inquieta, è stato più di un anno senza Governo perché non si trovava una maggioranza tra fiamminghi e valloni (francofoni) e tra socialisti e nazionalisti.
Anch’esso ha vissuto di rendita grazie al carbone e ha sviluppato una propria natura di Stato cuscinetto (assieme alla fiamminga Olanda) tra i colossi (bellicosi) Francia e Germania, gli stessi che rischia di affrontare in finale, Azzurri permettendo. All’inizio della competizione il Belgio era il favorito numero uno per la vittoria finale, essendo la Nazionale dal più alto ranking mondiale, superato solo dall’immancabile Argentina che poi ha perso la Copa América.

IL TEMA DELLA PARTITA – La sconfitta iniziale con l’Italia ha un po’ raffreddato l’entusiasmo attorno alla squadra, che da lì in poi le ha vinte, qualificandosi senza problemi a spese dell’Ungheria. È prevedibile che il multietnico Belgio stringerà d’assedio il fortino dei Dragoni, come in un romanzo sul medioevo. La partita sarà, verosimilmente, Magritte contro Dylan Thomas, surreale concretezza contro amore e morte. Il pronostico e il blasone favoriscono i sudditi di Bruxelles, ma sappiamo che quello gallese è un popolo fiero che sa come difendere la rocca. La vincente se la vedrà con il Portogallo, come dire che la finale di Parigi del 10 luglio non è impossibile.

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Andrea Martire

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più

I precedenti tra le due nazionali vedono il Galles imbattuto, con due vittorie e due pareggi.

Ecco la rosa del Belgio:

  • Portieri: Thibaut Courtois (Chelsea/Ing), Simon Mignolet (Liverpool/Ing), Jean-Francois Gillet (Mechelen).
  • Difensori: Toby Alderweireld e Jan Vertonghen (Tottenham/Ing), Dedryck Boyata (Celtic/Sco), Jason Denayer (Galatasaray/Tur), Bjorn Engels e Thomas Meunier (Bruges), Nicolas Lombaerts (Zenit St. Pietroburgo/Rus), Jordan Lukaku (Ostenda), Thomas Vermaelen (Barcellona/Spa).
  • Centrocampisti: Moussa Dembele (Tottenham/Ing), Marouane Fellaini (Manchester United/Ing), Axel Witsel (Zenit St. Pietroburgo/Rus), Radja Nainggolan (Roma/Ita)
  • Attaccanti: Michy Batshuayi (Marsiglia/Fra), Christian Benteke e Divock Origi (Liverpool/Ing), Yannick Carrasco (Atletico Madrid/Spa), Kevin De Bruyne (Manchester City/Ing), Eden Hazard (Chelsea/Ing), Romelu Lukaku (Everton/(Ing), Dries Mertens (Napoli/Ita).[/box]

Foto: Dai Lygad

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Andrea Martire
Andrea Martire

Appassionato di America Latina, background in scienze politiche ed economia. Studio le connessioni tra politica e sociale. Per lavoro mi occupo di politiche agrarie e accesso al cibo, di acqua e diritti, di made in Italy e relazioni sindacali. Ho trovato riparo presso Il Caffè Geopolitico, luogo virtuoso che non si accontenta di esistere; vuole eccellere. Ho accettato la sfida e le dedico tutta l’energia che posso, coordinando un gruppo di lavoro che vuole aiutare ad emergere la “cultura degli esteri”. Da cui non possiamo escludere il macro-tema Ambiente, inteso come espressione del godimento dei diritti del singolo e driver delle politiche internazionali, basti pensare all’accesso al cibo o al water-grabbing.

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