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Trump verso la nomination. E rispunta Sanders

Caffè Americano – Le primarie in Indiana si sono concluse. Questi i risultati. Per i repubblicani trionfa Donald Trump con il 53% delle preferenze, avanzando ormai speditamente verso la nomination; Ted Cruz resta inchiodato al 36 e abbandona definitivamente la corsa. Tra i democratici, sorprende Bernie Sanders, che vince con il 52,5% su Hillary Clinton (ferma al 47,5).

SANDERS NON E’ MORTO – Dopo la disfatta di New York e le sconfitte in Maryland e Pennsylvania, il candidato socialista era dato per spacciato. Ma le cose sono andate diversamente. E ieri è tornato a vincere contro tutte le previsioni in uno Stato di peso, smentendo chi lo dava come giĂ  fuori dalla corsa elettorale. Nuovamente, quella che avrebbe dovuto essere l’ennesima marcia trionfale di Hillary Clinton si sta rivelando un percorso a ostacoli. Se infatti Sanders è matematicamente quasi impossibilitato a raggiungere l’ex first lady, è altrettanto vero che la strategia del senatore sia ormai quella di impedire all’avversaria di raggiungere il quorum di delegati necessari per conseguire la nomination.
L’obiettivo è infatti quello di arrivare a una contested convention: senza un vincitore chiaro e con i giochi da riaprire. Una possibilitĂ  che adesso, dopo il risultato in Indiana, si fa sempre piĂą concreta. Se il candidato socialista sarĂ  capace di inanellare successi nei prossimi Stati minori, potrĂ  cercare di sfruttare l’onda lunga in California a giugno e riaprire veramente i giochi. Hillary, dal canto suo, ovviamente non demorderĂ . Ma soprattutto: dovrĂ  vigilare affinchĂ© i superdelegati non la abbandonino, costringendola a rinunciare al notevole vantaggio matematico di cui al momento dispone. E proprio ai superdelegati Sanders guarda con profondissimo interesse.

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Fig. 1 – Sanders “die hard”: la sua uscita di scena non è ancora scontata

LA VITTORIA DI TRUMP – Con il trionfo registrato in Indiana, Trump è ormai matematicamente sulla via della nomination. Anche perchĂ© il suo piĂą pericoloso rivale, il senatore texano Ted Cruz, ha ormai annunciato il proprio ritiro dalla corsa elettorale. Eppure le sorprese potrebbero non essere finite. BisognerĂ  vedere come reagirĂ  il partito repubblicano a questo dato di fatto. Non sono infatti escludibili mal di pancia e polemiche, mentre qualche frangia potrebbe addirittura andarsene. Mesi fa, il giornalista neoconservatore Bill Kristol propose la creazione di un terzo partito qualora il miliardario newyorchese fosse riuscito a conquistare la nomination. Un’ipotesi che è tornato ad avanzare pochi giorni fa: l’ala neocon non sopporta il miliardario, soprattutto per le sue posizioni isolazioniste in politica estera ed è francamente difficile possa scegliere di appoggiarlo incondizionatamente.
Trump adesso dovrĂ  cercare di compattare il GOP dietro la propria insegna, facendo i conti con una compagine profondamente spaccata e divisa, cui è assolutamente necessario conferire nuovo collante. In tal senso, il magnate dovrĂ  iniziare a intervenire sul programma, rendendo noti anche i suoi progetti per la vicepresidenza e la Corte Suprema. E proprio la questione del vice potrebbe rivelarsi dirimente. Nei giorni scorsi, l’ex sindaco di New York e consigliere ufficioso di Trump, Rudy Giuliani, ha avanzato i nomi di John Kasich o Condoleezza Rice. Secondo altri, il magnate potrebbe scegliere il governatore del New Jersey, Chris Christie.
E intanto, nel GOP, la “guerra civile” potrebbe esplodere da un momento all’altro. Ma front runner, sotto certi aspetti, può comunque tirare un sospiro di sollievo: non solo per la nomination, ma anche perchĂ© – dopo l’Indiana – anche in casa democratica non dormono piĂą sonni tanto tranquilli.

Stefano Graziosi

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Il 10 maggio si voterà in West Virginia [/box]

Foto: Gage Skidmore

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Stefano Graziosi
Stefano Graziosi

Nato a Roma nel 1990, mi sono laureato in Filosofia politica con una tesi sul pensiero di Leo Strauss. Collaboro con varie testate, occupandomi prevalentemente di politica americana. In particolare, studio le articolazioni ideologiche in seno al Partito Repubblicano statunitense.

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