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Trump: il grande assente che domina la scena

In 3 sorsi – Settimo dibattito repubblicano. Un grande assente: Trump. Il front-runner, questa volta, ha deciso di non partecipare al dibattito, che ha avuto luogo quattro giorni prima delle elezioni dell’Iowa, Stato che aprirĂ  le presidenziali in tutti gli Stati Uniti. PerchĂ© Trump non si è presentato? Quanto questa decisione ha pesato sul dibattito? 

1. LA DECISIONE – Gli avversari di Trump si sono sfidati per il settimo dibattito all’Iowa Center di Des Moines, ma il grande assente, questa volta, è stato proprio lui. La motivazione ufficiale è il litigio con la moderatrice Megyn Kelly, giornalista di Fox News, accusata da Trump di avergli posto domande scomode nel dibattito dello scorso agosto. La Fox ha risposto accusando Trump di aver chiesto 5 milioni di dollari per una delle sue charity in cambio della sua partecipazione al dibattito, ma il magnate ha negato. La decisione è stata criticata da molti, specie dai giornalisti, i quali hanno considerato inaccettabile la mancata partecipazione a un dibattito pubblico a causa di un diverbio con una moderatrice – definita sopravvalutata da Trump, che sempre ad agosto, la insultò perfino usando frasi sessiste. Ma diciamocelo: non tutti siamo davvero convinti che Trump non abbia partecipato al dibattito per “paura” di una giornalista (per quanto preparata) di Fox News e/o per mostrare la sua irritazione nei confronti del Network. Trump ha voluto dimostrare che il dibattito, in sua assenza, non regge, che il protagonista è lui e lo rimane anche quando non si presenta. Ha voluto aumentare la propria visibilitĂ  rischiando, facendo in modo che il focus principale dei candidati fosse la sua assenza. Un gesto coraggioso e ben pensato, coronato dall’organizzazione – con copertura televisiva da parte un’altra emittente – di una raccolta fondi a pochi chilometri dall’Iowa Center, in cui ha raccolto 5 milioni di dollari (piĂą un milione donato di tasca sua) per i veterani; l’iniziativa ha creato una lunga fila di persone interessate a vederlo e sentirlo parlare. All’evento hanno partecipato, oltre a sua figlia Ivanka, Rick Santorum e Mike Huckabee, i due candidati repubblicani vincitori degli ultimi due caucus in Iowa ma esclusi dall’attuale dibattito ufficiale per non aver raggiunto il numero minimo di preferenze necessario. Una mossa politica audace e ben studiata, che rileva lo stile aggressivo e determinato tipico della campagna elettorale di Donald Trump.

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Fig. 1 – Consensi in salita per Donald Trump

2. IL SUCCESSO DELLA STRATEGIA – I giornalisti pensavano che questo gesto estremo avrebbe penalizzato Trump, invece è avvenuto il contrario. Il dibattito non è stato coinvolgente e la prima cosa su cui ci si è focalizzati è stata l’assenza del magnate, messa a fuoco proprio dalla moderatrice, la quale ha subito chiesto ai candidati cosa pensassero della decisione del re del mattone di New York. I candidati non hanno brillato, non hanno interessato il pubblico e questo ha sottolineato ulteriormente l’assenza dello showman. I social network, inoltre, hanno bollato il dibattito come “una noia”. Trump ha dominato la sfida tra i candidati senza neanche parteciparvi, e i media si sono occupati quasi solo della sua assenza. Il front-runner si posiziona, così, al 36% delle preferenze dei cittadini dell’Iowa, seguito da Ted Cruz, secondo classificato con il 26%. I candidati si sono ritrovati a criticare e prendere in giro Trump, approfittando della sua assenza. Primo fra tutti Cruz, il quale ha preso il suo posto dichiarando scherzosamente: «Let me say, I’m a maniac, and everyone on this stage is stupid, fat, and ugly, and Ben, you’re a terrible surgeon. Now that we’ve gotten the Donald Trump portion out of the way, I want to thank everyone..[..]». Cruz ha continuato la fase scherzosa del dibattito dicendo che sentiva la mancanza del suo «teddy bear», ovvia ripresa degli insulti sempre a lui rivolti da Trump, giocando sul nome di Cruz (Ted), considerato non adatto a fare il Presidente e di carattere particolarmente debole. Insomma, il fantasma di Trump ha dominato la scena.

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Fig. 2 – Ted Cruz ha cercato di approfittare dell’assenza di Trump per scalzarlo dal primo posto nei sondaggi

3. IL RESTO DEL DIBATTITO – Lasciando da parte la questione Trump, il dibattito si è focalizzato sulla sicurezza, sull’economia, sull’immigrazione e sulla politica estera: Obama è stato accusato di aver ridotto l’apparato militare degli USA e di non armare sufficientemente i curdi in Siria, mentre Cruz ha invocato bombardamenti a tappeto sull’ISIS. Non sono mancate, però, le gaffe: le piĂą evidenti sono state quelle di Rubio e Cruz, i quali hanno confuso le carte sull’immigrazione irregolare, e quella di Chris Christie, il quale ha affermato che la paga degli operai edili è diminuita negli ultimi otto anni – quando invece è aumentata del 15%. I vincitori del dibattito sono stati considerati Paul e Bush, mentre John Kasich, il governatore dell’Ohio, cresce nei sondaggi per le primarie del New Hampshire dell’8 febbraio, soprattutto dopo la difesa dell’espansione di Medicaid, un programma federale sanitario che aiuta le famiglie con un reddito molto basso. Riassumendo, sembra che il dibattito sia stato pacato e senza troppi colpi di scena, dimostrando che senza Trump lo show stenta a decollare.

Giulia Mizzon

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Cliccando su questo link troverete i video delle parti piĂą interessanti del dibattito. [/box]

 

Foto: Gage Skidmore

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Giulia Mizzon
Giulia Mizzon

Nata a Imperia nel 1992, laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’UniversitĂ  Cattolica di Milano. Affascinata dalle dinamiche della politica internazionale, frequento un Master in International Relations all’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Confesso di essere un’amante degli States, sempre presenti nei miei programmi futuri, e una lettrice accanita di qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

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