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Il Falcon è atterrato

AstroCaffèLa SpaceX è riuscita a  far atterrare integro il primo stadio del razzo Falcon-9 dopo il lancio di ritorno al volo dopo il fallimento dello scorso 28 giugno. L’impresa avrà notevoli conseguenze tecnologiche e commerciali.

L’ATTERRAGGIO – Il decollo del vettore Falcon-9 v.1.1 dell’azienda SpaceX è avvenuto alle 20.29 PM locali dalla Cape Canaveral Air Force Station in Florida. Il carico trasportato era costituito da sei satelliti per telecomunicazioni dell’azienda Orbcomm. Il volo è stato regolare e la missione principale ha avuto successo. Tuttavia, l’attenzione era focalizzata sull’obiettivo secondario del lancio: il rientro controllato e atterraggio del primo stadio del razzo su una piazzola predisposta alla Cape Canaveral Air Force Station. Il recupero del primo stadio del vettore è in corso di sperimentazione da circa un anno. Precedentemente a questo lancio i risultati erano stati parzialmente sufficienti: il primo stadio era riuscito ad arrivare sulla piattaforma senza equipaggio ancorata appositamente a largo della costa della Florida, senza mai riuscire a completare l’atterraggio. Questa volta la manovra è stata un successo completo: dopo il distacco, lo stadio ha cambiato assetto tramite attuatori propulsi a gas freddo e ha riacceso i motori principali tre volte per portarsi in traiettoria e atterrare verticalmente sulla piazzola.

Video 1 – L’atterraggio del primo stadio del vettore Falcon-9 e l’entusiasmo nel centro di controllo missione della SpaceX

UN SUCCESSO SOTTO VARI ASPETTI – In questo successo della SpaceX c’è di tutto: sfida tecnologica, sfida commerciale e marketing. Nessun operatore di razzi orbitali era riuscito finora a compiere una manovra del genere recuperando intatta una parte del vettore (la NASA recuperava i razzi di spinta laterali a combustibile solido dello Space Shuttle, ma questi ammaravano nell’oceano frenati da paracadute e le loro condizioni non erano certo ottimali) e questo garantisce all’azienda un posto di primo piano sul mercato statunitense ed estero. La SpaceX mira infatti a vincere contratti di lancio sia per aziende private sia per agenzie spaziali e Governi (è ormai prossima la certificazione dell’USAF per i lanci dei satelliti per la difesa statunitense). I voli del Falcon-9 erano fermi dal 28 giugno scorso, quando un malfunzionamento nel secondo stadio del vettore aveva portato alla sua esplosione in volo e alla perdita del carico, costituito dal veicolo di rifornimento senza equipaggio Dragon. In questo caso, perciò, l’operazione di marketing è stata di tutto rispetto: nella missione di ritorno al volo, la dirigenza e i tecnici dell’azienda hanno deciso di tentare il rientro controllato del primo stadio non, come in precedenza, su una piattaforma ancorata a largo della Florida, ma direttamente alla base di lancio; l’azzardo è riuscito alla perfezione.

Video 2 – L’atterraggio del primo stadio del Falcon-9 visto dall’alto da un elicottero

UNA SFIDA AI CONCORRENTI – L’impresa (sì, è giusto definirla così) della SpaceX costituisce un messaggio inequivocabile alla concorrenza nazionale e internazionale. Sul piano statunitense, l’azienda ha dimostrato di poter costruire un razzo “all made in USA con una buona affidabilità e con costi contenuti, i quali sono destinati a scendere nel caso il recupero del primo stadio divenga una operazione di routine. Inoltre, i costi del futuro razzo Falcon Heavy, destinato a lanciare carichi pesanti anche oltre l’orbita terrestre, potranno essere ridotti in maniera sensibile, grazie al fatto che la prima fase del volo sarebbe propulsa da tre stadi del Falcon-9 affiancati l’un l’altro, i quali sarebbero tutti recuperati. A livello internazionale, SpaceX mette sotto pressione soprattutto il costruttore dei vettori europei della serie Ariane, ossia il consorzio Airbus-Safran, il quale sta sviluppando il nuovo vettore medio/pesante Ariane-6, pensato per ottimizzare la linea di produzione e abbattere i costi di lancio. Il consorzio, grazie al gestore dei lanci europeo Arianespace, gode di una non formale prelazione per quanto concerne i lanci istituzionali (governativi, civili e militari) europei, ma ciò non vale per i lanci commerciali. Inoltre, il successo tecnologico della SpaceX, i bassi costi di lancio e la prossima certificazione dell’USAF per i lanci della difesa potrebbero mettere in discussione anche la posizione di forza di Arianespace sui lanci governativi in Europa.

Cape Canaveral

Fig. 1 – La distanza tra la rampa di lancio e la piazzola di atterraggio per il Falcon-9 alla Cape Canaveral Air Force Station 

Emiliano Battisti

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più

Manovre per l’atterraggio – Sono state tre accensioni dei motori del primo stadio del razzo. La prima ha consentito di porre lo stadio in una traiettoria di ritorno verso la Cape Canaveral Air Force Station; la seconda ha iniziato la fase di frenata, completata dalla terza che ha consentito l’atterraggio verticale assistito da apposite “zampe” estese al momento opportuno.

Tweets al veleno – Il fondatore di Amazon e ora proprietario dell’azienda spaziale Blu Origin, Jeff Bezos, ha twittato al veleno a Elon Musk, proprietario della SpaceX, dopo l’atterraggio del primo stadio. Bezos ha infatti lasciato intendere a Musk di essere arrivato secondo, visto che a novembre il razzo sub-orbitale New Shepard della Blue Origin è riuscito a effettuare un volo e atterrare verticalmente su una piazzola preparata. Musk ha risposto sottolineando come il suo razzo Falcon-9 sia già operativo e in grado di portare carichi in orbita, mentre il New Shepard di Bezos non possiede questa capacità ed è ancora in fase sperimentale. [/box]

Foto: NASA Johnson

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Emiliano Battisti
Emiliano Battisti

Consulente per la comunicazione per un’azienda spaziale e Project Officer and Communications per OSDIFE, sono Segretario Generale e Direttore della comunicazione dell’APS Il Caffè Geopolitico e Coordinatore dei desk Nord America e Spazio. Ho pubblicato il libro “Storie Spaziali”.

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