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USA: il primo dibattito dei “Lefties”

In 3 sorsi – Il 13 ottobre 2015 i candidati del partito democratico statunitense si sono incontrati a Las Vegas in occasione del primo dei sei dibattiti organizzati dal Comitato Nazionale Democratico. L’obiettivo: discutere delle problematiche interne al Paese e di politica estera e guadagnare punti nella scalata verso la Casa Bianca. Presentato da Anderson Cooper, famoso giornalista della CNN, l’incontro dei candidati ha confermato la superioritĂ  retorica e l’alto livello dei consensi di cui godono Hillary Clinton e Bernie Sanders.

1. I CANDIDATI – La protagonista del dibattito è stata senza dubbio Hillary Clinton, giĂ  Segretario di Stato e senatrice, moglie dell’ex Presidente Bill Clinton. Hillary si posiziona prima nei sondaggi grazie alla sua superiore esperienza, notorietĂ  e competenza politico-economica. Inoltre, la maggioranza dell’elettorato democratico continua a ritenere che Clinton sia il candidato con le maggiori chance di vincere le elezioni presidenziali. Nonostante questo, Hillary ha dovuto faticare per tener testa a Bernie Sanders. Il senatore del Vermont, autodefinitosi socialista, è stato il secondo grande protagonista della notte del 13 ottobre, oscurando Jim Webb (ex militare, eroe di guerra ed ex senatore della Virginia), Lincoln Chafee (ex senatore e governatore del Rhode Island) e Martin O’Malley (ex governatore dello Stato del Maryland ed ex sindaco di Baltimora). Le difficoltĂ  incontrate sul palco di Las Vegas per questi ultimi candidati sono state evidenti: Webb si è caratterizzato per posizioni troppo moderate e conservatrici rispetto agli altri contendenti; Chafee ha confessato di aver votato in Senato, nel 1999, in favore della deregolamentazione delle banche (senza avere nessuna idea di cosa comportasse); O’Malley non è riuscito a sovrastare le pesanti critiche emerse dopo le rivolte di Baltimora, cittĂ  di cui è stato sindaco fino al 2007.

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Fig. 1 – Hillary Clinton è in pole position per la nomination democratica

2.  I TEMI – L’argomento certo più atteso è stato lo scandalo delle mail in cui Hillary è stata coinvolta. Clinton, infatti, era stata accusata di aver usato un server privato di posta elettronica, mentre era Segretario di Stato, per lo scambio d’informazioni delicatissime riguardo alla politica interna ed estera statunitense. Lo scambio di quest’ultime sarebbe dovuto avvenire tramite canali di comunicazione istituzionali per evitare la fuoriuscita di dettagli classificati. Stanco però dei soliti discorsi su scandali e accuse, Sanders ha preso le difese di Clinton, dichiarando che la campagna elettorale del partito democratico si dovrebbe concentrare su questioni diverse. Gli altri grandi temi affrontati durante il dibattito sono stati l’economia e la politica estera. Sanders ha difeso le proprie posizioni socialiste, proponendo di ridurre il potere delle banche, alzare le tasse per i più ricchi, garantire l’assistenza sanitaria e l’accesso al college gratuito per tutti. Clinton ha dato il suo meglio nella parte del dibattito consacrato alla politica estera, ponendo l’accento sulla sua volontà di un maggiore interventismo nel Medioriente, specie in Siria (magari attraverso la creazione di una no-fly zone) e in Iraq. Hillary è stata però contestata dai suoi avversari, i quali l’hanno accusata di usare la guerra come strumento di politica estera. Anche l’argomento tanto scottante e mai così attuale delle armi è stato preso in considerazione, ma in questo caso tutti i candidati sono rimasti in linea con le opinioni dell’attuale Presidente Obama: la lobby delle armi va indebolita e il possesso di queste deve essere regolato in maniera più rigida. Si è parlato, seppur di sfuggita, di marijuana, questioni razziali, politiche di sorveglianza della National Security Agency (NSA), inquinamento e cambiamento climatico.

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Fig. 2 – A destra di Clinton Bernie Sanders, l’unico che sembra in grado di impensierirla  

3. LA VINCITRICE – I sondaggi e l’opinione pubblica parlano chiaro: nonostante Sanders abbia stupito gli Stati Uniti tenendo testa a Clinton, è stata quest’ultima a uscire vincitrice dal dibattito. Amata dal pubblico e sempre presente sulla scena nazionale (ha perfino recitato in uno sketch del famosissimo programma comedy “Saturday Night Live”), Hillary si è dimostrata in linea con gli ideali del partito democratico. Anche la notizia della decisione di non candidarsi del vice Presidente Joe Biden non ha fatto altro che agevolare ulteriormente il cammino di Clinton verso la nomination presidenziale. Biden sarebbe stato il suo vero grande avversario, poichĂ© il vice Presidente, durante l’esercizio della sua carica, è riuscito a farsi conoscere e apprezzare dal popolo statunitense. Ora la scelta per l’elettorato è ardua: votare il candidato con maggiore esperienza e la prima donna a diventare Presidente, senza però distaccarsi troppo dal passato? O sostituire l’esperienza con le idee socialiste e progressiste dei nuovi candidati? Il prossimo dibattito dei democratici si terrĂ  il 14 novembre a Des Moines, in Iowa, e i candidati dovranno sfruttare questa e le prossime occasioni per conquistare definitivamente i votanti.

Giulia Mizzon

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Cliccando su questo link è possibile trovare l’intero dibattito del partito democratico. [/box]

Foto: mlangsam2004

Foto: Angela Radulescu

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Giulia Mizzon
Giulia Mizzon

Nata a Imperia nel 1992, laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’UniversitĂ  Cattolica di Milano. Affascinata dalle dinamiche della politica internazionale, frequento un Master in International Relations all’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Confesso di essere un’amante degli States, sempre presenti nei miei programmi futuri, e una lettrice accanita di qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

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