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La dura legge del gol

A poco più di un mese dall’inizio di UEFA Euro 2012 è scoppiato in Ucraina un caso che rischia di mandare in fumo gli sforzi del Paese nell’intento di ospitare il grande evento sportivo; il caso è quello ben noto dell’ex-primo ministro ucraino, leader della Rivoluzione Arancione, Yulia Tymoshenko. Ma al contrario di quanto emergerebbe dall’improvvisa attenzione dei media per quanto sta avvenendo, la faccenda si protrae da tempo e le tensioni tra Paesi europei ed Ucraina non derivano semplicemente dalla, alquanto nobile ma spesso di copertura, aspirazione alla tutela dei diritti umani: a seguito del cambio di governo nelle elezioni del 2010 l’Ucraina ha effettuato un deciso cambio di rotta nella propria politica estera e di difesa e ciò ha inevitabilmente ferito i sentimenti della NATO ed in particolare della Germania.

ROUTINE CARCERARIA – La principale preoccupazione della comunità internazionale sono le condizioni di salute di Tymoshenko, che da dodici giorni continua nel suo sciopero della fame, iniziato per protestare contro le percosse subite dai secondini del carcere di Kharkiv: la ragione di tale trattamento fu obbligarla a ricevere cure ospedaliere per problemi alla schiena che l’ex-primo ministro lamenta dall’ottobre scorso, data di inizio del suo periodo di detenzione; l’uso della forza si è “reso necessario” poiché la detenuta si è sempre rifiutata di farsi curare da medici suoi connazionali, temendo che potessero avvelenarla. Ed è a questo punto che le attenzioni tedesche si fanno sentire particolarmente.

CARITATEVOLE GERMANIA – Dunque, perché la bella Yulia non rimanesse senza cure, il Governo tedesco ha offerto un team medico che l’ha già visitata diverse volte; un feeling particolare quello tra Tymoshenko e Bundesrepublik che si è spinto fino alla richiesta dei medici di poterla curare nelle strutture adeguate della Repubblica Federale: richiesta alquanto curiosa dato il “significato politico” incarnato dal precedente Capo di Governo ucraino (che è vista come leader dell’opposizione al Governo di Yanukovich), specie se si sottolinea la contemporanea offerta di asilo politico al marito Oleksander da parte della Repubblica Ceca. Ma a cosa è legata, quindi, tutta questa attenzione alla situazione interna del Paese slavo?

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IL PRESSING E' ALTO – Molti Paesi europei stanno ora premendo perché Tymoshenko venga al più presto rilasciata: per cominciare 5 presidenti (quelli di Austria, Germania, Italia, Repubblica Ceca e Slovenia) hanno annullato la partecipazione ad un vertice a Yalta fissato per l’11 e 12 maggio, mentre un sesto, quello estone, è in forse; il Presidente ceco Klaus ha annullato una visita prevista sempre in maggio e molte sono anche le dichiarazioni di esponenti della politica nazionale, specie di quella tedesca. Il Ministro all’ambiente Norbert Röttgen ha dichiarato che “visite di ministri o primi ministri in Ucraina sono fuori discussione date le attuali condizioni” e che Yulia Tymoshenko “deve essere rilasciata immediatamente”, mentre il vice ministro allo sviluppo Gudrun Kopp ha dichiarato che potrebbe rendersi necessario ospitare il campionato europeo soltanto in Polonia o, in alternativa, in Polonia ed in un terzo Stato… E se questo terzo Stato fosse quello tedesco? Sicuramente la privazione degli Europei sarebbe un forte incentivo per il Governo Yanukovich alla scarcerazione di una detenuta da molti considerata in carcere a seguito di accuse formulate ad hoc, ma il tornaconto economico per lo Stato tedesco non sarebbe indifferente.

LA DIFESA UCRAINA VACILLA – Gli effetti di questo pressing si fanno già sentire: l’udienza del tribunale sul caso Tymoshenko, che potrebbe prolungare la detenzione fino al 2023 a causa di nuove accuse da imputarle, è stata rimandata e lo sarà fino a che le condizioni di salute non saranno migliorate. Ma le pressioni che il Governo ucraino subisce potrebbero anche essere volte ad un altro obiettivo: la destabilizzazione del Presidente Yanukovich, l’artefice del cambio di rotta della politica estera del Paese. Se durante i governi Tymoshenko il “granaio d’Europa” si era decisamente avvicinato all’UE ed alla NATO, tanto da far ipotizzare l’adesione ad entrambe le organizzazioni, ora con il nuovo Governo l’Ucraina ha riscoperto la propria identità slava ed ha attuato una distensione delle relazioni con la Russia non indifferente, calorosamente accolta dalla Federazione; i rapporti tra Yanukovich e Putin sono cordiali ed è previsto l’invio di alti rappresentanti ucraini per la cerimonia di insediamento del neo-rieletto presidente russo. L’Ucraina è dunque terra di scontro tra gli interessi russi e quelli euro-atlantici di UE e NATO: quest’ultima è da tempo che guarda al Mar Nero, tanto che già nel 2004 l’alleanza si è allargata a Romania, Bulgaria e repubbliche baltiche (Paesi di estremo interesse per gli USA ed i loro progetti data la collocazione geografica), erodendo così quella che prima era un’indiscussa sfera di influenza russa. Se non fosse stato poi per la crisi georgiana del 2008 la NATO avrebbe gradito enormemente poter includere dentro sé Ucraina (allora governata da Tymoshenko) e Georgia, ma i segnali lanciati dalla Russia sono stati palesi e il filo-russo Yanukovich si trova ora, dopo aver riallineato il proprio Paese con l’ingombrante vicino, stretto tra gli interessi strategici euro-americani e russi. Dopo il 2008 e l’elezione di Yanukovich nel 2010 la partita Russia-NATO registra un 1-0, ma non è da scartare l’idea che, nell’ipotesi di un indebolimento della posizione dell’attuale Presidente ucraino, il risultato possa diventare un 1-1.

Matteo Zerini redazione@ilcaffegeopolitico.net

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Matteo Zerini
Matteo Zerini

Laureato magistrale in Relazioni Internazionali presso la Statale di Milano, frequento ora il master Science & Security presso il King’s College di Londra. Mi interesso soprattutto di quanto avviene in Europa orientale, Russia in particolare, e di disarmo e proliferazione, specie delle armi di distruzione di massa.

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