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Più crisi, più Europa

Che la crisi ucraina e le tensioni con la Russia stiano rinsaldando le fondamenta dell’Unione Europea?

FORNITURE E PREZZI – L’ipotesi, all’indomani di ripetute riunioni di crisi dell’Eurogruppo per mantenere la Grecia nella moneta unica, sembra piuttosto irreale. Eppure, è questa la strategia emersa in Commissione Europea per garantire la sicurezza energetica del Vecchio Continente. Con Putin arbitro delle forniture del gas all’Europa, l’Unione ha lanciato, martedì 24 febbraio, una sorta di road map che include diversi fattori chiave dal gas alle rinnovabili, dai trasporti all’edilizia. L’indice italiano dei titoli energetici (FTSE petrolio e gas naturale) sembra reagire bene con un timido rialzo dopo 6 mesi di rosso in cui la performance globale è stata di -14,89%. Le quotazioni del gas naturale risentono, ovviamente, delle notizie di giornata e l’andamento dei prezzi continua a essere altalenante. Il grafico odierno del broker IG mostra numerosi picchi anche nel corso della stessa giornata.

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RUSSIA E OLTRE – Secondo il piano, salutato dal vicepresidente della Commissione Ue Maros Sefcovic come “il progetto politico più ambizioso dalla creazione della CECA” (la Comunità europea del carbone e dell’acciaio fondata nel 1952), nei prossimi 5 anni Bruxelles dovrebbe tornare alle origini, cercando di mettere insieme le risorse energetiche dei 28 stati membri per arrivare a un mercato europeo unico dell’energia. Quale ruolo per la Russia? Il commissario europeo all’energia Miguel Canete è stato chiaro, dichiarando la volontà che “la Russia continui a essere un nostro partner”, pur evidenziando di voler diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. E nel documento di Bruxelles si sottolinea la priorità agli accordi con Algeria, Turchia, Azerbaigian, Turkmenistan, Norvegia, Medio Oriente, Africa. Un ruolo chiave lo avrà quindi il gas naturale liquefatto (Lng) su cui Bruxelles presenterà un piano. Centrale è la creazione di hub del gas, uno a Est dove in corsa sono Bulgaria e Grecia, e uno nel Mediterraneo dove a contendersi il ruolo sono Italia e Spagna. Certo, bisognerà aspettare l’evoluzione del caso greco per capire se Alexis Tsipras vorrà partecipare al progetto. Lui che, nel frattempo, è sempre più corteggiato dalla Russia di Putin.

Simona Pizzuti

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