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"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Meno male che è finito…

Il Giro del Mondo in 30 Caffè 2012 – Nel nostro speciale, riassiumiamo gli eventi del 2011 in due puntate. L’anno che ci siamo lasciati alle spalle ha segnato profondi cambiamenti nel modo di intendere le relazioni internazionali e la comunità globale nel suo insieme. Con la crisi economica che sferza sull’Europa, gli Stati Uniti alle prese con il ritiro dall’Iraq e la guerra infinita in Afghanistan lo scenario è totalmente cambiato mettendo l’accento sulla regione asiatica e sui focolai di crisi politica nel continente africano. Il tutto accompagnato da disastri ambientali, scandali diplomatici e la scomparsa di figure politiche di rilievo che segnano profondamente i giorni del 2011

EUROPA

GRECIA – Con il downgrading del giudizio sulla tenuta del debito ellenico la Grecia attraversa uno dei momenti più bui della sua storia ottenendo la maglia nera tra le economie europee. Anni di gestione finanziaria sprovveduta, conti pubblici truccati a tavolino costringono il governo a guida socialista del premier Giorgios Papandreu a tagli drastici e manovre draconiane, mentre scioperi e proteste studentesche militarizzano la culla della civiltà. La BCE, l’UE e l’FMI impongono misure di rigore e disciplina tramite una politica di supervisione finanziaria per mezzo della famigerata troicka, ma Papandreu teme la vertiginosa perdita di consenso e promuove un referendum sugli aiuti di Bruxelles. Poco dopo l’annuncio il figlio d’arte rassegna le dimissioni e inizia la girandola di consultazioni politiche che porteranno l’ex vicepresidente della BCE Lucas Papademos a guidare un governo di transizione, mentre il paese attraversa momenti di tensione sociale altissima.

ITALIA – Il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi rassegna le dimissioni dalla carica di capo del governo nei giorni più bui per la borsa di Piazza Affari, mentre lo spread tra Btp e Bund tedeschi raggiunge il picco di massima allerta. Non erano bastati in precedenza ripetuti scandali politico-sessuali che coinvolgevano la sua persona o il suo partito. La verità, dura da accettare tuttora, è che né l’opinione pubblica, né l’opposizione, paralizzata da continue lotte intestine, né le varie inchieste della magistratura sono riuscite ad ostacolare l’opera di quella che resterà una delle figure più controverse della storia della Repubblica italiana. Parallelamente gli italiani ritrovano un po’ di fiducia nelle Istituzioni grazie all’ascesa del carisma del Capo dello Stato Giorgio Napolitano celebrato dal New York Times con il titolo “King Giorgio”. Grazie alla sua opera di diplomazia interna Roma inaugura un nuovo governo di tecnici-professori guidato dal due volte Commissario Europeo Mario Monti che assume l’onere o l’onore di attuare tagli e riforme impensabili per i Partiti tramite l’approvazione del decreto “Salva-Italia”.

ASSE LONDRA-PARIGI-BERLINO – Con il governo di Roma escluso dai meeting dei grandi di Bruxelles rimangono Regno Unito, Francia e Germania a guidare la triremi europea nel mezzo della bufera della crisi economica. Proposte di euro-bond, ripensamenti repentini sull’eurozona, il cambio di vertice alla BCE Trichet-Draghi e il flag-waving tra i vari membri appaiono ai commentatori, soprattutto agli euroscettici, i primi segnali del collasso dell’Unione. Il Consiglio Europeo del 9 Dicembre segna la svolta delle sorti dell’asse tripartito, il premier inglese David Cameron rifiuta di aderire al Fiscal Compact, il piano di riduzione dei debiti sovrani, rompendo l’alleanza con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, intanto grazie alla credibilità europea di Mario Monti l’Italia torna a tutti gli effetti nel consesso di Bruxelles. 

SERBIA – In seguito ad una segnalazione anonima viene arrestato nella periferia di Belgrado il sospetto criminale di guerra Ratko Mladic ex comandante dell’esercito serbo-bosniaco, che aveva passato gli ultimi 15 anni da primula rossa. Le accuse di genocidio, crimini contro l’umanità e violazioni ripetute al diritto dei conflitti armati non gli avevano impedito di condurre un’esistenza tranquilla sotto falso nome. Agli inizi di giugno “il boia di Srebrenica” viene estradato all’Aia presso il Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Iugoslavia (ICTY). Tra i primi a preannunciarne le sorti, il 20 luglio, anche l’ultimo degli imputati latitanti del tribunale, Goran Hadzic, ex Presidente dell’autoproclamatasi Repubblica Serba di Krajina viene catturato dalla polizia serba. Si chiude così un capitolo buio del ritorno alla normalità nella regione, grazie all’eliminazione di due delle ultime cause che chiudevano a Belgrado le porte per l’adesione all’UE.

AMERICHE STATI UNITI – Mentre gli States assistono al più grande concerto di disastri ambientali di dimensioni bibliche all’interno del loro territorio, è la politica economica sommata all’aumento dei tassi di disoccupazione ad insidiare l’amministrazione Obama. L’anno che precede le presidenziali 2012 vede il colosso americano sovrastato dalla marcia inesorabile del debito nazionale giunto al sorpasso del limite imposto per legge di 14.294 miliardi di dollari. Il compromesso tra le forze politiche permette l’approvazione del Budget Bill da mille miliardi che salva l’America dallo shutdown federale. La strage di Tucson in cui perdono la vita sei persone lascia in vita il probabile obiettivo del gesto efferato, la deputata democratico al Congresso Gabrielle Giffords colpita alla testa da distanza ravvicinata. Il 14 maggio, il Capo del Fondo Monetario Internazionale, nonché probabile candidato socialista per le presidenziali francesi,Dominique Strauss Kahn viene arrestato per molestie sessuali in seguito all’accusa di una cameriera di servizio del Sofitel di Manhattan. Mesi di speculazioni e sospetti di complotto portano il procuratore generale Cyrus Vance alla decisione di non procedere all’accusa.

MESSICO – La guerra al narcotraffico e agli onnipotenti cartelli della droga raggiunge il picco di massima violenza mentre si scoprono fosse comuni contenenti più di duecento cadaveri al confine settentrionale. Centosei giornalisti brutalmente trucidati, 12.000 morti per gli undici cartelli i numeri più eclatanti della lotta per l’imposizione dello stato di diritto mentre un inspiegabile incidente aereo uccide il ministro dell’Interno Francisco Blake, baluardo della lotta contro il traffico di stupefacenti. Intanto inizia la campagna elettorale per le Presidenziali 2012 nel segno dello sfidante di Felipe Claderon, il candidato della sinistra messicana Andrés Manuel López Obrador già sconfitto nel 2008 con uno scarto dello 0,6%. I problemi socio-economici del paese rischiano di creare un mix esplosivo con il livello di violenza inaudita che scandisce la vita quotidiana dei suoi cittadini. 

CUBA – Il cambio della guardia tra Fidel e Raúl Castro continua a portare novità sostanziali nella politica un tempo monolitica dell’isla grande tramite aperture e liberalizzazioni a più riprese. Apertura agli investimenti esteri diretti, liberalizzazione del piccolo commercio, del mercato automobilistico e di quello immobiliare le novità inaspettate del progetto di reforma per condurre Cuba fuori dall’isolamento socialista che rischia di soffocarne le sorti. Non solo rose e fiori per Raùl però, con gli anziani del partito piuttosto contrariati dalla teoria della fase iniziale del socialismo tanto cara a Deng Xiaoping, la guida spirituale della modernizzazione cinese. Nonostante i progressi, inimmaginabili fino a un decennio fa, sono ancora molti i nodi da sciogliere, in primis la liberalizzazione politica, il rilascio definitivo di tutti i detenuti politici e lerelazioni problematiche con il gigante statunitense

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AFRICA SOMALIA – Nei vent’anni che hanno segnato il fallimento dello Stato somalo, il 2011 segnerà probabilmente il baratro per lo stato del Corno d’Africa. Nonostante la diminuzione del 50% degli attacchi compiuti con successo da parte dei pirati che infestano il Golfo di Aden e l’Oceano Indiano, lo spettro mortale della siccità travolge l’agricoltura e l’allevamento di sussistenza, già minata dal clima equatoriale e dalla perenne assenza di mezzi. Milioni di profughi affollano i confini fantasma in cerca di salvezza, mentre le milizie islamiche del movimento qaedista di Al-Shabaab assediano le poche riserve di generi primari disponibili. Alla siccità e alla carestia si affianca in Autunno l’intervento unilaterale delle Forze Armate keniote contro sequestri di stranieri e attentati condotti a Nairobi. Nel frattempo la Comunità Internazionale sembra essersi risvegliata dal disinteresse totale per il futuro del failed state per antonomasia. Ban Ki Moon promette l’apertura di un ufficio ONU a Mogadiscio mentre il Consiglio di Sicurezza studia sistemi di giustizia internazionale per il contrasto definitivo alla pirateria.

SUDAN DEL SUD – In seguito all’esito positivo del referendum elettorale del gennaio 2011 sulla secessione del Sud del paese da Khartoum, viene proclamato il 9 luglio il nuovo stato con capitale Giuba. L’ONU accoglie con favore l’esito positivo del percorso di pace iniziato con l’accordo di Naivasha del 2005 e il 193esimo dei suoi membri. La strada è però tutta in salita per il nuovo governo di Salva Kiir Mayardit che si trova a dover fronteggiare la quasi totale assenza di infrastrutture minime e la grave sperequazione della ricchezza tra i propri cittadini. Il paese è ricco di giacimenti petroliferi e di gas naturale ma la mancanza di uno sbocco diretto sul mare ne mina l’indipendenza nella gestione delle esportazioni attraverso il Mar Rosso. Le divisioni religiose tra musulmani e cattolici sommate alle tensioni etniche tra le diverse tribù pongono un pesante interrogativo sulla persistenza di un clima favorevole allo sviluppo e al progresso in un continente già straziato da povertà e violenza cieca.

ASIA GIAPPONE – L’11 Marzo il mondo si ferma mentre la prefettura di Miyagi viene devastata dal sisma più potente, 9 gradi della scala Richter, mai registrato nella regione che sposta l’asse terrestre di circa 17 centimetri. Ma la vera minaccia deve ancora rivelarsi, lo tsunami successivo al sisma colpisce la costa orientale radendo al suolo intere città e la centrale nucleare di vecchia generazione di Fukushima. I 4 reattori sono gravemente compromessi, nulla riesce a fermare la parziale fusione del nocciolo che contamina l’intera zona in un raggio di 30 km e l’Oceano Pacifico. Il 30 Agosto il governo del premier Naoto Kan si dimette in seguito alla rabbia destata dalle rivelazioni sulle mancate misure di sicurezza nel programma nucleare, grazie al sostegno del partito democratico Yoshihiko Noda diventa il settimo premier in sette anni. Il popolo del sol levante è chiamato a sforzi sovrumani per portare a termine la ricostruzione e tornare ai livelli di competitività del passato con il dragone cinese.

PAKISTAN – Nell’anno più difficile per le relazioni con il grande alleato statunitense, il Pakistan scopre il 2 Maggio di essere stato la patria dell’esilio segreto di Osama Bin Laden, fondatore di Al Qaeda e ricercato n°1 per l’attaco delle torri gemelle. Con un’operazione condotta da un’unità dei Navy Seals della marina americana nei pressi di Abbotabbad, Washington mette la parola fine alle minacce del suo nemico più scomodo. Le gravi violazioni al diritto internazionale e alla sovranità di Islamabad portano il governo di Asif Ali Zardari nell’occhio del ciclone, con le manifestazioni dei gruppi islamici che si moltiplicano a Peshawar e Karachi. Il 26 Novembre la notizia dell’uccisione di 24 guardie di frontiera in seguito ad un raid di elicotteri NATO rischia di sancire la fine dell’alleanza strategica con le truppe ISAF. Vengono chiusi i valichi per l’Afghanistan, fondamentali per l’approvvigionamento, la base aerea di Shamsi viene evacuata mentre la popolazione teme i famigerati droni più degli attentati a matrice islamica. A dicembre uno scandalo diplomatico riguardante una richiesta d’aiuto a Washington contro un eventuali coup dell’esercito porta Ali Zardari a Dubai per test e controlli medici, gli viene diagnosticato un piccolo infarto che lo tiene “al sicuro” fino alla fine del suo annus horribilis

COREA DEL NORD – Il 19 dicembre la notizia della morte del “caro leader” Kim Jong Il fa letteralmente il giro del mondo, mettendo in imbarazzo i servizi di sicurezza occidentali e di Seoul incapaci di cogliere segnali del fatto avvenuto 2 giorni prima. I funerali vengono celebrati da un fiume di milioni di fedeli che affollano Pyongyang nonostante il paese soffra la fame per la totale chiusura al commercio e agli aiuti internazionali. Lo scettro del potere passa al figlio sconosciuto Kim Jong Un che di certo ha tutto tranne che il fisique du rol per affrontare di petto le questioni aperte come i rapporti con la metà meridionale e la nebbia che avvolge il programma nucleare di Pyongyang. Il razzo a medio raggio sparato oltre le coste giapponesi è fortunatamente l’ultimo saluto per accompagnare nell’aldilà un autocrate di cui il mondo non sentirà sicuramente la mancanza. 

MYANMAR – Per il governo militare di Naypyidaw, l’anno appena trascorso sembra aver aperto nuovi scenari di distensione, con la legalizzazione della Lega Nazionale della Democrazia, il partito della paladina Aung San Suu Kyi e l’accordo di pace con le minoranze di etnia karen. In realtà il paese sembra essere il campo di battaglia tra il soft power statunitense che punta tutto sullo scenario asitaico per il futuro e la penetrazione economico-culturale di Pechino che vede l’ex Birmania come uno sbocco fondamentale per le merci del Sichuan e dello Yunnan. L’ex colonia britannica era nota un secolo fa per le enormi produzioni di riso, di cui era il maggior esportatore mondiale, ma i conflitti etnici, vent’anni di dittatura militare e una gestione sconsiderata del comparto economico ne hanno segnato la rovina. Oggi la patria di Aung San è classificata tra i paesi del quarto mondo secondo l’indice ONU e una svolta verso un maggiore grado di democrazia e libertà civile garantirebbe un impegno maggiore della comunità internazionale. (1.continua)

Fabio Stella redazione@ilcaffegeopolitico.net

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Fabio Stella
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Fresco di laurea in relazioni internazionali, con il sogno della carriera diplomatica nel cassetto, la voglia di nuovo e la curiosità l’hanno spinto per fare le valigie per l’estremo Oriente, da dove non sembra voler più tornare. Autore del “7 giorni in un ristretto” redige per voi il calendario della Comunità Internazionale ogni lunedì anticipandovi curiosità, scandali, intrighi e retroscena della geopolitica in ogni angolo del pianeta. Citazioni altisonanti e frasi ad effetto le sue armi “preferite” insieme all’ambizione di rimanere perennemente in equilibrio sul filo del rasoio delle previsioni “da sfera di cristallo”, con una tazzina di “caffè” rigorosamente “espresso” in mano.

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