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Fuga…di gas

Qual è la verità sul mercato del gas naturale? L'Europa è davvero condannata per il futuro a dipendere in maniera esclusiva dalla Russia per soddisfare il proprio fabbisogno energetico? In realtà, buona parte di questa partita sarà giocata tra la Cina e la Turchia. Lo spiega Stefano Casertano in “Oro Blu – La contesa del gas tra Cina, Russia ed Europa”, pubblicato da Fuoco Edizioni. Un interessante viaggio nella geopolitica degli idrocarburi

IL GAS CONTESO – Cosa succederebbe se la Russia decidesse di “chiudere i rubinetti” e di bloccare il flusso di gas naturale in transito dall'Ucraina e diretto ai Paesi dell'Europa occidentale? Rischieremmo davvero di rimanere al freddo, come evocato dai principali mezzi di comunicazione quando, in passato, i dissidi diplomatici tra Mosca e Kiev avevano indotto la prima ad interrompere temporaneamente la fornitura di gas verso ovest? Le cose non stanno proprio così, e la realtà è più complessa di quanto viene solitamente descritto. Se vi interessa sapere qual è la reale situazione per quanto riguarda la geopolitica del gas, vi consigliamo la lettura di “Oro Blu – La contesa del gas tra Cina, Russia ed Europa”, (Fuoco Edizioni, 13 €), scritto da Stefano Casertano, docente di Economia delle risorse energetiche presso l'Università di Potsdam, in Germania. In questo breve, ma illuminante volume, troverete una descrizione lucida, approfondita e completa del mercato del gas che interessa l'area euroasiatica. OCCHIO ALLA TURCHIA… – Il filo conduttore del libro è la presunta dipendenza, che in futuro diventerebbe pressochè esclusiva, dal gas naturale russo, che sarebbe vitale per garantire l'approvvigionamento energetico dell'Europa dal momento che le riserve continentali, situate soprattutto nel mare del Nord, al largo della Norvegia, sono in via di progressivo esaurimento. Mosca è effettivamente il principale produttore mondiale di gas naturale e la disponibilità attuale non pare in via di diminuzione, almeno nel medio periodo. Negli scorsi anni sono stati studiati, e sono in via di realizzazione, progetti alternativi ai gasdotti in arrivo dalla Russia attraverso l'Ucraina e che consentirebbero così di “bypassare” quest'ultima per rafforzare la sicurezza energetica europea. Si tratta di South Stream e Nabucco, pipelines provenienti da Russia e Asia Centrale che garantirebbero una diversificazione delle fonti di fornitura energetica. In quest'ottica, la Turchia si troverebbe ad essere un nodo geopolitico cruciale, dal momento che il tragitto di South Stream, gasdotto in grado di trasportare 60 miliardi di metri cubi di gas all'anno, e anche quello di Nabucco (progetto però ancora in fase di definizione), passerebbero proprio dal Bosforo. Ankara, che sta crescendo molto anche dal punto di vista economico, si troverebbe dunque a contare sempre di più nei confronti dell'Europa, godendo perciò anche di un potere negoziale più forte.

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E ALLA CINA – Un altro attore da tenere sott'occhio sarà invece la Cina, non come hub alternativo per la fornitura di energia bensì come colei che potrebbe sottrarre una importante quantità di gas. La sete energetica di Pechino è infatti in continuo aumento e, sebbene al momento il gigante asiatico soddisfi ancora buona parte della propria domanda energetica tramite il carbone, la richiesta di gas è in forte crescita e si presume che aumenti in maniera esponenziale soprattutto tra il 2015 e il 2025. Due fattori andranno tenuti sotto controllo: il rallentamento dell'economia europea e l'intraprendenza economica della Cina in Europa orientale. La stagnazione in area UE non farà infatti crescere la domanda di gas, facendo in modo che la Russia guardi con favore al più “assetato” cliente a Est. Inoltre, Pechino sta intessendo una fitta rete di rapporti diplomatici in Europa orientale tramite investimenti e prestiti ai Governi: tali Stati, come Moldavia e Ucraina, sono situati lungo il percorso dei gasdotti in arrivo dalla Russia e potrebbero in futuro ostacolare l'arrivo di “oro blu” in Europa, come ipotizzato dall'autore. Insomma, l'Occidente non appare al momento minacciato da possibili crisi energetiche. Per il medio-lungo periodo, però, ci potrebbe essere da rabbrividire. Di freddo. Davide Tentori redazione@ilcaffegeopolitico.net

 

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Davide Tentori
Davide Tentori

Sono nato a Varese nel 1984 e sono Dottore di Ricerca in Istituzioni e Politiche presso l’UniversitĂ  “Cattolica” di Milano con una tesi sullo sviluppo economico dell’Argentina dopo la crisi del 2001. Il Sudamerica rimane il mio primo amore, ma ragioni professionali mi hanno portato ad occuparmi di altre faccende: ho lavorato a Roma presso l’Ambasciata Britannica in qualitĂ  di Esperto di Politiche Commerciali ed ora sono Ricercatore presso l’Osservatorio Geoconomia di ISPI. In precedenza ho lavorato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dove mi sono occupato di G7 e G20, e a Londra come Research Associate presso il dipartimento di Economia Internazionale a Chatham House – The Royal Institute of International Affairs. Sono il Presidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del Desk Europa

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