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Nella testa del colonnello

Perché Gheddafi non si arrende? La risposta a questa domanda sembra impossibile da trovare: braccato in tutto il paese, cacciato dal suo rifugio nella capitale e con sempre meno truppe al suo fianco, tutto farebbe pensare alla resa come unica uscita per il Colonnello. Tutto ciò è vero solo se pensiamo con la nostra testa. Ma entriamo per un attimo nella sua

 

PROSPETTIVE DIVERSE – Ne avevamo giĂ  parlato per quanto riguardava il programma nucleare iraniano (v. Gli occhi degli altri): a volte è necessario osservare i fatti anche dal punto di vista avversario – anche se non lo condividiamo per nulla – per capirne i comportamenti. Nel caso di Gheddafi, sarebbe facile ascrivere il suo comportamento a un semplice delirio di onnipotenza; come spesso accade vi sono invece ragioni piĂą pratiche.

 

BATNA – Partiamo da un elemento molto comune in diplomazia: il concetto di “BATNA” (Best Alternative to a Negotiated Agreement). In breve e semplificando, si tratta semplicemente di capire quale alternativa una delle parti ritiene di avere se il negoziato dovesse raggiungere una situazione non accettabile. Ovvero: sono davvero costretto a negoziare? Oppure posso lasciare perdere il negoziato perché ho un’alternativa o linea d’azione che è migliore dell’accordo che vedo davanti a me?

Sembra complicato, ma un esempio pratico, al di fuori delle relazioni internazionali, può aiutarci a capire. Se sto comprando una casa e non riesco ad abbassare il prezzo quanto vorrei, che alternativa ho? Se tutte le altre case sul mercato costano troppo e rischio di rimanere in mezzo a una strada, questo è sicuramente meno allettante del dover pagare un po’ di più di quanto preventivato. In tal caso mi troverò costretto a cercare comunque un accordo anche se il prezzo risulterà un po’ più alto.

In questo caso il mio BATNA, la mia alternativa, ovvero il rimanere in mezzo alla strada, è debole… e se la mia controparte rimane inamovibile, potrei essere costretto ad accettare i suoi termini.

Nel caso invece la mia alternativa sia poter andare da un altro venditore per trattare per un’altra casa ugualmente valida, potrei ritenere questa opzione migliore del dover accettare ora un prezzo troppo alto. In questo caso il mio BATNA è piĂą forte e mi permetterĂ  di negoziare piĂą a cuor leggero e, nel caso, smettere anche di trattare per andare appunto a guardare altrove.

 

LE OPZIONI DI GHEDDAFI – Torniamo ora alle relazioni internazionali e alla Libia.

Gheddafi sa che se si arrende ogni trattativa risulterebbe molto negativa per lui. Accusato dal Tribunale Internazionale dell’Aia e con la prospettiva di una nuova Norimberga per lui e i figli in patria, l’esito più plausibile è il carcere a vita o molto più probabilmente la condanna a morte. Qualunque negoziato diretto porterebbe a questo. Del resto ammettere la sconfitta e andare in esilio volontario con un messaggio di termine di ostilità costituirebbe per lui un’umiliazione pubblica che non è nel suo carattere accettare.

Che alternativa ha allora? Qual è il suo BATNA? Gheddafi sa che il suo futuro se non si consegna è di fuga e lotta continua, ma magari anche di rifugio all’estero in uno dei paesi a lui amici. Inoltre, nella sua mentalità sempre attenta a una retorica di resistenza e di eroismo berbero, tutto questo contribuisce a fare di lui un simbolo tra i suoi sostenitori; quest’ultima possibilità forse è una speranza reale solo nella sua mente, ma comunque per lui risulta di vitale importanza.

 

SCELTA INEVITABILE – Per quanto tali prospettive di fuga e lotta perenne siano oggettivamente scarsamente appetibili, lo sono comunque di piĂą di una resa che lo condurrebbe alla morte o all’umiliazione. La fuga gli consente almeno la speranza di sopravvivere e, almeno nelle sue intenzioni, di un futuro ritorno al potere.

Il suo BATNA dunque, pur essendo molto discutibile, è per lui comunque migliore di qualunque risultato potrebbe ottenere consegnandosi.

Siamo dunque davvero sorpresi che non si sia ancora arreso? Il problema con Gheddafi, come notano alcuni giornali nostrani, è che l’accusa del tribunale dell’Aia, per quanto dovuta, ha chiuso la porta a ogni possibilità di resa.

 

Lorenzo Nannetti

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Lorenzo Nannetti

Nato a Bologna nel 1979, appassionato di storia militare e wargames fin da bambino, scrivo di Medio Oriente, Migrazioni, NATO, Affari Militari e Sicurezza Energetica per il Caffè Geopolitico, dove sono Senior Analyst e Responsabile Scientifico, cercando di spiegare che non si tratta solo di giocare con i soldatini. E dire che mi interesso pure di risoluzione dei conflitti… Per questo ho collaborato per oltre 6 anni con Wikistrat, network di analisti internazionali impegnato a svolgere simulazioni di geopolitica e relazioni internazionali per governi esteri, nella speranza prima o poi imparino a gestire meglio quello che succede nel mondo. Ora lo faccio anche col Caffè dove, oltre ai miei articoli, curo attività di formazione, conferenze e workshop su questi stessi temi.

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