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Tra Heron e Predator: APR israeliani e statunitensi in Europa

Miscela strategica – Nell’attesa della creazione di un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) di tipo MALE interamente europeo, prevista per il 2020, la maggior parte dei Paesi dell’Unione utilizza mezzi acquistati fuori dai confini europei, prevalentemente di produzione statunitense e israeliana.

GLI APR NELL’UNIONE EUROPEA – È ormai noto che gli aeromobili a pilotaggio remoto rappresentano un requisito operativo quasi imprescindibile per delle Forze Armate moderne ed efficienti. La maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea, conformandosi a tale idea, possiede da più o meno tempo dei velivoli a pilotaggio remoto. Nella maggior parte dei casi gli Stati europei utilizzano gli APR per compiti di sorveglianza, ricognizione e intelligence in territorio nazionale o sui teatri operativi esteri, se il Paese è impegnato in missioni internazionali (in quest’ultimo caso i mezzi sono usualmente impiegati per consentire alle truppe di avere una maggior consapevolezza della situazione presente al suolo). Sebbene diverse aziende europee siano impegnate – da sole o in consorzio – nello sviluppo e nella produzione di aeromobili a pilotaggio remoto, la maggior parte delle unità utilizzate all’interno dell’Unione è importata dagli Stati Uniti o da Israele.

IL BOOM DEGLI APR ISRAELIANI E STATUNITENSI – Gli Stati Uniti e Israele sono senza dubbio tra i principali Paesi produttori di aeromobili e pilotaggio remoto. Israele è considerato tra i pionieri degli APR, avendoli impiegati con compiti di sorveglianza in tempo reale, in modo “rudimentale” nella guerra dello Yom Kippur (1973) e in modo più estensivo nel conflitto contro il Libano del 1982; sebbene non siano disponibili dati ufficiali, si stima che il Paese sia il primo esportatore di APR a livello mondiale. Dal canto loro, gli Stati Uniti hanno utilizzato velivoli a pilotaggio remoto fin dai tempi del conflitto in Vietnam, in cui i primi APR a stelle e strisce totalizzarono 3400 sortite. Entrambi i Paesi vantano dunque una forte conoscenza ed esperienza dei mezzi: le industrie israeliane beneficiano di una forte interconnessione con l’esercito, gli USA traggono vantaggio dall’essere i principali utilizzatori di tali armamenti a livello mondiale.

http://en.wikipedia.org/wiki/AeroVironment_RQ-11_Raven#mediaviewer/File:RQ-11_Raven_1.jpg
Il lancio di un RQ-11 Raven.
Image credit: Sgt. 1st Class Michael Guillory, US Army

I MEZZI DI PRODUZIONE USA – L’APR di produzione statunitense maggiormente presente nel panorama europeo – ma che più in generale è considerato il primo a livello mondiale per diffusione – è l’RQ-11 Raven, prodotto dalla AeroVironment; all’interno dell’Unione è utilizzato da una decina di Paesi, tra cui l’Italia, la Spagna e Paesi Bassi, ma anche la Bulgaria e la Repubblica ceca. La Svezia e la Romania hanno preferito l’acquisto dell’RQ-7 Shadow prodotto dalla AAI Corporation, che è in dotazione anche alle Forze Armate italiane. Lo ScanEagle realizzato da Boeing-Insitu Group, è invece utilizzato dalle Forze Armate di Gran Bretagna, Polonia e Paesi Bassi; alla fine del 2013 la Marina Militare Italiana ha firmato un contratto di acquisizione di due aeromobili, con consegna prevista per l’anno corrente.

I MEZZI DI PRODUZIONE ISREALIANA – Anche i velivoli di produzione israeliana hanno una certa diffusione tra i Paesi dell’Unione. La Polonia e l’Irlanda utilizzano il mini-UAV Orbiter prodotto dalla Aeronautics Defense System, e la Finlandia ha recentemente siglato un contratto per la sua acquisizione; le Forze Armate belghe impiegano, con compiti prevalentemente di sorveglianza, il B-Hunter prodotto dalla Israel Aerospace Industries (IAI). Quest’ultima è produttrice del Searcher II, impiegato da Cipro e, nella versione Searcher MKIIJ, dalla Spagna. La Gran Bretagna utilizza invece l’APR Hermes 450 prodotto da Elbit System, che realizza anche il mini APR Skylark, in dotazione alle Forze Armate croate, slovacche, svedesi ed ungheresi.

http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Elbit_Skylark_Slovak_Air_Force.jpg
Uno Skylark prodotto da Elbit

I VELIVOLI CLASSE MALE – Gli aeromobili di classe MALE (Medium Altitude, Long Endurance) sono decisamente meno diffusi rispetto agli APR di dimensioni più contenute. Gli attuali detentori europei di tale tipo di velivoli sono ancora pochi (Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna), anche se alcuni stati (come l’Olanda) hanno già manifestato l’intenzione di dotarsi di tali mezzi nei prossimi anni. Entrando nel dettaglio dei sistemi posseduti, la Gran Bretagna e l’Italia si sono rivolte al mercato statunitense, acquisendo sia MQ-1 Predator che MQ-9 Reaper, entrambi prodotti dalla General Atomics. La Germania e la Francia, almeno in una prima fase, hanno invece scelto di approvvigionarsi sul mercato israeliano, acquistando aeromobili modello Heron prodotti da IAI (anche se, come verrà meglio descritto nel prossimo paragrafo, la Francia ha modificato l’originale). Entrambi i Paesi stanno però vagliando l’ipotesi di passare ad APR prodotti oltreoceano, e la Francia ha recentemente formalizzato l’acquisto di 12 MQ-9 Reaper, che dovrebbero essere consegnati entro il 2019.

PROVE DI SVILUPPO EUROPEO: GLI “IBRIDI” – Nell’attesa di consolidare una vera e propria produzione europea nel campo degli APR (alcuni Paesi impiegano degli aeromobili di loro produzione), sono stati avviati dei programmi per “personalizzare” i mezzi di provenienza statunitense ed israeliana grazie alla collaborazione con aziende europee. Gli esempi sono quelli del Ranger, prodotto dalla israeliana IAI in collaborazione con la svizzera Ruag e attualmente in dotazione alle Forze Armate finlandesi e il Watchkeeper WK450, prodotto in Gran Bretagna (che ne è anche l’utilizzatore) da una joint venture tra l’israeliana Elbit e la francese Thales. Per ciò che riguarda i velivoli a pilotaggio remoto di tipo MALE il caso di “ibrido” più emblematico è quello dell’Harfang impiegato dai francesi, nato dalla “personalizzazione” – operata dall’allora EADS-Cassidian, adesso Airbus Defence and Space – dell’Heron prodotto da IAI. Ulteriore programma che vede impegnata la Airbus Defence è la cooperazione con Northrop Grumann (USA) per lo sviluppo dell’Eurohawk da destinare alle Forze Armate tedesche; attualmente il programma è stato bloccato, ma non si possono escludere nuovi sviluppi.

LE SFIDE – La diminuzione dei costi per l’acquisizione di nuove tecnologie e la crescente rilevanza che gli APR hanno assunto in ambito militare fanno si che il numero di Paesi che tentano di entrare sul mercato sia in costante aumento. Se la produzione israeliana deve fare i conti con la saturazione del mercato interno, che la costringe ad esportare, e con i “problemi” che alcuni dei mezzi prodotti hanno creato ad acquirenti esteri (prima tra tutti la Francia), la vendita all’estero di APR statunitensi è complicata dalle procedure burocratiche, che prevedono l’autorizzazione del Congresso per qualsiasi vendita conclusa fuori dai confini nazionali. Solo il tempo potrà dire se gli “sfidanti” – uno dei quali potrebbe essere l’Unione Europea con il progetto MALE2020 – saranno in grado di inserirsi sul mercato e di conquistarlo.

Giulia Tilenni

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Giulia Tilenni
Giulia Tilenni

Laureata magistrale in Relazioni Internazionali a Bologna – dove ha anche completato il Master in Diplomazia e Politica Internazionale, che l’ha portata a Francoforte sul Meno per un tirocinio di ricerca di tre mesi. Dopo una tesi in Studi strategici che analizza l’intervento militare in Libia del 2011 e una ricerca sui velivoli a pilotaggio remoto, è entrata a far parte del Caffè Geopolitico nel team Miscela Strategica.

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