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Tante stelle, non solo calcio

E’ iniziata in Argentina la 43ª Copa America, il torneo calcistico per nazionali più importante del continente americano. Padroni di casa e Brasile sono i soliti favoriti, con Uruguay e Cile outsider di lusso. Ma questa Copa America è importante anche perché viene dopo i fatti seguiti all’evento sportivo più importante dell’anno in Argentina: la retrocessione del River Plate. Ed è inoltre un’ occasione per far girare l’ economia con i grandi introiti derivanti dalla ristrutturazione degli stadi, dalla vendita dei diritti tv e dagli sponsor.

UN EVENTO DI TUTTO IL PAESE – Molti sono gli spunti di questa edizione numero 43 della Copa America che si svolge dall'1 al 24 luglio in Argentina, dopo 24 anni dall’ultima volta nella patria di Maradona. A partire dal fatto che ci troviamo nel paese del giocatore più forte e rappresentativo del momento, Lionel Messi. Per questa edizione l’ Asociación del Futbòl Argentino (AFA) ha pensato bene di coinvolgere le autorità provinciali nell’organizzazione dell’evento così da distribuire gli incontri in maniera equilibrata nelle diverse province del paese, lasciando alla capitale Buenos Aires solo la finale. Così città come  La Plata, Córdoba, Santa Fe, Jujuy, San Juan, Mendoza e Salta vedranno le luci della ribalta e beneficeranno di una visibilità calcistica che generalmente è riservata alla Capital, vera patria del fùtbol argentino, con le due squadre più rappresentative, River Plate e Boca Juniors, e con la maggiore concentrazione di tifosi del paese.

STADI MESSI A NUOVO  – Un tema che ricorre sempre nell’organizzazione di competizioni sportive di questa importanza è quello degli stadi. I paesi ospitanti sono costretti a mettere mano al “monedero” (portafogli) per avviare una modernizzazione degli impianti, che devono essere ovviamente aggiornati agli standard qualitativi e di sicurezza richiesti dalla FIFA. Secondo Josè Luis Meiszner, presidente del Comitato Organizzatore di Argentina 2011 “c’è stato un grande contributo nazionale e delle diverse province sedi degli incontri. Senza questi contributi non sarebbe stato possibile avere gli stadi in condizioni ideali per la “Copa”. Il riferimento è al grande investimento in termini economici per la ristrutturazione degli stadi e la creazione di infrastrutture nelle città ospitanti.  Un’iniezione di denaro che viene a volte considerata uno spreco da parte delle pubbliche autorità ma che in realtà può rappresentare un’ occasione per incrementare il turismo in zone del paese solitamente poco visitate dagli stranieri.

L’ ATTENZIONE DEL MONDO – Altra fonte d’ ingresso economico rilevante per questa come per tutte le competizioni calcistiche è la grande attenzione mediatica attorno ai “campeones de la pelota. Si calcola che per questa edizione della Copa il circo sarà composto dalle tv di 210 paesi e si stima la presenza di circa 5.500 giornalisti accreditati. Senza contare che a stare incollati alla tv per seguire questa Argentina 2011 ci saranno circa 4.000 milioni di appassionati. Un bacino di utenza troppo ghiotto e per gli sponsor un’ occasione da non lasciarsi scappare.

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LA RETROCESSIONE DEL RIVER: UNO SPACCATO SOCIALE DEL TIFO ARGENTINO – L’ Argentina nel giro di pochi giorni è passata, calcisticamente parlando, dal pianto al riso. Infatti prima della gioia per l’ inizio di questa Copa America, il 25 giugno scorso buona parte degli argentini ha ricevuto lo shock della retrocessione della squadra più rappresentativa, il River Plate. La squadra bonaerense, la più titolata e antica del paese, ha subìto l’ onta della sua prima retrocessione dopo 110 anni di storia. Questo evento sportivo ha dato vita a violenti scontri  dentro e fuori dallo stadio Monumental di Buenos Aires e in altri quartieri della città tra la polizia e i famigerati barras bravas, ovvero gli ultrà del River. C’è un significato sociale oltre che economico e sportivo dietro questo evento sportivo, dato che gli scontri con le forze dell’ordine sono stati accompagnati da saccheggi a negozi e violenze di vario tipo perpetrate da un numero consistente di persone che fanno pensare ad un disagio che travalica i confini del tifo violento.                                                                                

Di fatto la violenza nel calcio ha radici ben più profonde e sarebbe riduttivo pensare che i barras bravas siano semplicemente dei tifosi esagitati. Il fenomeno del tifo organizzato in Argentina risale agli inizi del secolo ed è tradizionalmente il più antico dell’America Latina. Si pensi che il primo incidente storicamente rilevante in uno stadio argentino risale proprio alla prima edizione della Copa America nel 1916, in un incontro tra la stessa Argentina e l’ Uruguay. Da allora ai giorni nostri il fenomeno ha prodotto ben 249 vittime e un numero imprecisato di feriti. Ma le condanne per questi fatti di sangue sono stati puniti solo in 16 casi con delle condanne penali, dando così la dimensione di un fenomeno fuori controllo per lo Stato. La composizione dei diversi gruppi è eterogeneo, fatto di giovani ed adulti, molto spesso di estrazioni sociali diverse anche se prevale la rappresentanza della classe popolare. Negli ultimi decenni questi gruppi di tifosi violenti si sono “istituzionalizzati” e ad oggi possiamo annoverare le barras di Independiente,Newell's Old Boys , Boca Juniors e River Plate tra le più potenti. E non mancano gli intrecci economici con le dirigenze delle squadre e politici con le autorità locali che hanno consentito ai barras di inserirsi nella gestione del business dei biglietti delle partite, dei traffici illeciti della droga e delle scommesse clandestine. Allo stato dei fatti ben poco hanno potuto fare i governi che si sono succeduti, incluso l’attuale di Cristina Kirchner, che ha sempre risposto in maniera drastica, com’è successo lo scorso 25 giugno, reprimendo con la forza le manifestazioni di violenza.

DANNI ECONOMICI E SPORTIVI – Per quanto concerne il piano economico, non vi è dubbio che la retrocessione del River comporterà un danno palese per un club già in grave crisi finanziaria, che accusa, nonostante un cambio di gestione societaria, un deficit di oltre 140 milioni di dollari. In primo luogo diminuiranno gli introiti per i diritti tv pagati dalle emittenti, che passeranno dai 7 milioni della serie A al solo milione della B e si ridurranno anche le cifre milionarie versate dagli sponsors nelle casse del club bonaerense. In secondo luogo si ridurrà il valore di mercato della rosa dei giocatori del River e l’ inevitabile minor qualità della categoria diminuirà anche il numero degli aficionados che andranno allo stadio. Infine, sotto l’ aspetto sportivo è evidente che la scomparsa del River dalla serie A costituisca per il pubblico una grave perdita di spettacolo e gli altri clubs, come il rivale storico Boca Juniors, sentiranno certamente l’ assenza del grande nemico di sempre nella contesa del titolo.

Questa Copa America 2011 sarà quindi un’ occasione per risollevare l’ immagine e il morale di un calcio che fino a pochi giorni  fa era stato travolto da fatti che ben poco hanno a che fare con i princìpi dello sport. Le autorità in realtà temono che qualche strascico violento possa materializzarsi di nuovo nella finale che si disputerà proprio allo stadio Monumental di Buenos Aires il 24 luglio. A noi non resta che sperare che fili tutto liscio e che si possa godere di un bello spettacolo.

Alfredo D'Alessandro redazione@ilcaffegeopolitico.net

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