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Dal terremoto al successo

Il 2010 per il Cile è stato un anno molto intenso caratterizzato da grandi cambiamenti a livello politico, con il passaggio da Michele Bachelet a Sebastian Piñera, ma soprattutto a livello economico e sociale a causa del tragico terremoto di febbraio e della crisi economica. Tuttavia il Paese continua a progredire, con numerosi progetti e sfide che attendono il suo Presidente.

VINCENTE O NO? – La popolarità del Presidente Sebastian Piñera, insediatosi nel marzo dello scorso anno, ha subito un drastico calo fino al 41%, secondo un recente sondaggio. I risultati mostrano una forte diminuzione rispetto al massimo del 63% di approvazione ottenuta in ottobre, momento in cui rafforzò la sua popolarità in conseguenza al salvataggio dei 33 minatori rimasti bloccati nella miniera di San José. Nonostante i numerosi provvedimenti nei settori della sanità, dell’occupazione, dell’energia e dell’ambiente, Piñera dovrà rafforzare le proprie alleanze politiche per portare a compimento gli impegni inclusi nell’agenda legislativa.

RIFORME – Nonostante le difficoltà dell’esecutivo, il pacchetto di riforme presentate dal Governo al Congresso per aumentare la liquidità monetaria, la trasparenza e per garantire la solvibilità dei mercati finanziari, sembra rimanere senza modifiche decisive. L’obiettivo delle riforme è la semplificazione del sistema tributario, maggiori sussidi statali alle piccole e medie imprese per accedere al finanziamento, e la creazione di un nuovo mercato con strumenti ad alto rendimento, in conformità con l’aspirazione cilena di divenire il centro di investimenti dell’intera regione.

A UN ANNO DAL TERREMOTO –  Il sisma del 27 febbraio 2010, avvertito in sei regioni del centro e del sud del paese, ha colpito 12,8 milioni di persone, pari a circa il 75% della popolazione totale, provocando 524 morti e 31 scomparsi. È stato stimato che la nazione ha subito danni per un valore di 30 miliardi di dollari, che equivale al 18% del PIL. Dopo un anno dai tragici eventi, il governo cileno è stato in grado di ripristinare quasi tutte le infrastrutture pubbliche e sanitarie colpite dal sisma. Tuttavia, sono ancora molti i programmi da realizzare entro l’11 marzo del 2014, scadenza imposta dal governo per il completamento dei lavori. Il sisma, il quarto più forte mai registrato nella storia, ha danneggiato circa 1.554 chilometri di strade, 212 ponti, 9 aereoporti e 748 sistemi di acqua potabile. Nell’anno trascorso più del 50% di queste strutture di queste infrastrutture sono state riparate in modo parziale o totale, in base all’entità del danno. Altri dati incoraggianti riguardano il settore sanitario, 73 strutture ospedaliere, pari al 75% della rete di tutto il paese, erano state colpite. Un anno dopo, le 4.250 stanze distrutte sono state ripristinate, così come il 90% dell’equipagiamento medico e industriale è già operativo e il 94% dei 17 ospedali, allora ritenuti inutilizzabili, stanno già operando.

ECONOMIA – Secondo un rapporto del ProChile (Direzione per la promozione delle esportazioni), nel 2010 le esportazioni cilene hanno subito un incremento del 30%, raggiungendo la cifra record di 69.621 milioni di dollari. Tale aumento è stato possibile grazie all’aumento del prezzo del rame e per effetto del recupero della crisi economica mondiale, secondo gli studi compiuti dall’agenzia statale El Mercurio. Riguardo il rame, è stato rilevato che rispetto al 2009, l’esportazione è aumentata del 43,1% raggiungendo 11.836 milioni di dollari. Questo è un dato di grande rilevanza per il Cile se si tiene in considerazione il fatto che le esportazioni di questo metallo coprono il 56% delle entrate statali pari a 39.290 milioni di dollari. Questi trend particolarmente positivi sono stati il risultato dell’aumento del prezzo medio del rame che ha raggiunto i 3,42 dollari per libbra di fronte ai 2,34 del 2009, secondo i dati della Sociedad Nacional de la Mineria (Sonami). Nonostante i danni provocati dal terremoto alle piantagioni, la cellulosa è stata il secondo prodotto più esportato nel 2010, che, secondo i dati del ProChile, ha raggiunto i 5.466 milioni di dollari, il 19% in più rispetto al 2009. Infine, il terzo prodotto più esportato è la fauna ittica per un valore di 2.004 milioni di dollari, in grande ripresa dopo la riduzione dell’1,3% durante il 2010 a causa del virus ISA che ha colpito il salmone atlantico. Guardando all’esterno, il Cile è proiettato verso il mercato cinese, divenuto il principale partner commerciale, per esportazioni pari a 16.457 milioni di dollari, al quale si affianca il Giappone, che ha superato gli Stati Uniti con un volume di scambi di 7.110 milioni di dollari.

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LA LEGGE DEL COBRE – “Più trasparenza nelle Forze Armate”: è con questo slogan che il presidente Piñera ha annunciato di voler sostituire la tanto criticata legge sul rame, la quale stabilisce che il 10% degli introiti ottenuti dalla vendita del rame gestita dall’impresa pubblica Codelco (maggiore produttrice al mondo di rame), sia destinata alle Forze Armate. La legge, approvata nel 1976, durante la dittatura di Augusto Pinochet (1973 – 1990) convertirebbe l’attuale presidente, primo rappresentante di destra al potere dopo il ritorno della democrazia in Cile,  come il primo a consolidare il ruolo dell’autorità civile sulle Forze Armate. L’intenzione dell’esecutivo è sostituire la legge con un bilancio pluriennale approvato dal Congresso. L’annuncio del presidente si aggiunge ai cambiamenti che negli ultimi mesi si sono verificati negli organismi di difesa, che hanno visto la rinuncia di Jaime Ravinet come Ministro e Cristian Le Dantec come Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, entrambi accusati per la gestione delle risorse delle FF AA.

ASPIRAZIONI CILENE– secondo il presidente Piñera ci sono buoni presupposti affinché il paese diventi a pieno titolo un Paese sviluppato (è da poco entrato nell'OCSE). I dati economici riportano una crescita del 6%, che permetterebbe alla nazione cilena di raggiungere i livelli dei paesi sviluppati, a fronte dell’alto livello di competitività e del basso indice di corruzione. Il Cile “potrebbe trasformarsi nel primo paese latinoamericano democratico e senza povertà”.

Valeria Risuglia

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