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Al di là della manita

Settimana importante, in Catalogna, e non solo per l'entusiasmante 5-0 del Barcellona sul Real Madrid di Mourinho. Le elezioni catalane hanno decretato la netta sconfitta del tripartito guidato dai socialisti che da ben sette anni governava la comunità autonoma e l’importante successo dei nazionalisti di Artur Mas. Si tratta dell’ennesimo duro colpo assestato al modello socialista targato Josè Luis Zapatero ed è anche un ulteriore segnale che potrebbe lasciar presagire il tramonto dell’esperienza governativa socialista alla Moncloa di Madrid.

UNA VITTORIA ANNUNCIATA – Era nell’aria già da molto tempo il ribaltone politico che gli elettori catalani con una partecipazione di circa il 60% hanno sentenziato recandosi ai seggi domenica 28 novembre per eleggere i nuovi componenti di governo della comunità autonoma.

AFFERMAZIONE NAZIONALISTA – Convergencia i Unio’, la coalizione di partiti centristi capeggiati da Artur Mas è andata molto vicina ad ottenere la maggioranza assoluta accaparrandosi 62 seggi su 135 totali. Una larga affermazione che consentirà al partito nazionalista catalano di imprimere nuove politiche molto differenti da quelle attuate finora dal governatore uscente socialista Josè Montilla. Mas, al momento ha lasciato intendere di volersi confrontare con tutte le forze politiche per proseguire una fase che dovrà essere caratterizzata da“toni costruttivi”, senza però accantonare la principale battaglia politica nazionalista, ovvero la creazione di una Stato catalano completamente indipendente dal centralismo madrileno.

SCONFITTO IL TRIPARTITO – Chi da questa tornata elettorale esce senza dubbio sconfitto è la coalizione di sinistra composta da PSC, ICV ed ERC. Il Partito Socialista di Catalogna ha fatto registrare il suo peggior risultato storico nella regione non andando oltre i 28 seggi complessivi. L’ormai ex governatore Montilla ha immediatamente ammesso la pesante sconfitta, sottolineando però il carattere locale dell’elezione e dunque implicitamente liberando Zapatero da ogni indiretta responsabilità. Montilla ha poi affermato a margine del voto di non aver intenzione di ricoprire il ruolo di leader dell’opposizione del governo catalano, aprendo così una fase di discussione che porterà ad una ridefinizione dei vertici del PSC. Nonostante la sconfitta, gli ecosocialisti (ICV)  hanno ottenuto 10 seggi superando così in percentuale, rispetto alle passate elezioni del 2006, la sinistra repubblicana (ERC) anch’essa attestatasi a 10 seggi.

LA TERZA FORZA – Soddisfatti dell’esito del voto anche gli esponenti del Partito Popolare che ottengono un ottimo risultato in terra catalana accaparrandosi 18 scranni e tornando ad essere la terza forza politica della comunità. Il partito di Rajoy può inoltre gioire dell’esito negativo dei socialisti in un territorio a loro storicamente favorevole, questo soprattutto in ottica nazionale dove il Partito Popolare si proporrà con decisione ad essere la nuova forza di governo nel 2011.

LA SORPRESA – Più che positiva è da considerarsi anche la prima esperienza elettorale per il neo partito costituito dall’ex presidente della squadra di calcio del Barcellona Joan Laporta. Solidarietà catalana per l’indipendenza, dopo soli quattro mesi dalla sua fondazione è riuscito ad ottenere il 3,2% delle preferenze e 4 seggi. Leader di una coalizione di sei partiti con ideologie differenti ma accomunati dalla medesima volontà di indipendentismo, Laporta si è proposto come nuovo personaggio politico non dichiaratamente schierato né a sinistra né a destra ma aperto a discutere su differenti fronti.

ZAPATERO ALLE CORDE – Persa anche la roccaforte catalana, il governo Zapatero si appresta a vivere l’ultimo anno della legislatura in condizioni molto difficili. La crisi economica che affligge la Spagna con la conseguente crescita zero, la disoccupazione alle stelle e la sfiducia ormai preponderante nell’elettorato spagnolo nel progetto socialista sono per Zapatero i principali ostacoli da superare per poter tentare in extremis di vincere una battaglia politica che in Spagna, e non solo, molti considerano già persa.  

Andrea Ambrosino redazione@ilcaffegeopolitico.net 

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