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Cyberspazio, questo sconosciuto!

Dominio affascinante in continua e rapida evoluzione, il cyberspazio rappresenta uno dei campi più critici della politica internazionale di oggi e potenzialmente di domani. Nonostante la sua innegabile importanza, una grande confusione regna sovrana quanto si cerca effettivamente di capire cosa sia. Spesso usato come sinonimo di ‘internet’ e ‘Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione’ (ICT), nella realtà il cyberspazio include e va oltre il World Wide Web. In che modo? Vediamo.

 

LA CONFUSIONE DILAGA – Internet nasce nel 1969 quando l’UCLA (University of California, LA) crea ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network), un network di scambio per informazioni accademiche tra Università. Fin dall’inizio, una grande mancanza colpisce questo nuovo strumento: l’assenza di attenzione per questioni di sicurezza, non ritenute necessarie per gli iniziali scopi didattici. Negli anni seguenti, con l’avvento dell’e-commerce (via ATM e telephone banking) e del Web 2.0 (ICT, social media, blog), alla trascurata sicurezza venne a sommarsi un crescente numero di individui effettivamente operativi nel settore. Il volume di utenti passa da pochi eletti nel 1969 a 7 miliardi nel 2012 (crescendo del 566% nel decennio 2000-2012). Mantenendo il cyberspazio in continua evoluzione, questi sviluppi hanno aperto nuove strade per l’uso del regno digitale e complicato la sua dimensione geopolitica: cosa distingue l’oscuro cyberspazio dal famoso internet?

 

COS’È IL CYBERSPAZIO? – Descritto come «un’allucinazione collettiva» dal novellista di fantascienza William Gibson nel lontano 1984, il cyberspazio rappresenta l’infrastruttura di tutte le attività digitali: è una costruzione composta da una dimensione fisica e una dimensione sociale. Il cyberspazio non comprende solo gli strumenti e le tecnologie d’informazione di rete (cavi elettrici, server, computer, satelliti), ma è anche condizionato dal modo in cui le Istituzioni e gli utenti interpretano, capiscono, e agiscono in questo spazio (dallo scambio d’informazioni alla creazione di nuove idee e conoscenza). Quali sono i possibili risultati di questa interazione tra dimensione fisica e sociale?

 

IRONIE DIGITALI: COMMON E BATTLEFIELD… – Il cyberspazio diventa un luogo dove tutto è reso possibile, in particolare l’esistenza di contrapposizioni digitali con effetti sia dannosi che benefici. Il cyberspazio non è solo un global common (come mare, aria, spazio) le cui tecnologie sono in grado di migliorare l’efficienza e il funzionamento dei domini “tradizionali” (tecnologia satellitare per condividere dati di localizzazione), ma può diventare un nuovo campo di battaglia. Infatti, lo spazio digitale rende irrilevante la distanza fisica tra aggressore e vittima, redistribuendo il potenziale d’attacco tra attori non-statali (hackers, organizzazioni criminali, gruppi terroristici) e Paesi con altrimenti scarso potere economico-militare.

 

…ATTIVISMO SOCIALE E TERRORISMO… – Per complicare la situazione, il cyberspazio non è più solo un luogo di scambio d’informazioni: diventa anche uno strumento organizzativo per movimenti a difesa dei diritti umani, solidarietà, democrazia e giustizia sociale. Dall’esempio della famosa Primavera araba a organizzazioni molto meno conosciute come Women In Black, molte associazioni si rifanno al cyberspazio per promuovere la loro causa e migliorarne l’operatività. Tuttavia, la facilità di comunicazione resa possibile dal cyberspazio può essere utilizzata per scopi minanti l’unità sociale: dai non sempre violenti “hacktivisti” (resistenza politica e culturale promossa attraverso il cyberspazio), a tradizionali gruppi terroristici, ai nuovi e non ancora internazionalmente definiti cyber-terroristi, questi gruppi possono rappresentare la faccia nociva dell’attivismo digitale. Attraverso tecniche di information sharing (scambio di know-how) e data mining (estrazione dei dati), nel cyberspazio è possibile accedere a informazioni sensibili di ogni tipo: le conseguenze per la politica e la sicurezza internazionale possono essere quindi enormemente positive e disastrose.

 

…TRASPARENZA E CENSURA – In aggiunta, i nuovi media (come blog e social media) hanno promosso un ambiente politico più trasparente, dove l’informazione è distribuita in modo libero, accessibile e uguale per tutti. Tra altri movimenti, WikiLeaks rappresenta uno dei siti più conosciuti a tutela della trasparenza e apertura dell’informazione su Internet. Ciononostante, anche in questa terza ironia digitale permane una nota negativa: una certa tendenza verso censura, sorveglianza e controllo dell’informazione è presente non solo in regimi autoritari (il Great Firewall of China spicca come il più sofisticato sistema di censura al mondo), ma anche in Stati democratici (Italia, Danimarca) dove le regole per il controllo di internet vengono rilassate dando maggior potere investigativo alle Forze dell’Ordine. Più recentemente, il caso Snowden-National Security Agency (NSA) sembrerebbe mostrare come Stati democratici utilizzino tecniche di sorveglianza digitale per tutelare la sicurezza nazionale. Considerando queste tre ironie digitali come alcuni tra gli esempi del complicato spazio cyber, quali possono essere le implicazioni per la politica internazionale?

 

Garantire la sicurezza del 'cyberspazio' è già una priorità per la comunità internazionale
Garantire la sicurezza del ‘cyberspazio’ è già una priorità per la comunità internazionale

POLITICA INTERNAZIONALE E CYBERSPAZIO – Analizzando le conseguenze positive e negative del cyberspazio per le relazioni internazionali, sul palcoscenico globale gli Stati hanno due opzioni: un approccio aperto nei confronti dell’informazione (Open Source Paradigm, Open Net Initiative, Freedom of the Internet) o una propensione alla chiusura, segretezza e sorveglianza (Military Paradigm). Tuttavia, la scelta ufficiale di un approccio non sembra escludere l’altro, come dimostrato dai recenti fatti di cronaca negli Stati Uniti (paladini della libertà di internet e grandi ideatori del caso Datagate).

 

SICUREZZA NEL CYBERSPAZIO – Rendendo la governance del cyberspazio una sfida ancora più ardua, la comunità internazionale sembra divisa non solo nell’approccio, ma anche nella definizione stessa del problema: a oggi, a livello internazionale non esistono definizioni legalmente condivise sul cyberspazio, cyber-terrorismo, cyber security e cyber war. Di conseguenza, vengono a mancare gli strumenti legislativi ed esecutivi (accordi e trattati internazionali) necessari per affrontare le minacce per la sicurezza internazionale originate da e nel cyberspazio. In un clima di profonda confusione e incertezza, la Convenzione di Budapest sulla Criminalità Informatica del Consiglio d’Europa (in vigore dal 2004) sembra andare nella direzione opposta: nato come accordo regionale e principalmente incentrato su cyber-crime, la partecipazione di Stati Uniti, Giappone, Canada e Sudafrica rende questo trattato uno strumento sempre più internazionale, ponendo le prime basi per la nascita di una international governance del cyberspazio. In un’era in cui coesione sociale, competitività economica, sicurezza nazionale e stabilità internazionale sono sempre più dipendenti dalle nuove tecnologie digitali, la comunità internazionale è di fronte difficili, ma necessarie: capire cosa sia il cyberspazio, come governarlo e come renderlo sicuro. I lavori sono in corso, non resta che aspettare… pazientemente?

 

Patrizia Rizzini Cancarini

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Patrizia Rizzini Cancarini
Patrizia Rizzini Cancarini

Dal 2009, anno della prima esperienza negli States, una piccola costante è rimasta impressa nel mio DNA: il bisogno di partire, scoprire ed esplorare. Dopo la triennale in Scienze Linguistiche presso l’Università Cattolica di Brescia, la destinazione è stata la Beijing Language and Culture University per un intenso e indimenticabile semestre. Tornata in patria per iscrivermi al Master in European and International Studies presso l’Università di Trento, nel 2012 sono partita come Head Delegate per il New York Model United Nations e come Exchange Student presso la Zhejiang University ad Hangzhou. Dopo la partecipazione alla 5’ European Public Policy Conference a Parigi e un tirocinio al Centro Europeo Jean Monnet a Trento, quale sarà la mia prossima meta? Fresca di laurea e con tante idee nel cassetto, mi tengo attiva con gli oldies e newbies della mia vita: l’amore per l’Asia e gli States, il cibo etnico e le feste a tema, oltre che un profondo interesse per tutto ciò che ‘puzza’ di nuovo, dai non-traditional security studies all’e-diplomacy.

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