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La riforma delle Forze Armate russe (II)

Miscela Strategica – Scendiamo ora nei dettagli e vediamo che cambiamenti ha comportato, dal punto di vista materiale, la riforma delle forze armate russe. Inoltre, per dare una visione di insieme, è particolarmente significativo tenere presenti le numerose esercitazioni, programmate e non, che mostrano quali obiettivi siano stati conseguiti e le lacune ancora da colmare.

 

(Rileggi qui la prima parte dell’analisi)

 

I NUMERI DELLA RIFORMA – Oltre che cambiare nella propria organizzazione, le Forze Armate, abbandonando il precedente sistema, hanno cambiato anche la quantità di unità ed effettivi a propria disposizione, razionalizzandosi sulla base delle nuove esigenze economiche della Federazione Russa. Gli effettivi sono diminuiti da 1,2 milioni a 1 milione (secondo cifre ufficiali, un taglio del 16,6%), con una drastica riduzione nel numero degli ufficiali, eccetto che per i tenenti, che invece sono aumentati da 50mila a 60mila (-20,8% dei generali, -64,5% dei colonnelli, -75% dei maggiori e -56% dei capitani). Il numero di unità è stato diminuito drasticamente: le unità di terra hanno subito un taglio del 90% (da 1890 a 172), quelle dell’aviazione del 48% (da 340 a 180), le navali del 49% (da 240 a 123), le forze strategiche missilistiche del 33% (da 12 a 8), le forze spaziali del 15% (da 7 a 6) e infine le truppe aviotrasportate del 17% (da 6 a 5).

 

Marinai russi in addestramento.
Marinai russi in addestramento

L’ADDESTRAMENTO – L’enormità dei tagli descritti non deve però indurre a pensare che la sostenibilità finanziaria sia la determinante dell’indirizzo di riforma. Sebbene considerazioni di budget non siano estranee, altre motivazioni sono presenti nelle riflessioni dei circoli militari: l’enormità della precedente macchina militare, unita alla dottrina della mobilitazione di massa, rendeva non solo economicamente insostenibili le Forze Armate, ma impediva allo stesso tempo un adeguato ammodernamento dell’equipaggiamento e dell’addestramento sul campo delle truppe (specie di quelle mobilitate solo in caso di necessità), il che è inconciliabile con la maggiore competenza richiesta al moderno soldato per l’utilizzo di armamenti sempre più avanzati. Di conseguenza le prestazioni delle truppe al momento del bisogno non rispondevano alle necessità delle minacce contemporanee, come è stato drammaticamente dimostrato nel conflitto russo-georgiano. Le maggiori risorse finanziarie liberate dalla riforma possono ora essere destinate alla sostituzione dell’equipaggiamento obsoleto e alle esercitazioni.

 

LA PROVA SUL CAMPO – E le esercitazioni non mancano. Da febbraio sono in corso “war games” a sorpresa in tutti i distretti militari, coinvolgendo ogni Arma. Luglio è stato il mese più impegnativo per i militari russi, che hanno dovuto sostenere la più grande esercitazione a sorpresa per verificare la rapidità nel dispiegamento delle forze: 80mila uomini, 1.000 carri armati, 130 tra caccia, elicotteri e bombardieri, nonché 70 navi della flotta del Pacifico sono stati mobilitati nel distretto militare orientale con l’obiettivo di fronteggiare un’avanzata nemica simulata dalle truppe del distretto centrale. Gli stessi Putin e Shoigu (attuale Ministro della Difesa, subentrato a Serdyukov il 6 novembre 2012) hanno supervisionato le prove e approvato i risultati emersi, in linea con le aspettative. Allo stesso tempo però, esercitazioni a sorpresa in altri distretti non hanno fornito i risultati sperati, rivelando notevoli difficoltà nella reazione rapida agli ordini.

 

‘JOINT SEA’ E ‘ZAPAD 2013’ – Le esercitazioni avvengono anche con le forze di altri Paesi, sebbene in un contesto più “istituzionalizzato”. Quest’anno, sempre in luglio, si è svolta “Joint Sea-2013”, una grande esercitazione navale congiunta di Russia e Cina, il cui scopo è stato quello di consolidare la cooperazione tra le forze navali delle due nazioni. È il nono caso di cooperazione (in sede bilaterale o multilaterale) tra le forze di Mosca e Pechino. Altro esempio di cooperazione è quello di “Zapad-2013”, esercitazioni biennali tra Federazione russa e Bielorussia, che in settembre hanno coinvolto circa 12mila militari russi in una simulazione di difesa del territorio bielorusso e dell’exclave di Kaliningrad. Esercitazioni, queste di Zapad, alquanto “istituzionalizzate” e di poco rilievo, dati i numeri coinvolti, nonostante la “sensibilità” del territorio che coinvolgono per quanto concerne i rapporti con la NATO.

 

I LIMITI DELLA RIFORMA – Non può essere negata l’importanza del Novyj Oblik per la Russia, tanto che alcuni dicono si tratti della creazione di nuove Forze Armate piuttosto che una riforma delle preesistenti. Ma dal 2008 a oggi la riforma ha registrato anche dei fallimenti: il più importante è la marcia indietro sull’eliminazione totale della leva obbligatoria. L’incapacità di trovare un numero adeguato di volontari professionisti per il mestiere delle armi in Russia ha costretto il Governo a rivedere la propria posizione, affiancando al contratto con i volontari una leva in numeri ridotti (al momento attuale, cifre elaborate dall’International Institute for Strategic Studies indicano come attorno a 800mila il numero di effettivi delle Forze Armate russe). Un altro problema sorto è quello derivante dai nuovi incarichi assunti dai sottufficiali in seguito alla drastica riduzione di ufficiali e dalla maggiore importanza di unità di minori dimensioni (battaglioni e compagnie) in cui i sottufficiali rivestono un ruolo più rilevante: l’assenza di un numero adeguato di tali figure, nonché l’incapacità per mancato addestramento a svolgere taluni nuovi incarichi sono gravi problemi che devono essere affrontati perché l’efficacia delle operazioni delle unità non risulti diminuita. Ma come, per esempio, dimostra il fatto che le truppe aviotrasportate hanno infine mantenuto la struttura divisionale invece che adottare la brigata come unità fondamentale della propria organizzazione, una riforma così radicale non potrà che procedere almeno in parte a tentativi secondo la catena: progettazione – test – aggiustamenti se necessari. Ciononostante si ritiene che la riforma abbia raggiunto i propri obiettivi fondamentali e che le Forze Armate russe stiano già giovando della accresciuta frequenza nelle esercitazioni e dall’ammodernamento dell’equipaggiamento, nonché della propria nuova struttura.

 

Matteo Zerini

I distretti militari russi.
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Matteo Zerini
Matteo Zerini

Laureato magistrale in Relazioni Internazionali presso la Statale di Milano, frequento ora il master Science & Security presso il King’s College di Londra. Mi interesso soprattutto di quanto avviene in Europa orientale, Russia in particolare, e di disarmo e proliferazione, specie delle armi di distruzione di massa.

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