venerdì, 19 Aprile 2024

APS | Rivista di politica internazionale

venerdì, 19 Aprile 2024

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

L’Artico, ultima frontiera della Cina

In 3 sorsi – L’Artico sta diventando un nuovo possibile terreno di espansione degli interessi cinesi, soprattutto per via dei cambiamenti climatici. Nel 2018 il primo white paper della Cina ha elencato le quattro aree di interesse nella regione, con degli obiettivi che vengono perseguiti tramite una miscela di assertività e rassicurazioni ai Paesi artici.

1. RISORSE E SVILUPPI: LA GESTIONE REGIONALE

L’inizio del XXI secolo ha visto il riaccendersi dell’interesse nei confronti dell’Artico, soprattutto da parte dei cosiddetti Paesi artici (con uno sbocco sull’Oceano Artico, ovvero Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Svezia e USA), ma anche in altre grandi potenze. Lo scioglimento dei ghiacci fornisce potenziali opportunità sia economiche che strategiche, come lo sfruttamento delle risorse naturali locali, la creazione di nuove rotte commerciali (con un possibile risparmio di 10-12 giorni rispetto al Canale di Suez entro metà secolo) o persino l’espansione del settore ittico.
Nella Guerra Fredda questioni di sicurezza divisero l’Artico in due zone armate tra NATO e URSS, ma con il crollo di quest’ultima si instaurò una collaborazione fra gli otto Stati coinvolti. Il Consiglio Artico, istituzione da essi creata nel 1996 con gli obiettivi di protezione ambientale e sviluppo sostenibile della regione, è diventato un simbolo di cooperazione efficace in tali ambiti, pur non potendo discutere materie di sicurezza.

Embed from Getty Images

Fig. 1 – Il Presidente del Ghana in visita alla Banca Mondiale del Seme nelle isole Svalbard, febbraio 2020. Lo scioglimento del ghiaccio artico ha portato alla luce diverse opportunitĂ  nella regione

2. CHINA’S ARCTIC POLICY: L’ENTRATA DEL DRAGONE

Nel corso degli anni il Consiglio Artico si è aperto a una serie di Paesi osservatori, con il ruolo di proporre progetti e presentare la propria prospettiva durante le discussioni. La Cina ha ottenuto questo status nel 2013, ma solo nel gennaio 2018 ha esposto un white paper sulla propria politica artica. Questo documento ufficiale è risultato immediatamente interessante per la denominazione di “near-Arctic State” (Stato prossimo all’Artico) e di attore fondamentale nel territorio. Viene infatti enfatizzata la vicinanza geografica e la volontà di costruire una Via della Seta polare, facilitando connettività e sviluppo sostenibile in termini economici e sociali della regione. Pur sostenendo il pieno rispetto del diritto internazionale, la Cina ha esplicitamente affermato che userà le risorse artiche per perseguire i propri interessi.
Notando la futura centralità delle rotte artiche per il commercio internazionale, il paper anticipa infatti i futuri incentivi alle imprese cinesi nella costruzione delle infrastrutture per le suddette rotte. L’esplorazione e lo sfruttamento delle risorse naturali sono poi un altro punto di interesse per la Cina, ormai importatore netto di energia. Le altre due aree chiave sono il settore dell’industria ittica e del turismo artico, industria emergente in cui la Cina svilupperà regolamenti e scambio di best practices con gli Stati artici.

Embed from Getty Images

Fig. 2 – Intervento del vicepremier cinese Wang Yang all’International Arctic Forum di Arkhangelsk del 2017

3. DUE ANNI DOPO: UNA CAUTA AVANZATA

Data la costante enfasi cinese sul rispetto della sovranità e dei diritti degli otto Stati artici, la Cina si aspetta in cambio lo stesso trattamento, legittimato tramite la visione dell’Artico come patrimonio comune, in cui la Cina può risaltare in virtù della propria vicinanza geografica.
Nonostante le questioni relative al conflitto commerciale sino-statunitense abbiano oscurato questo terreno di frizione, non bisogna però pensare che Washington se ne sia scordata: a maggio dello scorso anno il Segretario di Stato Mike Pompeo dichiarò esplicitamente al Consiglio Artico il tertium non datur tra Stati artici e non artici.
La posizione della Cina si mantiene dunque cauta, cercando di bilanciare assertività e rassicurazioni nella diplomazia artica. Pechino vuole infatti evitare escalation delle dinamiche di dilemma di sicurezza già insite nella regione. Il fulcro dello sforzo diplomatico cinese nei prossimi anni sarà quindi stabilire relazioni strette e omnicomprensive con tutti i Paesi artici, aumentando gradualmente l’influenza nella governance regionale.

Andrea Angelo Coldani

Photo by tpsdave is licensed under CC BY-NC-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • L’Artico diventerĂ  nei prossimi anni area cruciale per risorse naturali, commercio e industria ittica.
  • La Cina ha mostrato particolare interesse verso la regione, pubblicando nel 2018 il primo white paper dedicato.
  • Una combinazione di cautela e azione è la strategia adottata da Pechino.

Vuoi di piĂą? Iscriviti!

Scopri che cosa puoi avere in piĂą iscrivendoti

Ti potrebbe interessare