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Un’elezione imprevedibile: il New Hampshire

In 3 sorsi Dopo il caucus in Iowa, arrivano le primarie in New Hampshire: il primo Stato a votare direttamente il candidato democratico. Vediamo insieme come.

1. IL PRIMO “SWING STATE” ALLE URNE

Differentemente dal caucus tenutosi in Iowa il 3 febbraio, nello Stato del New Hampshire il candidato democratico verrà eletto tramite il sistema delle primarie. Sin dal 1972 il New Hampshire è scelto come il primo Stato a votare con questa formula a ogni elezione, un modus operandi molto più semplificato rispetto al caucus. Infatti nel New Hampshire le primarie sono un semplice voto segreto dove gli iscritti al Partito Democratico, ma anche i cittadini non registrati ad alcun partito, possono recarsi alle urne e votare il secondo martedì di marzo. Questa specifica tra i cittadini registrati al partito o meno è dovuta al fatto che aprire le urne a tutti può fare una grande differenza per le elezioni, dato che può dare l’opportunità a coloro che non intendono schierarsi con un partito di votare. Inoltre il New Hampshire viene considerato come uno “swing state”, dunque uno Stato che ha una percentuale equa di cittadini registrati sia al partito democratico sia a quello repubblicano, e questa possibilità per i non registrati di recarsi alle urne può spesso cambiare la percentuale totale delle elezioni. Ad esempio, Bill Clinton, come riporta CNN Politics, nelle sue prime elezioni perse sia nel caucus in Iowa sia nelle primarie nel New Hampshire, ma divenne comunque Presidente degli Stati Uniti.

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2. TUTTI I RIFLETTORI SUL NEW HAMPSHIRE

L’11 febbraio il New Hampshire voterà il proprio candidato democratico, e come accade anche nel sistema dei caucus, a ogni rappresentante verranno assegnati dei delegati tramite un algoritmo che dipende dai voti conteggiati. Queste elezioni primarie sono molto importanti data la grande pubblicità mediatica che riceveranno, anche se non sono sempre “game changing” per la scelta finale, come si è visto con Bill Clinton. Per Barack Obama invece furono fondamentali, dato che ottenne tutti i delegati dello Stato e gli altri candidati non superarono neanche la soglia minima. Nonostante questa imprevedibilità, ci sono molti che credono che questa elezione può cambiare completamente la posizione di alcuni candidati, portandoli perfino ad acquisire un ruolo centrale nelle elezioni. Altri invece sono convinti che questa elezione non rappresenti il vero elettorato democratico, data la multiculturalità presente nello Stato.
Ciò che attira principalmente i media verso queste elezioni primarie sono proprio i cittadini non registrati, chiamati anche “indipendent voters”, visto che possono completamente cambiare la situazione di un candidato. I media sono però attratti anche dai cittadini non registrati che solitamente hanno sempre votato a favore del Partito Repubblicano. Tuttavia, come ha notato la testata Vox, questi possono votare anche durante le primarie. Infatti il New Hampshire è considerato come uno Stato che ha sempre preferito un candidato di centro, senza mai spingersi troppo verso il Partito Repubblicano o Democratico.

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3. IMPREVEDIBILE

Concludendo, queste primarie possiamo definirle come imprevedibili. Una settimana prima delle elezioni, il sito 270toWin pronostica una vittoria del 27% per Bernie Sanders, con il 19,4% per Joe Biden e il 16% per Elisabeth Warren. Sempre 270toWin prevede che i restanti candidati non supereranno la soglia minima stabilita del 14%, dati i 33 delegati assegnati allo Stato.
Infine possiamo ulteriormente etichettare queste elezioni come imprevedibili considerando anche i risultati volatili, e a tratti mancanti, del caucus in Iowa. I polls dell’Iowa hanno dimostrato quanto siano fragili queste elezioni, e quanto i sondaggi possano sbagliare. Data l’imprevedibilitĂ  degli elettori in New Hampshire, influenzati anche dai risultati del primo caucus, bisognerĂ  quindi aspettare i risultati sperando non ci siano malfunzionamenti.

Giulia Anderson

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Giulia Valeria Anderson
Giulia Valeria Anderson

Praticante giornalista presso Formiche.net, collaboratrice freelance con l’Istituto Curdo di Washington e research fellow per the Square. Sono laureata magistrale in Relazioni Internazionali Comparate presso l’UniversitĂ  Ca’ Foscari di Venezia, dove mi sono specializzata sui rapporti USA-Medio Oriente, con un focus sulla politica estera statunitense verso l’Iraq e i Curdi. Sono affascinata dalla politica estera USA, il mio paese d’origine, ma innamorata dell’Italia – e dei suoi caffè espresso!

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