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Il Protocollo di Londra e l’indipendenza della Grecia

Ristretto – 3 febbraio 1830: viene firmato il Protocollo di Londra che riconosce ufficialmente l’indipendenza della Grecia dall’Impero Ottomano. Termina così la lunga guerra combattuta dal Paese ellenico per la propria libertà, capace di entusiasmare e coinvolgere anche personalità straniere come Lord Byron e Santorre di Santarosa.

Parte dell’Impero Ottomano sin dal XV secolo, la Grecia era già stata teatro di numerose rivolte in passato contro il Governo di Costantinopoli, tutte represse nel sangue. Nonostante l’insofferenza religiosa e politica, però, il Paese si era comunque integrato con successo nel sistema imperiale turco, fornendo amministratori e soldati alla corte del Sultano. Le cose però cominciano a cambiare verso la fine del XVIII secolo, quando le vittorie militari della Russia nel Mar Nero e la riscoperta della tradizionale cultura greca da parte di intellettuali come Rigas Feraios accendono un crescente sentimento nazionale in diversi strati della società locale. La morte brutale di Feraios per mano dei turchi nel 1798 finisce poi per alimentare ulteriormente questo sentimento, dando vita ad organizzazioni segrete come la Filiki Eteria (o Società degli Amici) che mirano a liberare la Grecia dal controllo ottomano e a trasformarla in uno Stato indipendente. Dopo anni di propaganda e attività clandestine, la Filiki Eteria lancia infine una vera e propria insurrezione popolare contro il Governo turco nel marzo 1821, concentrata inizialmente nel Peloponneso. Nonostante la sanguinosa reazione ottomana, la rivolta riesce a sopravvivere e ottiene anche diversi successi militari, grazie soprattutto alla brillante guida del generale Theodoros Kolokotronis. Ma le divisioni interne indeboliscono il movimento nazionale greco e finiscono per favorire la reazione turca, che si affida principalmente alle forze di Muhammad Ali, pascià d’Egitto e acuto riformatore militare. Sbarcati nel Peloponneso nel 1825, i soldati di Ali riescono a sopraffare gli insorti e a rioccupare buona parte della Grecia meridionale e centrale, lasciandosi spesso andare ad atroci crudeltà verso la popolazione locale. Ma ormai la questione greca è diventata internazionale: decine di europei occidentali, ispirati dagli ideali del Romanticismo, si sono infatti recati nel Paese per combattere contro i turchi, mentre grandi potenze come Gran Bretagna, Francia e Russia studiano un modo per mettere fine al conflitto e garantire un certo livello di autonomia al Paese ellenico, seppur limitato e non lesivo della stabilità dell’Impero Ottomano.

La situazione raggiunge un punto di svolta decisivo nell’ottobre 1827, quando una flotta franco-russo-britannica distrugge quella ottomana nella baia di Navarino in circostanze piuttosto confuse. A quel punto l’intervento diretto delle potenze nel conflitto è assicurato e nell’agosto 1828 un corpo di spedizione francese sbarca nel Peloponneso, costringendo al ritiro le forze di Muhammad Ali. Poco piĂą tardi i greci riportano una grande vittoria a Petra, nell’Attica settentrionale, e costringono i turchi alle trattative. Pressato militarmente dai russi e diplomaticamente dai britannici, il Governo ottomano accetta l’indipendenza della Grecia ma contesta i confini del nuovo Stato, rifiutando di cedere il controllo di Creta e Samo. La conferenza di Londra del febbraio 1830 – con firma del relativo Protocollo da parte di Russia, Francia e Gran Bretagna – riconosce infine la nascita del nuovo Stato a livello internazionale. Due anni piĂą tardi le decisioni del Protocollo di Londra verrano ribadite da una nuova conferenza internazionale e dalla firma del Trattato di Costantinopoli, che limita lo Stato greco ad Attica, Peloponneso, Eubea, Cicladi e Sporadi settentrionali. Sovrano del nuovo Paese è il principe tedesco Otto di Wittelsbach, che ha preso il posto di Leopoldo di Sassonia-Coburgo, diventato invece re del Belgio.

I greci non smetteranno mai di rivendicare i confini “storici” della propria nazione. Nel 1881 otterranno la Tessaglia e con le guerre balcaniche del 1912-13 si impadroniranno anche di Creta, Macedonia ed Epiro. Nel 1947 si aggiungerà infine l’ex colonia italiana del Dodecaneso, dando al Paese la sua configurazione geografica odierna.

Simone Pelizza

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Simone Pelizza
Simone Pelizzahttp://independent.academia.edu/simonepelizza

Piemontese doc, mi sono laureato in Storia all’Università Cattolica di Milano e ho poi proseguito gli studi in Gran Bretagna. Dal 2014 faccio parte de Il Caffè Geopolitico dove mi occupo principalmente di Asia e Russia, aree al centro dei miei interessi da diversi anni.
Nel tempo libero leggo, bevo caffè (ovviamente) e faccio lunghe passeggiate. Sogno di andare in Giappone e spero di realizzare presto tale proposito. Nel frattempo ho avuto modo di conoscere e apprezzare la Cina, che ho visitato negli anni scorsi per lavoro.

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