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Space Force: Guerre Stellari oppure no?

In 3 sorsi-AstroCaffèÈ stata chiamata “Guerre Stellari”, riprendendo un detto di reaganiana memoria, ma cos’è davvero la Space Force degli Stati Uniti e perché è nata?

1. SPAZIO A RISCHIO?

L’idea di rendere inutilizzabile la rete satellitare dell’avversario è vecchia quanto il primo satellite stesso, lo Sputnik 1 lanciato dall’Unione Sovietica nel 1957. Il perché è presto detto: dallo spazio si può osservare tutto ciò che è allo scoperto senza poter essere disturbati. All’inizio solo in condizioni meteorologiche favorevoli e con la luce del giorno, poi, con l’introduzione di nuove tecnologie, come il radar ad apertura sintetica e i sensori multi e iperspettrali, anche nuvole e poca luce non fanno più da schermo. Dopo la fine della competizione della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica, il predominio sull’ambiente spaziale orbitale è andato sempre più nelle mani di Washington. Sulla terraferma, però, la posizione statunitense ha iniziato a essere contrastata a livello militare da realtà come la Cina e la Russia. Queste ultime sanno di essere ancora inferiori alle Forze Armate USA, perciò hanno destinato ingenti risorse a implementare strategie e tattiche che possano ritardare, disturbare o eliminare questo vantaggio operativo statunitense. L’ambiente spaziale non fa eccezione, anzi è il primo teatro dove un eventuale conflitto tra le maggiori potenze potrebbe scoppiare, insieme a quello cibernetico. Cina e Russia hanno sviluppato metodi per attaccare la rete satellitare USA, con impattatori cinetici, attacchi informatici o disturbatori laser o dei segnali. Anche gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno sperimentato queste tattiche, ad esempio abbattendo un proprio satellite negli anni Ottanta usando un missile lanciato ad alta quota da un caccia F15 o, più recentemente, usando un missile antimissile SM-3 lanciato da una nave.

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Fig. 1 – Trump firma il National Defense Authorization Act per l’anno fiscale 2020, che include la creazione della Space Force

2. NASCE LA SPACE FORCE

Gli Stati Uniti sono consapevoli da anni della minaccia alla propria rete satellitare, soprattutto la costellazione del Global Positioning System NAVSTAR, più conosciuto come GPS. Esso, infatti, non serve solo ai nostri navigatori o a usare Google Maps, ma regola anche le transazioni finanziarie mondiali, grazie al sistema di indicizzazione temporale di precisione, oltre a guidare buona parte del munizionamento “intelligente” delle Forze Armate occidentali.
L’Amministrazione Trump ha fatto della creazione di una branca delle Forze Armate USA adibita all’ambiente spaziale una bandiera per quanto riguarda la politica militare. All’inizio si era parlato di creare un vero e proprio ramo indipendente, chiamato Space Force, con proprio personale assegnato e un proprio Dipartimento in seno a quello della Difesa. Questa opzione era quella più complessa sia a livello amministrativo sia a livello di costo. L’ipotesi più riduttiva era quella di allargare la parte della United States Air Force (USAF) dedicata alle attività spaziali. Alla fine, si è scelta una via di mezzo ossia creare una nuova forza armata, ma lasciandola dipendente dal Dipartimento dell’USAF, come i Marines sono dipendenti dal Dipartimento della US Navy. Il primo budget assegnato dal Congresso è di 40 milioni di dollari, a fronte dei 72 richiesti dalla Casa Bianca. Non ci saranno, per ora, assunzioni di personale. I 16mila previsti saranno traslati dallo Air Force Space Command, ridenominato Space Force Command.

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Fig. 2 – Il Delta IV Heavy, uno dei razzi usati per i lanci militari degli Stati Uniti

3. GUERRE STELLARI?

La Space Force non saranno soldati armati di fucili laser che gireranno lo spazio alla ricerca di pianeti da invadere, come gli stormtrooper di Star Wars. La nuova forza armata avrà il compito di proteggere la rete satellitare statunitense, sia nello spazio, sia le infrastrutture di terra dalle minacce provenienti dagli avversari. Inoltre, avrà il compito di coordinare tutte le attività militari che concernono lo spazio anche se non è ancora chiaro come avverranno i collegamenti con lo US Space Command o il National Reconnaissance Office, l’ente che procura i lanci e gestisce i satelliti militari statunitensi. A livello internazionale l’effetto sarà soprattutto di tipo propagandistico. L’intenzione degli Stati Uniti è far vedere agli avversari, Cina, Russia e Iran su tutti, che nello spazio si fa sul serio. Tuttavia, il deterrente dal proseguire programmi ASAT (antisatellite) da parte avversaria sarà difficile da ottenere.

Emiliano Battisti

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Emiliano Battisti
Emiliano Battisti

Consulente per la comunicazione per un’azienda spaziale e Project Officer and Communications per OSDIFE, sono Segretario Generale e Direttore della comunicazione dell’APS Il Caffè Geopolitico e Coordinatore dei desk Nord America e Spazio. Ho pubblicato il libro “Storie Spaziali”.

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