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Arabia Saudita: Aramco si quota in Borsa

In 3 sorsi Riyadh ha ufficializzato la quotazione in Borsa di Saudi Aramco, la principale compagnia petrolifera saudita. Importante novità nel mercato internazionale del petrolio, l’operazione si è rivelata la più grande offerta sul mercato azionario della storia.

1. STORIA DI ARAMCO

L’accordo di concessione firmato nel 1933 tra l’Arabia Saudita e la Standard Oil Company of California (SOCAL) per l’avvio di prospezioni petrolifere sul territorio saudita segna l’inizio dell’evoluzione di Aramco. Dopo alcuni anni di trivellazioni, nel 1938 viene scoperto il primo giacimento a Dahran, Dammam No. 7, dando il via alla produzione commerciale del greggio nazionale. In poco più di un decennio la compagnia, denominata Arabia American Oil Company (o Aramco) nel 1944, incrementa le proprie attività fino a raggiungere i 500mila barili al giorno nel 1949. Nel 1973 il Governo saudita acquista una quota del 25% della società, aumentandola al 60% l’anno seguente. In linea con la volontà di ribadire le radici saudite di Aramco, nel 1980 l’esecutivo ne acquisisce il pieno controllo e nel 1988 viene fondata la Saudi Arabian Oil Company (o Saudi Aramco). A partire dagli anni Novanta il gigante petrolifero ha progressivamente esteso la propria influenza a livello globale, investendo in imponenti progetti di espansione in diversi Paesi e realizzando numerose joint-venture.

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Fig. 1 – Il logo del Saudi Arabia’s Stock Exchange Market (Tadawul) a Riyadh, 12 dicembre 2019

2. LA QUOTAZIONE IN BORSA

A distanza di qualche anno dal primo annuncio del principe ereditario Mohammed Bin Salman (MbS) risalente al 2016, Saudi Aramco ha ufficialmente debuttato sul mercato l’11 dicembre 2019. L’ingresso in Borsa, limitato per ora al solo listino saudita (Tadawul), ha superato i 25 miliardi e mezzo di dollari, rivelandosi la più imponente offerta pubblica iniziale (Initial Public Offer, IPO) di sempre. La parziale privatizzazione del colosso petrolifero ha previsto il collocamento sul mercato dell’1,5% del capitale che ha condotto Aramco a sfiorare i 1.900 miliardi di dollari di valore, una valutazione superiore a quella dei cinque principali players Exxon, Total, Royal Dutch Shell, Chevron e Bp complessivamente. L’operazione, che ha battuto il precedente primato segnato nel 2014 dal leader cinese dell’e-commerce Alibaba nel 2014 con 25 miliardi, inserisce a pieno titolo la Borsa saudita tra i primi dieci mercati mondiali.
Malgrado l’iniziale dimensione locale dell’IPO, affidatasi prevalentemente a investitori nazionali e alleati regionali come Emirati Arabi Uniti e Kuwait, essa avrà inevitabilmente ripercussioni sull’approvvigionamento energetico internazionale, dal momento che Saudi Aramco garantisce circa il 10% dell’offerta globale di greggio (con l’estrazione di circa 10 milioni di barili al giorno). Con un profitto stimato di 111 miliardi di dollari nel 2018, la compagnia è la più redditizia al mondo.

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Fig. 2 – Partecipanti alla cerimonia per l’IPO di Saudi Aramco all’Hotel Fairmont di Riyadh, 11 dicembre 2019

3. I PIANI DI MBS PER L’ECONOMIA SAUDITA

La vendita di una parte di Aramco costituisce uno dei punti cardine dei progetti del principe MbS per diversificare l’economia e diminuirne la dipendenza dalle esportazioni di petrolio. L’apertura al mercato del principale asset statale nazionale contribuirà al finanziamento del massiccio programma di riforme previsto da Saudi Vision 2030, il piano di sviluppo socio-economico approvato dal Consiglio dei Ministri del Regno il 25 aprile 2016. Nelle intenzioni ufficiali della Monarchia si mira ad aumentare il contributo del settore privato, creare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo delle piccole e medie imprese, dare impulso alle privatizzazioni, al turismo e alla partecipazione socio-culturale dei sudditi. Saudi Vision 2030 prevede inoltre la costruzione della megalopoli futuristica di NEOM sulla costa settentrionale del Mar Rosso, con l’ambizione di renderla un hub tecnologico e turistico nel Medio Oriente. La posizione strategica di NEOM, non lontana da Israele e raggiungibile entro otto ore di volo dal 70% della popolazione mondiale, le conferisce anche un’importante valenza geopolitica.
Nonostante la quotazione da record, la futura attrattività di Aramco per gli investitori internazionali è incerta: oltre alle cicliche fluttuazioni del prezzo del petrolio e ai mutamenti geostrategici in atto nel comparto internazionale dell’energia, vi è la questione del cambiamento climatico. Nel prospetto informativo necessario per la quotazione la società, la più inquinante al mondo, ha confermato che nel medio periodo la domanda globale di combustibili fossili potrebbe subire un calo a causa della crescente pressione sui Governi per una riduzione delle emissioni e lo sviluppo di fonti di energia alternativa.

Violetta Orban

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Violetta Orban
Violetta Orban

Romana, classe 1987, sono laureata con lode in Relazioni Internazionali all’UniversitĂ  Roma Tre con una tesi dal titolo “Le transizioni politiche in Medio Oriente. Siria, Libano e Yemen in prospettiva comparata”. Nella stessa universitĂ  ho conseguito con lode la laurea triennale in Scienze Politiche con una tesi su “Sistema internazionale e processi di democratizzazione in Medio Oriente: i casi di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti”. Appassionata di affari internazionali, ho ottenuto il diploma di Esperto in Cerimoniale e Protocollo nazionale ed internazionale dalla SIOI (SocietĂ  Italiana per l’Organizzazione Internazionale), in seguito al quale ho svolto un tirocinio presso l’Ufficio III del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica del Ministero degli Affari Esteri. Nel 2013 ho seguito il Master in Istituzioni e Politiche Spaziali della SIOI che mi ha portato a lavorare nel settore aerospaziale, prima in Telespazio, con uno stage in area Strategy & Marketing, e attualmente in  Airbus Italia (ex Space Engineering), dove sono Marketing & Communication Specialist. Da Ottobre 2020 sono socio di AIAIG – Associazione Italiana Analisti di Intelligence e Geopolitica.

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