venerdì, 29 Marzo 2024

APS | Rivista di politica internazionale

venerdì, 29 Marzo 2024

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Stati Uniti-Curdi: l’ennesimo abbandono

In 3 sorsi – Spesso si afferma che la sofferenza della popolazione Curda è radicata nei tradimenti passati, vediamo insieme perché quest’ultimo abbandono USA nei confronti dei Curdi non stupisce.

1. 1975: IL PRIMO ABBANDONO

Sin dal 1975 i Curdi sono stati un alleato sincero degli Stati Uniti, nonostante gli USA li abbiano speso “utilizzati” come uno strumento all’interno degli equilibri geopolitici in Medio Oriente. Washington ha iniziato a interessarsi ai Curdi quando, nel 1923, dopo il Trattato di Losanna, la popolazione si è ufficialmente insediata al confine tra l’Iraq, l’Iran, la Turchia, e la Siria. Infatti, in quegli anni, gli USA erano grandi alleati del Governo dello SciĂ  iraniano ed entrambi nutrivano un interesse profondo in Iraq. Sia l’Iran che gli USA volevano la caduta, o almeno, l’indebolimento del regime iracheno, dato che avevano stipulato un trattato di cooperazione con l’ex Unione Sovietica. Fu in questo momento che gli Stati Uniti ebbero i loro primi rapporti con i Curdi, approfittando del conflitto appena nato tra Iran e Iraq a causa di una disputa sul territorio confinante del Shatt Al-Arab. Utilizzando l’Iran come tramite, gli USA armarono i Curdi iracheni, incitandoli a rivoltarsi contro il regime ba’thista, ma quando lo SciĂ  stipulò un trattato di pace con l’Iraq, gli Accordi di Algeri (1975), i Curdi vennero lasciati senza armi e protezione, venendo conseguentemente massacrati da Baghdad. Gli USA, e specialmente l’allora Segretario di Stato Henry Kissinger, erano al corrente dei trattati di pace e del fatto che l’Iran avrebbe abbandonato i Curdi, ma nonostante ciò guardarono dall’altra parte e non li aiutarono. Ebbe luogo così il primo “tradimento” nei confronti dei Curdi, fatto che venne ricordato come il “Ford’s Secret Sellout of the Kurds” dal New York Times.

Embed from Getty Images

2. 1989, 1991 E 2003

Dopo gli eventi del 1975, i rapporti USA-Curdi si interruppero, e non si riallacciarono prima del 1988. In quegli anni gli Stati Uniti erano alleati con il regime ba’thista di Saddam Hussein, combattendo contro la nuova Repubblica Islamica dell’Iran nata dopo la rivoluzione del 1979. A differenza del 1975, nel 1989 gli USA non sono ritenuti colpevoli degli atti perseguiti da Saddam Hussein verso i Curdi, nonchĂ© delle otto campagne di genocidio con l’utilizzo di armi chimiche, note anche con il nome Al-Anfal. Moralmente, però, si pensò che gli USA avessero l’obbligo di sanzionare Saddam quando scoprirono che testava armi chimiche sulla popolazione innocente. Nel 1991, invece, accadde un evento molto simile al primo del 1975. Questi anni sono ricordati come quelli della prima Guerra del Golfo, quando Saddam Hussein invase il Kuwait. In questa occasione fu proprio il Presidente USA George H.W. Bush a esortare la popolazione irachena e curda a rivoltarsi contro il regime e, ancora una volta, gli Stati Uniti non fermarono i violenti massacri che subirono le popolazioni curde in Iraq successivamente. Solo pochi mesi dopo i fatti, sollecitarono l’applicazione della “no-fly zone” dal 36° parallelo fino al confine nord. Nel 2003 lo scenario cambiò, dato che quell’anno segnò l’inizio dell’invasione dell’Iraq nell’ambito della guerra al terrorismo voluta da George Bush Jr all’indomani degli attentati dell’11 settembre 2001. Ancora una volta i Curdi furono fondamentali per gli USA, come riportano vari documenti declassificati. Ad esempio facilitarono l’ingresso dell’intelligence statunitense nel nord dell’Iraq permettendogli così di avere una testa di ponte per invadere il Paese.

Embed from Getty Images

3. E OGGI?

Oggi lo scenario è completamente diverso, non sono piĂą i Curdi iracheni a essere abbandonati, bensì quelli siriani. Un abbandono che non stupisce, date le passate relazioni intercorse con gli Stati Uniti, ma che comunque sottolinea quanto il presente non sia tanto diverso dal passato. La recente decisione USA di ritirarsi in parte dal nord della Siria rispecchia la politica isolazionsita del Presidente Trump, lasciando così il via libera alla Turchia di entrare nel nord del Paese e imporre la propria “safe-zone”. Trump non ha mai nascosto il suo essere contrario alle guerre in Medio Oriente, specialmente quelle portate avanti nell’era di Obama, ritenendole uno spreco di risorse, ma questa sua decisione non lascia che pensare a un nuovo “tradimento“. La Turchia, sebbene alleato NATO, ha da sempre dichiarato la propria opposizione nei confronti dei rapporti USA-Curdi, nonostante siano i Curdi siriani ad aver combattuto lo Stato Islamico, liberato molte cittĂ  occupate sia in Siria sia in Iraq, e ad aver difeso il confine con la Turchia. Malgrado il ruolo dei Curdi siriani sia stato fondamentale nella guerra contro l’ISIS, la Turchia li considera affiliati al PKK (quindi terroristi). Dunque, il via libera implicito da parte degli USA mostra che gli interessi politico-economici sono spesso messi al di sopra della riconoscenza, e che ancora una volta i Curdi ne subiranno le violente conseguenze

Giulia Valeria Anderson

Dove si trova

Perchè è importante

Vuoi di piĂą? Iscriviti!

Scopri che cosa puoi avere in piĂą iscrivendoti

Giulia Valeria Anderson
Giulia Valeria Anderson

Praticante giornalista presso Formiche.net, collaboratrice freelance con l’Istituto Curdo di Washington e research fellow per the Square. Sono laureata magistrale in Relazioni Internazionali Comparate presso l’UniversitĂ  Ca’ Foscari di Venezia, dove mi sono specializzata sui rapporti USA-Medio Oriente, con un focus sulla politica estera statunitense verso l’Iraq e i Curdi. Sono affascinata dalla politica estera USA, il mio paese d’origine, ma innamorata dell’Italia – e dei suoi caffè espresso!

Ti potrebbe interessare