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La nuova svolta interna cinese e il credito sociale

AnalisiIl 2014 è stato importante per la Cina sul fronte delle decisioni politiche. In quell’anno è stata infatti approvata l’introduzione del cosiddetto sistema di credito sociale, che mira a dare attuazione concreta alla visione del Presidente Xi per il futuro del Paese.

VECCHIO CONCETTO, NUOVI SIGNIFICATI

Il “credito” in cinese — xinyong (信用) —  è un principio fondamentale dell’etica tradizionale confuciana, che risalirebbe addirittura al IV secolo a.C. e che indica generalmente la propria onestà e affidabilità, ma negli ultimi decenni il suo significato è stato esteso per includere la solvibilità finanziaria.
Il 社会信用体系 (shehui xinyong xitong), così come tutte le importanti politiche instaurate in Cina, ha visto la prima applicazione in alcune realtà ristrette, tra cui la città di Hangzhou. Questo primo tentativo è servito infatti per poter capire se espandere la politica a tutto il Paese oppure abbandonarla perché fallimentare. Ad oggi il caso di Shanghai, portato avanti grazie all’app Honest Shanghai, è uno dei sistemi più organizzati a livello locale, con una raccolta dati che coinvolge quasi 100 enti governativi.
Il Governo ha voluto implementare il progetto e puntare sul controllo sociale dei cittadini in nome della sicurezza, della trasparenza politica, della lotta a comportamenti anti-sociali e di una maggiore responsabilità nella vita di tutti i giorni. Il dichiarato obiettivo di questo nuovo sistema è infatti quello di responsabilizzare i cittadini e creare una cultura basata sulla “sincerità”. È stato proprio il Presidente Xi a iniziare una efferata guerra contro la corruzione nel Paese, colpendo anche personaggi politicamente in vista, come nel caso di Zhou Yongkang. La nuova politica includerà pertanto tutti gli attori del Paese, dai singoli individui alle aziende, dalle organizzazioni al Governo stesso, per costruire una fiducia reciproca.

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Fig. 1 – Cittadini di Pechino leggono le dichiarazioni di “pentimento” di alcuni alti ufficiali condannati per corruzione, settembre 2017

Inoltre, si è voluto istituzionalizzare e digitalizzare le forme di controllo, in riferimento al già esistente sistema di registrazione dell’hukou, una sorta di passaporto interno per l’accesso a servizi e l’identificazione dell’origine dei cittadini. Il sistema è anche rivolto alle aziende, le quali, se non restituissero prestiti, violassero le leggi sulla tutela dell’ambiente o quelle sulla sicurezza dai lavoratori, potrebbero essere penalizzate nell’esercizio delle loro operazioni economiche.
Che il sistema politico interno cinese autoritario non lasci molte libertà alla sua popolazione è un fatto noto, quantomeno dal punto di vista occidentale, e con l’approvazione del sistema di credito sociale ogni diritto potrebbe restringersi ancora di più, persino in campo economico. Nel 2015 la Banca centrale cinese ha infatti autorizzato alcune imprese, tra cui Alibaba, a stimolare nel lungo periodo l’integrazione dei cittadini che non hanno mai preso in prestito o versato denaro in banca e che quindi non fanno parte del sistema di credito finanziario nazionale. Per questa stessa ragione, chi comprerà prodotti su Alibaba vedrà crescere il proprio punteggio di credito sociale, indipendentemente dal tipo di prodotto.
Un’ulteriore chiusura autoritaria interna si è poi attuata a seguito del 19esimo Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, nell’ottobre del 2017, quando il Presidente Xi ha annunciato la composizione del nuovo comitato permanente del Politburo del Pcc, ha visto approvata la sua candidatura a vita per la carica di Presidente e ha ottenuto l’inserimento del suo pensiero nello statuto del Partito. Queste decisioni non si registravano dai tempi di Mao e Deng Xiaoping, sia per l’accentramento del potere in una sola persona, sia per l’introduzione del pensiero come linee guida del Partito, nel caso di Xi «il socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era».F

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Fig. 2 – Un poster ricorda i valori del “socialismo cinese” agli alunni di una scuola dello Shanxi

LE CARATTERISTICHE DEL NUOVO SISTEMA

Il sistema di valutazione si basa su un punteggio personale che va solitamente da 350 a 950 punti, con la possibilità di diminuire o aumentare il punteggio in base alle proprie azioni nel quotidiano. Anche le opere di volontariato, o le donazioni, rientrano infatti tra i metodi che possono far aumentare il punteggio, per il proprio impegno nel mostrarsi volenterosi e disponibili in prima persona al servizio della comunità.
I punteggi vengono raccolti attraverso un sistema computerizzato, grazie alla collaborazione del Governo con grandi aziende del campo ICT. Sono otto i privati incaricati di elaborare sistemi di algoritmo e punteggio per il meccanismo di Social Credit. Tra questi risultano China Rapid Finance, sviluppatore dell’app di messaggistica WeChat, uno dei maggiori social network utilizzati in Cina con 850 milioni di utenti attivi, e Alibaba, grazie al suo sistema di Sesame credit operativo con l’utilizzo di AliPay.
Anche i funzionari pubblici impiegati nei singoli distretti svolgono però un grande ruolo in questo progetto, grazie alla possibilità di registrare manualmente i progressi o le infrazioni dei cittadini. Le agenzie governative raccolgono i dati dei cittadini e le condividono a livello di dipartimenti, regioni, e settori.
Sono gli stessi funzionari che appendono poi le cosiddette “liste nere” nelle piazze del paese, per far capire ai cittadini che la propria reputazione può essere fortemente svantaggiata da un proprio comportamento irresponsabile. Oltre a non poter usufruire di servizi o altro, saranno infatti pubblicamente denigrati con l’affissione di cartelli con il proprio nome tra le persone “non affidabili” della comunità, oltre che sul sito ufficiale del Credito sociale (Credit China).
A livello centrale, il Governo ha stilato delle liste nere nazionali, che contengono i punteggi dei cittadini e che, grazie ai sistemi aggiornati in tutto il Paese, possono rilevare in qualsiasi posto se la persona che richiede l’acquisto di un biglietto del treno sia autorizzata o se il suo punteggio non sia abbastanza alto da poterglielo permettere. Per quanto riguarda i debitori, è il tribunale stesso che ne pubblica sul sito ufficiale i dati. Questo elenco è attivo dalla fine del 2013 e include (a dicembre 2017) 8,8 milioni di nomi di debitori, per un blocco complessivo di 8,7 milioni di voli e 3,4 milioni di viaggi sui treni ad alta velocità.
Per poter aggiornare immediatamente le informazioni e monitorare le azioni di ogni cittadino sono state inoltre installate moltissime telecamere in ogni città e Paese. La Cina è infatti diventata il Paese con il maggior numero di videocamere al mondo, con una previsione di un totale di 300 milioni nel 2020.

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Fig. 3 – Una telecamera di sorveglianza effettua un riconoscimento facciale nella città di Tianjin

QUALI CONSEGUENZE PER I CITTADINI?

Il sistema implementato, che vedrà la sua completa attuazione nel 2020, ha delle reali ripercussioni sulla vita quotidiana dei singoli cittadini. Il sistema di telecamere è in grado di rivelare le violazioni (anche minime, come un cane senza guinzaglio) e trasmettere immediatamente i dati alle Autorità competenti.
Le ricadute per i cittadini schedati nel sistema sono pesanti. Molti di loro non possono infatti comprare biglietti per treni o aerei, usare internet ad alta velocità o avere un prestito per l’acquisto di una casa, avendo perso punteggio ed essendo considerati non affidabili dal sistema. Ma non è tutto: una famiglia può venire penalizzata anche solo per le amicizie sui propri social network, perdendo la possibilità di mandare i figli in scuole di prestigio.
L’entrata in vigore di questo nuovo sistema ha generato molte preoccupazioni in Occidente, sia per il livello di accentramento adottato dal Governo cinese che per gli strumenti usati per controllare la popolazione. Pechino ha però difeso fieramente il sistema, sostenendo che ha come solo obiettivo la costruzione di una società responsabile, civile ed evoluta. Inoltre il Governo cinese ritiene che il credito sociale possa davvero giovare alla popolazione, riuscendo a migliorare molti comportamenti di aziende e privati, a partire dalla vita di tutti i giorni.

Giuditta Vinai

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Giuditta Vinai
Giuditta Vinai

Classe 1989, delle valli piemontesi. Dopo una laurea triennale conseguita in lingue e letterature straniere, con indirizzo cinese, durante la magistrale ho completato un programma di doppia laurea in Scienze Internazionali Torino-Hangzhou. Grazie alla laurea magistrale, e le mie numerose esperienze in territorio cinese, ho approfondito politiche ed economia della Cina contemporanea, avvicinandomi anche al campo dei Security Studies. Nel tempo libero viaggio, leggo, e mi faccio prendere dalle serie tv

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