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Khalifa Haftar: il generale alla conquista della Libia

In 3 sorsi â€“ Tra febbraio e marzo 2019 l’avanzata del generale Khalifa Haftar ha riportato considerevoli successi. Territorio e risorse accrescono il potere negoziale e politico del rivale di Al-Serraj, ponendo ulteriori quesiti sull’effettiva possibilitĂ  di risolvere la diatriba per il controllo della Libia.

1. DA MISSIONE ANTI-ISLAMISTA A OPERAZIONE DI CONQUISTA

L’analisi dei processi di stabilizzazione in Libia non può prescindere dal considerare il ruolo del generale Khalifa Haftar, che negli ultimi mesi è riuscito a conquistare buona parte del territorio libico e delle sue fonti di estrazione del petrolio. L’ascesa di Haftar è iniziata nel febbraio 2014 con la dichiarazione – trasmessa tramite la TV libica – di voler sospendere il Governo costituitosi dopo la caduta di Gheddafi. Nel maggio dello stesso anno il Generale ha dato il via a un’operazione militare su larga scala – l’Operazione Karama o Operation Dignity – il cui obiettivo ufficiale era quello di combattere le milizie islamiste operanti nel sud e nell’est della Libia. Tuttavia, sin dalle prime attività, tale missione ha avuto una forte componente antigovernativa già evidente nel coinvolgimento dell’Esercito Nazionale libico – guidato dallo stesso Haftar – nell’attacco al Parlamento del 18 maggio 2014. Supportata da diversi segmenti della società – ex soldati, capi tribali, uomini politici – l’Operation Dignity ha provocato una frattura all’interno del già fragile contesto libico, contribuendo allo sviluppo e al deterioramento della divisione politica attuale. A cinque anni di distanza, l’Operation Dignity non solo è ancora attiva, ma si è trasformata in una serie di interventi militari volti alla conquista di porzioni strategiche del territorio libico. In particolare, negli ultimi due mesi, il generale Haftar ha rilanciato le operazioni militari ed è riuscito ad acquisire il pieno controllo del Fezzan e delle sue risorse petrolifere.

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Fig. 1 – Il generale Khalifa Haftar e il Premier Fayez al-Serraj, rivali per il controllo della Libia

2. IL SITO PETROLIFERO DI EL-SHARARA: IL CONTROLLO DELLE RISORSE COME ARMA VINCENTE NEL CONFLITTO LIBICO

In ogni conflitto il controllo delle risorse strategiche è di capitale importanza e il generale Haftar ha capito da tempo che – per assicurarsi un posto tra i vincitori della guerra in Libia –è necessario controllare i siti di estrazione del petrolio. Operation Dignity si è trasformata in un’operazione di avanzamento e conquista, in cui il territorio chiave – quello del Fezzan – era tale perché in esso erano concentrati i maggiori poli libici di estrazione del greggio. L’acquisizione del principale sito petrolifero della Libia, El-Sharara, ufficializzata la prima settimana di febbraio, è solo l’ultimo dei successi della strategia di Haftar. Il Generale sa che il petrolio non rappresenta solo una fonte di finanziamento sicura, ma anche una potente arma negoziale che potrebbe garantirgli un vantaggio relativo sul Governo di Al-Serraj. Ancora una volta, in un Paese del Nord Africa, una guerra politica diventa uno scontro per il controllo delle risorse e, ancora una volta, fra i due contendenti avrà la meglio colui che saprà utilizzare il potenziale non solo economico, ma anche e soprattutto politico di questi asset strategicamente rilevanti, sia in ambito nazionale che internazionale.

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Fig. 2 – Forze fedeli al Governo di Tripoli si preparano a contrastare l’avanzata di Haftar verso la capitale libica, 6 aprile 2019

3. PACE, STABILITĂ€ ED ELEZIONI: TRA DICHIARAZIONI E REALI POSSIBILITĂ€

Nonostante le dichiarazioni dell’inviato speciale per le Nazioni Unite in Libia Ghassan SalamĂ© sull’effettiva fattibilitĂ  delle elezioni politiche entro l’anno corrente, sembra che la Libia fatichi a trovare la pace. Allo stato attuale il generale Haftar ha un vantaggio relativo significativo rispetto ad Al-Serraj. Senza il controllo della principale fonte di reddito, il Governo di Tripoli, infatti, dovrĂ  necessariamente instaurare un dialogo con la controparte e, seppur entrambi i protagonisti abbiano affermato di essere consapevoli della necessitĂ  di indire delle elezioni politiche, la strada della Libia verso la pace a la stabilitĂ  potrebbe diventare ancora piĂą difficoltosa. In particolare l’accordo politico che porterĂ  alla normalizzazione della situazione dovrĂ  necessariamente tener conto del potere territoriale ed economico del generale Haftar e questo comporterĂ  diverse criticitĂ . Non preoccupano solo i negoziati con Al-Serraj, ma anche la ricollocazione  e la riconciliazione nel tessuto sociale delle milizie, sia che si tratti di quelle presenti a Tripoli che di quelle dirette dal generale Haftar. La Conferenza Nazionale convocata dall’ONU per il prossimo mese arriva, di fatto, in un momento in cui la stabilitĂ  e la pacificazione della Libia sembrano molto lontane. 

Sara Cutrona

Immagine di copertina: bandiera libica | Fonte: Pixabay

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Sara Cutrona
Sara Cutrona

Attualmente lavoro come assistente di redazione presso la sede regionale RAI dell’Emilia-Romagna, a Bologna. Ho ottenuto la Laurea Magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche al Polo Didattico distaccato di Forlì dell’UniversitĂ  Alma Mater di Bologna, specializzandomi in politica e sicurezza internazionale. Durante il mio percorso accademico ho studiato in Spagna, Nuova Zelanda e negli Stati Uniti. Nel 2016 sono stata tirocinante presso l’Ambasciata d’Italia a Baghdad in Iraq. Nel 2019 ho ottenuto il Master di I livello in Management Politico, presso la LUISS School of Government e in collaborazione con ilSole24Ore. Dal 21 ottobre 2019 al 20 aprile 2022 ho prestato servizio come Ufficiale in Ferma Prefissata del Corpo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, dove ho svolto gli incarichi di Liaison Officer con UnitĂ  straniere, political advisor, Ufficiale incaricato per la Pubblica Informazione. Nel 2022 ho conseguito un Master di II livello in Intelligence presso l’UniversitĂ  della Calabria. Fra i miei interessi di ricerca attuali: la guerra cognitiva, le operazioni di anti e counter terrorism; la cybersecurity, i processi politici e le relazioni inter-regionali dell’area MENA.

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