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La NASA s’è desta, forse

AstroCaffèLa NASA ipotizza un piccolo (per ora) colpo di scena: mettere un equipaggio nel veicolo spaziale Orion già alla prima missione del nuovo razzo SLS

L’AZZARDO – La NASA pare essersi svegliata dal torpore che l’ha contraddistinta in questi anni per quanto riguarda il volo spaziale con equipaggio. L’Amministratore ad interim dell’agenzia, Robert Lightfoot, ha dichiarato lo scorso 15 febbraio di aver autorizzato Bill Gerstenmaier, Amministratore associato alle operazioni e all’esplorazione umana, ad avviare uno studio di fattibilità per far diventare la prima missione Space Launch System/Orion denominata Exploration Mission-1 (Missione d’esplorazione-1 – EM-1) da senza a con equipaggio. Si tratterebbe, in sostanza, di mettere astronauti dentro a un veicolo spaziale provato finora una sola volta (e non in configurazione completa), sopra a un razzo al suo primo test.

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Fig. 1 – Test dei razzi ausiliari di spinta dello Space Launch System 

NON È LA PRIMA VOLTA – Nella storia dell’Agenzia spaziale statunitense non è la prima volta che viene preso in considerazione un azzardo del genere. Nel 1968, si decise di mettere l’equipaggio dell’Apollo-8 sopra il vettore Saturn-V che era stato testato in precedenza solo due volte, delle quali una non era stata un completo successo. Il caso più simile a quello preso in considerazione in questi giorni è quello dello Space Shuttle. Non essendo progettato per un volo totalmente automatico, il suo primo volo nell’aprile 1981 avvenne con l’equipaggio a bordo, seppur ridotto al minimo (due astronauti, il comandante e il pilota). In entrambi i casi, le missioni si sono concluse con pieno successo e l’azzardo ha pagato nonostante i numerosi rischi corsi.

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Fig. 2 – L’astronauta europeo Alexander Gerst e il cancelliere tedesco Angela Mekel con un modello dell’Orion

PROSPETTIVE – Al momento attuale, i piani ufficiali della NASA sono lanciare la EM-1 nel tardo 2018 senza equipaggio e la EM-2 con astronauti a bordo nel 2021 (probabilmente nel 2023). Il razzo SLS per la prima missione userebbe un ultimo stadio derivato da quello attuale del vettore Delta IV, il quale non è qualificato per i voli umani. Solo per la seconda sarebbe pronto il nuovo Exploration Upper Stage (Ultimo stadio per l’esplorazione – EUS), più potente e conforme ai parametri del volo spaziale con equipaggio. La Lockheed Martin, capocommessa per lo sviluppo del veicolo spaziale Orion, ha dichiarato di supportare la NASA nello studio di fattibilità e, se necessario, apportare le necessarie modifiche al supporto vitale per permettere il mantenimento di astronauti a bordo già al primo volo. Le difficoltà tecniche e di riprogettazione non mancano, tra interventi sul SLS e sull’Orion, ma una prima stima prevede il lancio della nuova EM-1 nel 2020: dopo la “vecchia” EM-1, ma prima della progettata EM-2. Un fattore che probabilmente ha spinto la NASA a ipotizzare quest’accelerazione è la possibilità che alla lunga il Governo e il Congresso possano cedere alle pressioni delle aziende private sviluppatrici di vettori pesanti, come la SpaceX e la Blue Origin. Queste da anni cercano di far notare che il razzo SLS sarebbe solo un duplicato delle loro capacità e per di più a costi molto maggiori. Ora ci sarà solo da aspettare se l’idea dell’ente spaziale USA si concretizzerà sia come avviamento sia come realizzazione. Un passo fondamentale sarà la nomina del nuovo Amministratore da parte di Donald Trump.

Emiliano Battisti

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più

Orion – nuovo veicolo spaziale della NASA, concepito per il progetto Constellation dell’era Bush jr. e salvatosi dalla cancellazione voluta da Obama. Si tratta di una capsula a forma conica stile Apollo con la possibilità di trasportare fino a sei astronauti e ha un’autonomia di circa ventuno giorni. Il modulo di servizio, dove sono immagazzinati i propellenti, il motore principale, i pannelli solari per l’energia e il supporto vitale principale, sarà costruito dall’ESA.

SLS – nuovo razzo per carichi pesanti della NASA, concepito dopo la cancellazione del programma Constellation da parte di Obama. Il capocommessa è la Boeing, la quale si occuperà direttamente dello stadio principale (core stage) che sarà propulso per i primi voli dai motori dello Space Shuttle. A completare la configurazione ci sono due enormi razzi ausiliari di spinta laterali a propellente solido (solid rocket boosters – SRBs) sviluppati dalla Orbital-ATK e l’ultimo stadio (upper stage) al momento derivato da quello del vettore Delta IV della ULA. L’altezza complessiva, compresa di veicolo Orion sarà di circa 98,15 metri. [/box]

Foto di copertina di Kevin M. Gill rilasciata con licenza Attribution-ShareAlike License

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Emiliano Battisti
Emiliano Battisti

Consulente per la comunicazione per un’azienda spaziale e Project Officer and Communications per OSDIFE, sono Segretario Generale e Direttore della comunicazione dell’APS Il Caffè Geopolitico e Coordinatore dei desk Nord America e Spazio. Ho pubblicato il libro “Storie Spaziali”.

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