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La Cina e l’Ucraina: il Dragone guarda verso Occidente

In 3 sorsiAmicizia, reciproco rispetto e collaborazione sono i capisaldi della longeva partnership tra la Repubblica Popolare Cinese e l’Ucraina, ormai giunta al venticinquesimo anno di vita. La necessità di salvaguardare i fragili equilibri presenti nell’area post-sovietica ha fatto emergere la necessità, per i due Paesi, di instaurare una proficua relazione diplomatica, in grado di controbilanciare i colpi delle numerose forze esogene

1. APPROCCIO NEUTRALE  Lo scenario che si apre all’inizio del 2017 per Cina e Ucraina, giunte a festeggiare il venticinquesimo anno di relazioni diplomatiche, fa ben intendere che l’amicizia esistente tra le due nazioni è ben salda e in continua crescita. Due Paesi, due realtà politico-sociali che hanno iniziato nel lontano 1992 a tessere i fili di una strategica alleanza. Con la presidenza di Leonid Kuchma, l’Ucraina ha iniziato un percorso con la Repubblica Popolare Cinese (RPC) che si è gradualmente rafforzato nel tempo. Sebbene l’allora Presidente Kuchma non abbia firmato in concreto alcun accordo, numerosi sono stati gli incontri tra le delegazioni dei diplomatici dei rispettivi Paesi, in cui è stata più volte sottolineata la volontà di costruire una partnership basata, essenzialmente, sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale reciproca. Il principio di “non ingerenza”, solido pilastro della politica estera di Pechino, è stato, fin dal principio, sposato e condiviso a pieno da Kiev. La scelta di sostenere l’idea di “una sola Cina” ha permesso a Kuchma, e ai suoi successori, di ottenere il neutrale sostegno della RPC, soprattutto in riferimento al difficile rapporto con al Russia.

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Fig. 1 – Visita a Kiev del Presidente cinese Hu Jintao nel giugno 2011. Al suo fianco, l’allora Presidente ucraino Viktor Yanukovych

2. ROAD MAP  I principali eventi, volti a creare le cosiddette guanxi cinesi, sono avvenuti a partire dagli anni 2000. In occasione del viaggio del Presidente cinese Hu Jintao a Kiev, nel 2011, fu siglata una Dichiarazione Congiunta sull’Istituzione di un Partenariato Strategico tra i due Paesi, seguito poi da altri accordi di cooperazione e di amicizia. Il biennio 2015-2016 ha rappresentato un periodo di riconferma delle esistenti relazioni istituzionali. Il 18 maggio 2015 è stata creata in Ucraina, con il supporto del Governo Cinese, la Chinese Commerce Association (CCA). L’obiettivo dell’associazione, che può annoverare tra i suoi fondatori Lenovo Ucraina, Huawei Ucraina, Eco-Vtor, CCEC Ukraine, SANY Ukraine-Heavy Equipment, è quello di creare un nuovo modello di commercio e di facilitare l’ingresso di aziende, compagnie e associazioni nei rispettivi mercati, grazie anche alla semplificazione dei processi burocratici e ad una maggiore trasparenza degli accordi. Secondo il CEO dell’Associazione, Ruslan Osypenko, soltanto nel 2015 il volume degli investimenti cinesi, destinati ad aumentare esponenzialmente, ha raggiunto quasi i 23 milioni di dollari, di cui il 23% è stato destinato all’agricoltura. Ed è proprio l’agricoltura uno dei settori chiave degli accordi sino-ucraini: negli ultimi anni la quantità delle forniture alimentari ucraine alla Cina è cresciuta notevolmente, superando gli Stati Uniti per quanto riguarda l’approvvigionamento di cereali. È durante il World Economic Forum di Davos, tenutosi nella cittadina svizzera i primi di gennaio, che il Presidente Poroshenko, in un incontro con il Presidente Xi Jinping, ha espresso la volontà di intensificare il dialogo politico e di potenziare soprattutto le tematiche economiche degli accordi. La possibilità di stringere maggiormente le maglie della trama esistente tra le due parti consentirebbe all’Ucraina di inserirsi a pieno titolo nella strategia “One belt, one road” di Pechino, e, di conseguenza, di sfruttare al meglio le proprie risorse per lo sviluppo del Paese.

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Fig. 2 – Il recente incontro a Davos, in occasione del Worl Economic Forum, tra Poroshenko e Xi Jinping, 17 gennaio 2017

3. RUOLO STRATEGICO  Alla luce di un’analisi della disponibilità di risorse (minerali di ferro, uranio, cereali e carbone) e di alcune caratteristiche che l’Ucraina possiede, non è difficile comprendere come il desiderio della Cina di allargare il proprio soft power in questa nazione non sia casuale. Si possono considerare vari elementi di rilevanza strategica per giustificare il numero di investimenti che la Asian Infrastructure Investment Bank  (AIIB) sta iniettando nel territorio ucraino. In primis la posizione geografica dell’Ucraina: posizionata al confine orientale dell’Europa, l’Ucraina rappresenta una naturale porta di ingresso per la Cina, la quale punta a consolidare la propria presenza, a ridosso dell’Europa, con una politica multivettoriale. Infatti, l’obiettivo principale della Cina in Ucraina è quello di creare un ponte bidirezionale: un passaggio diretto in Europa, già secondo partner commerciale, per quanto riguarda l’esportazione di prodotti manifatturieri, con l’obiettivo più a lungo termine di creare una vera e propria area di libero scambio, e una “strada verso casa” per quanto riguarda le importazioni, soprattutto del settore high tech, in cui l’Ucraina è uno dei principali leader mondiali. La presenza cinese in Ucraina ha sicuramente anche un risvolto puramente geopolitico: sebbene Pechino abbia cercato, almeno in apparenza, di mantenere integro il rapporto con Mosca, non ha sicuramente sottovalutato la possibilità di far diventare l’Ucraina un hub fondamentale per le proprie rotte commerciali, creando una via alternativa al passaggio in Russia. La necessità di differenziare le proprie dipendenze, anche per quanto riguarda le vie di comunicazioni, ha portato la Cina a creare una linea ferroviaria, fruibile anche dai cargo, che collega direttamente l’Ucraina con il Kazakistan. La rete, lunga 5575 km, grazie ad un sistema di tariffazione agevolata, e a ridotti tempi di percorrenza, ha consentito all’Ucraina di entrare in competizione con le consuete linee di trasporto dell’area, ottenendo ingenti ricavi economici. Gli sviluppi futuri delle numerose attività di avvicinamento, che la Cina sta mettendo in atto in Ucraina, fanno parte di un complesso disegno strategico. L’obiettivo a cui sta lavorando con determinazione Pechino è la creazione una sorta di una “Eurasia economica”, i cui benefici saranno a disposizione della Cina in primis, e secondariamente dell’Ucraina, la quale sta diventando un tassello fondamentale della Nuova Via della Seta.

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Fig. 3 – Container ferroviari in un deposito della California: la Cina mira a creare in Eurasia un sistema commerciale su ferrovia simile a quello del Nord America

Isabel Pepe

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Guanxi, è un termine cinese che letteralmente significa ‘relazione’. Esso descrive la totalità delle reti di influenza, fiducia, reciprocità e lealtà esistenti tra le parti. È l’insieme del capitale relazionale che ogni controparte investe in un rapporto, sia esso personale, istituzionale o riferito al business. Le guanxi, concetto fondamentale della dottrina confuciana, in origine erano limitate principalmente alla sfera personale, facendo riferimento alle relazione gerarchiche strettamente connesse all’ambito familiare e sociale. Nel corso dei secoli, e con lo sviluppo dell’economia cinese, tali relazioni hanno allargato il proprio campo di riferimento, toccando tutti i settori della vita di una persona, di un’organizzazione o di un’azienda. Il principio trasversale è l’ottenimento di benefici, siano essi monetari o di prestigio; un altro concetto cardine è l’affidabilità: le buone guanxi sono formalmente stabilite in contesti in cui la fiducia è piena e confermata. Questo permette anche di minimizzare i rischi e di raggiungere, nel minor tempo possibile, gli obiettivi preposti, riuscendo a creare ad un livello superiore un vero e proprio network delle guanxi.[/box]

Foto di copertina di Nick Savchenko rilasciata con licenza Attribution-ShareAlike License

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Isabel Pepe
Isabel Pepe

Sono nata in un piccolo paesino della Basilicata. Dopo la maturità scientifica mi sono trasferita a Venezia per studiare lingua cinese alla Ca’ Foscari e specializzarmi in Relazioni Internazionali Comparate. Quest’ultimo percorso di studi e il lavoro di tesi magistrale, “La geostrategia marittima della Repubblica Popolare Cinese: dalla Via della Seta al Filo di Perle”, mi hanno spinta a trasferirmi a Roma per coltivare questi due interessi. Ho frequentato un Master in Geopolitica e Sicurezza Globale, e dopo aver frequentato dei corsi sull’Energia, sono approdata alla Business School del Sole 24 ore per un Master in Management dell’Energia e dell’Ambiente. Quando non mi occupo di questi temi, cerco di coltivare le mie passioni tra cui ci sono libri e vini.

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