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Xi Jinping in Bangladesh: l’inizio di “una nuova era”?

In 3 sorsi  – La visita del Presidente Xi Jinping in Bangladesh dello scorso 14 ottobre sembra destinata ad avere un’importanza fondamentale nella storia delle relazioni tra i due Paesi asiatici. Il primo viaggio ufficiale in trent’anni di un Presidente cinese a Dacca ha infatti suscitato grande clamore e interesse sia a livello locale che internazionale, rivelando i profondi cambiamenti geopolitici in corso nel subcontinente indiano 

1. UN INCONTRO DI IMPORTANZA STORICA – Numerosi preparativi hanno anticipato la visita del Presidente cinese Xi Jinping in Bangladesh. Le principali arterie viarie della capitale Dacca sono state decorate con bandiere, luci e ritratti di Xi Jinping e del suo omologo bengalese Abdul Hamid, nonché della Prima Ministra Sheikh Hasina. Il giorno del suo arrivo, l’aereo presidenziale cinese è stato scortato da due jet del Paese ospitante fino all’arrivo all’aeroporto di Dacca, e il traffico, abitualmente congestionato, è stato ridotto in modo da permettere al convoglio di attraversare la città senza rallentamenti. Pechino ha descritto questo incontro come una pietra miliare nelle relazioni tra i due Paesi. Anche le autorità bengalesi hanno evidenziato la rilevanza del meeting per il futuro del Paese. Secondo Sheikh Hasina, rappresenta l’inizio di una nuova era nelle relazioni bilaterali tra Cina e Bangladesh.

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Fig. 1 – Il Presidente Xi Jinping viene ricevuto all’aeroporto di Dacca dal suo omologo bengalese, Abdul Hamid

2. ALCUNI PROBLEMI PERSISTONO – Se negli anni Duemila i rapporti commerciali tra Dacca e Pechino ammontavano a 900 milioni di dollari statunitensi, nel 2015 il valore complessivo ha raggiunto l’apice di 10 miliardi di dollari. Questo è un segno dell’importanza che la collaborazione ha per i due Paesi, soprattutto per il Bangladesh. In questo contesto si inseriscono gli accordi commerciali e economici firmati il 14 ottobre: grazie all’impulso del know-how e degli investimenti cinesi, la dirigenza bengalese mira infatti a rinvigorire il processo di sviluppo economico e sociale, in modo di raggiungere il livello dei Paesi a medio reddito entro l’anno 2021.

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Fig. 2 – Uno degli striscioni che hanno decorato le vie di Dacca il giorno della visita di Xi

Ma il Presidente Abdul Hamid non si è sottratto dall’evidenziare il suo disappunto nei confronti dell’enorme disparità nella bilancia commerciale dei due Paesi: se la Cina nel biennio 2015-2016 ha infatti esportato nel mercato bengalese prodotti per un valore di 9 miliardi di dollari statunitensi, il flusso di beni che hanno percorso il binario contrario ammonta solamente a 800 milioni di dollari. Per questo durante gli incontri con Xi, il Presidente Hamid ha colto l’occasione per proporre la rimozione delle tariffe doganali sui prodotti bengalesi importati dalla Cina.
A parte il disequilibrio commerciale, esiste una ulteriore potenziale criticità nelle relazioni tra il Bangladesh e la Cina, e gli altri paesi e compagnie interessate ad investire nel paese: il pericolo del terrorismo. Negli ultimi trent’anni il Paese asiatico ha sofferto una escalation del fenomeno, fino a raggiungere il culmine lo scorso 1 luglio, con l’attacco all’Holey Artisan Bakery di Dacca. In quell’occasione un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nel locale uccidendo 20 persone, tutte straniere (tra di essi anche 9 italiani). Anche se lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco, non è stato ancora chiarito quale formazione locale abbia partecipato all’operazione. E gli arresti di massa effettuati dal Governo bengalese nel corso dell’estate non hanno risolto il problema, rendendo il Paese meno allettante per gli investitori stranieri.

3. GLI EQUILIBRI NELLA REGIONE –  La visita di Xi Jinping a Dacca deve essere presa in considerazione anche nell’ottica dello sviluppo della “One Belt, One Road”. Grazie alla sua posizione, il Bangladesh si trova a ricoprire un ruolo fondamentale nella nuova strategia economica introdotta dal Presidente cinese nel 2013: le due grandi rotte terrestri e marittime, rispettivamente la “Cintura Economica della Via della Seta” e la “Via Marittima della Seta del 21 Secolo”, idealmente attraversano il nord e la zona costiera del Paese, rendendoli punti di contatto cruciali per la sua realizzazione. E proprio grazie agli ultimi accordi sono stati previsti importanti investimenti nelle infrastrutture del Paese, a partire dai lavori di miglioramento di porti, autostrade e ferrovie, e alla costruzione di un nuovo distretto amministrativo.

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Fig. 3 – Scambio di omaggi tra Xi Jinping e la Prima Ministra bengalese Sheikh Hasina

Da monitorare la reazione dell’India all’incontro di Dacca. Negli ultimi anni il Paese governato da Narendra Modi è diventato un punto di riferimento nello scenario geopolitico asiatico per il Bangladesh, al punto da spingere il governo bengalese a interrompere le trattative con la Cina per l’acquisto di due sottomarini. Come “risarcimento”, il presidente Modi annunciò un prestito di 2 miliardi di dollari statunitensi durante la sua ultima visita in Bangladesh, ma questa cifra verrà ampiamente superata dagli investimenti cinesi dei prossimi anni. L’India al momento non può competere con i capitali che la Cina ha intenzione di impiegare nello sviluppo della regione durante i prossimi decenni. Abdul Hamid e il resto della dirigenza bengalese sembrano interessati a mantenere rapporti amichevoli con entrambi i giganti asiatici, in modo da poter beneficiare allo stesso tempo dell’appoggio politico dall’India e degli investimenti cinesi necessari per realizzare i progetti di sviluppo per il Paese. In conclusione, il miglioramento dei rapporti con la Cina sarà di grande aiuto per il futuro dell’economia del Bangladesh e per le sue possibilità di sviluppo. Il Paese avrà una crescente importanza strategica nello scacchiere regionale, essendo uno dei fulcri del progetto “Nuova Via della Seta”, e a causa della sua posizione tra le due grandi potenze del Sud Est Asiatico. Il Governo bengalese dovrà cercare di favorire l’ingresso dei fondi cinesi, ma senza perdere il supporto politico dall’India, il cui ruolo è stato fondamentale nell’attenuare le perplessità della comunità internazionale riguardo le violazioni della democrazia e dei diritti umani all’interno del Paese.

Antonino Clemente

 

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Durante la visita di Xi sono stati firmati in tutto 27 accordi economici, per un valore complessivo di circa 24 miliardi di dollari statunitensi in investimenti. A questi si devono aggiungere altri 20 miliardi di dollari statunitensi che il Governo cinese si è impegnato a prestare in futuro al Bangladesh.[/box]

Foto di copertina di theglobalpanorama Rilasciata su Flickr con licenza Attribution-ShareAlike License

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Antonino Clemente
Antonino Clemente

Nato a Palermo nel 1992, una volta compiuti diciotto anni mi sono trasferito a Roma, dove ho conseguito la laurea magistrale in relazioni internazionali presso l’università LUISS Guido Carli. Da sempre mi divido tra due grandi passioni: la cultura spagnola e quella cinese. Ho raggiunto il mio grande sogno di vivere in Asia nel 2014, quando ho studiato 6 mesi all’Università di Macau, nel sud della Cina. Questa esperienza mi ha formato a livello accademico e personale, lasciandomi con un’estrema curiosità per la geopolitica del Sud-Est Asiatico. Al momento vivo a Siviglia, in Andalusia, e nel tempo libero mi dedico alla fotografia, digitale ed analogica.

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