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Due contro uno: Rubio e Cruz vs. Trump

Caffè Americano – A pochi giorni dal Super Tuesday del primo marzo, i cinque candidati repubblicani (Cruz, Rubio, Trump, Kasich e Carson) si sono riuniti per il decimo dibattito, a Houston, nel Moores Opera Center. I temi sono stati vari e attuali e lo scontro infuocato. Vediamo i dettagli

LO SCONTRO APPLE-GOVERNO E L’IMMIGRAZIONE – Il dibattito ha avuto luogo poche ore dopo che Apple, l’impero di Tim Cook, ha depositato l’appello formale contro l’ordine di un tribunale federale di sbloccare l’Iphone di uno degli autori della sparatoria di San Bernardino avvenuta lo scorso dicembre. I repubblicani si sono ritrovati, per una volta, uniti contro Apple: Marco Rubio e Ted Cruz hanno affermato che niente è più importante della sicurezza nazionale, mentre Carson ha invocato il rispetto degli ordini del tribunale, per non creare un precedente che autorizzi altre compagnie o enti a non collaborare con l’FBI in casi simili. John Kasich ha invece deviato la sua riposta rispetto a quelle dei colleghi, dicendo che il vero problema è l‘assenza di una presa di posizione da parte del Presidente. Trump non ha espresso la sua opinione nonostante, nei giorni scorsi, avesse invitato i cittadini statunitensi a boicottare Apple. Non passa mai di moda, invece, il tema immigrazione, specie in uno Stato come quello del Texas, colpito in pieno dal problema e al confine con il Messico. Mentre Donald Trump continua a supportare l’idea di creare un muro al confine, Rubio prende la palla al balzo e avvia la sua tattica basata sull’attacco al magnate, per mostrare all’audience che è lui la giusta alternativa. Il Senatore della Florida ha accusato Trump di essere incoerente con le sue idee: parla di piani anti-immigrazione quando invece è l’unico candidato ad aver assunto immigrati irregolari nei suoi cantieri per la costruzione della Trump Tower a New York. Trump ribatte pronto, dicendo di essere stato l’unico ad aver creato posti di lavoro. L’accusa di Rubio è fondata: negli anni Ottanta Trump finì nell’occhio del ciclone per aver assunto immigrati clandestini.

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Fig. 1 – Il diverbio tra Trump e Cruz

DUE CONTRO UNO – Il dibattito è ruotato tutto intorno allo scontro tra Trump e i due candidati latino-americani, Rubio e Cruz. Trump ha nel suo curriculum tre vittorie di seguito alle primarie, mentre Ted Cruz sta faticando dallo scivolone dopo l’Iowa. Rubio, invece, sta cercando di rimettersi in piedi dopo l’inizio non ottimale delle elezioni. Non deve stupire, quindi, l’alleanza tra Rubio e Cruz (i quali hanno sempre cercato di ostacolarsi a vicenda nei dibattiti precedenti) negli attacchi contro Trump. L’ascesa del magnate sembra inarrestabile e molti sono convinti che l’unica alternativa alla sua presidenza sia fare in modo che uno dei due candidati latino-americani si ritiri per sostenere l’altro e aumentare le chances di vittoria. Per ora, però, ci si limita agli attacchi e alle accuse. Rubio, dopo aver messo in dubbio le capacità di Trump di portare avanti politiche conservatrici, ha citato l’Università di Trump. La Trump University (successivamente Trump Enterpreneur Initiative), fondata nel 2005 e chiusa nel 2010, è stata usata contro Trump per ricordare all’elettorato che sono in ballo azioni legali contro il magnate: la cui scuola chiedeva infatti 36.000 dollari ai futuri studenti, fuorviati dai programmi di studio non veritieri. Cruz si è unito alle critiche, dicendo che la frode è sotto gli occhi di tutti. È stato affrontato, inoltre, il tema della politica estera: Trump si è dichiarato neutrale nello scontro tra palestinesi e israeliani, mentre Cruz e Rubio hanno ribadito che gli USA sono alleati di Israele e dovrebbe essere ovvio con chi bisognerebbe schierarsi. Trump è stato nuovamente preso di mira sull’argomento tasse. Nonostante Mitt Romney (candidato alle presidenziali 2012) avesse dichiarato la sua riluttanza a credere che Trump e il suo business siano in regola con il fisco, il magnate non ha fornito delucidazioni; anzi, ha risposto dicendo che non pubblicherà le sue dichiarazioni dei redditi.

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Fig. 2 – Il cerchio si stringe nella corsa per la nomination repubblicana

LA RISPOSTA DI TRUMP E LE DUE COMPARSE – Il magnate non si è arreso ma, come al solito, ha usato le sue tattiche da showman per ribattere agli avversari e per sminuirli. Il primo preso di mira è stato Ted, il quale si è sentito dire che «non ha l’endorsement di nemmeno un Senatore repubblicano e che dovrebbe vergognarsi». Cruz è stato criticato, inoltre, per aver ricevuto dei prestiti dai grandi della finanza sui quali non sarebbe stato del tutto trasparente. Insomma, un dibattito infuocato tra quelli che ormai sono i protagonisti. Incolori, invece, Kasich e Carson. Il governatore dell’Ohio ha preso raramente la parola e non è riuscito a rispondere a tono. Carson invece ha puntato sulla simpatia, chiedendo se poteva anche lui essere attaccato da un avversario, per avere l’occasione di parlare. Dopo il Super Tuesday, vedremo se i due decideranno di ritirarsi e assisteremo allo scontro sempre più agguerrito dai candidati che ormai tengono in mano le redini del gioco.

Giulia Mizzon

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Il Super Tuesday sarà il primo marzo, e si voterà in 14 Stati. Il 15 marzo ci saranno le primarie in quattro Stati (Florida, Ohio, Missouri e Illinois).  [/box]

Foto: Gage Skidmore

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Giulia Mizzon
Giulia Mizzon

Nata a Imperia nel 1992, laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’Università Cattolica di Milano. Affascinata dalle dinamiche della politica internazionale, frequento un Master in International Relations all’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Confesso di essere un’amante degli States, sempre presenti nei miei programmi futuri, e una lettrice accanita di qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

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