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La Cina si…EXPOne

Il 31 ottobre 2015 si chiuderà l’Esposizione Universale di Milano, luogo privilegiato di incontri e di conoscenza, di scambi e di comunicazione, grazie alle grandi dimensioni, alla lunga durata e al pubblico numeroso. All’EXPO il Dragone cinese si è insinuato, flessuoso, tra cluster e padiglioni, socchiudendo porte antiche su panorami di equità e sostenibilità, mentre all’orizzonte si profilano rinnovate opportunità per declinare in modo nuovo lo sviluppo economico

LA CINA ALL’EXPO: TERRA DI SPERANZA, CIBO PER LA VITA – La molteplice e variegata presenza cinese all’EXPO non poteva passare inosservata per le file interminabili davanti ai tre padiglioni che portavano dal Decumano fino all’Albero della Vita. Un invito ai popoli per raccontarsi, sotto le luci di fantasmagorici giochi, per spiegare un’epoca in tutta la sua complessità e avviare un confronto costruttivo tra le diversità, oltre i confini dello spazio e del tempo, ammaliando i visitatori con colori luminosi, suoni avvolgenti, sapori esotici e gustosi. L’EXPO ci ha raccontato del cibo seguito nelle sue filiere, di uno sviluppo sostenibile, tassello iniziale di ogni cooperazione e di ogni azione di coordinamento che, partendo dal settore alimentare, coinvolge quello idrico, energetico e tecnologico, fino a modificare gli assetti geopolitici e le relazioni internazionali, in un’ottica che non può più prescindere dalla protezione e redistribuzione delle risorse naturali, contestualizzate in scenari di mobilità e logistica globale sempre più efficienti. L’obiettivo, ambizioso ma percorribile, è quello della food security  e della  food policy, per consentire a milioni di abitanti del pianeta, sottoalimentati o ai limiti della sussistenza, l’accesso al cibo e all’istruzione, vero motore dell’emancipazione.

Expo Cina 3

Fig. 1 – Veduta esterna del padiglione cinese a Expo 2015 | Foto: Elisabetta Esposito Martino 

WIN-WIN COOPERATION – I padiglioni cinesi hanno raccontato cinquemila anni di storia intercettati con strumenti ipertecnologici, con flashback su un passato inciso nelle pieghe del presente, a spettatori attoniti di fronte alla potenza dello Stato di Mezzo che ha vinto la fame producendo cibo persino in Africa, dove l’abbondanza delle risorse è stata definita una maledizione, e che, tra land grabbing e politiche di potenza, deve riposizionare le proprie tessere nel mosaico della governance globale. La win-win cooperation, che supera l’imperialismo e si gioca sullo stesso piano, viene articolata su cinque principi fondamentali: cercare l’uguaglianza ed un mutuo beneficio nei rapporti economici; riconoscere e valorizzare le diversità delle culture; guardare ai risultati superando le diversità ideologiche e politiche; lavorare insieme per il comune progresso; risolvere in maniera amichevole le controversie senza interferenze. EXPO è stata anche questo.

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Fig. 2 – Grandi spazi e giochi di luce: lo spettacolare interno del padiglione cinese

PIATTAFORMA EXPO – La Cina, in prima fila tra i NAM, i Paesi Non Allineati, e i BRICS, deve affrontare grandi sfide, solo avviate con la costituzione della New Development Bank (NDB) e l’Accordo sui Fondi di Riserva “Contingency Reserve Arrangement” (CRA), per coordinare il dialogo internazionale multisettoriale anche sulla gestione delle commodities agricole che ha trasformato i sistemi agricoli e alimentari. I prodotti sono così stati consegnati a flussi commerciali orientati verso nuovi nodi strategici e diversi modelli di consumo, per approdare a una nuova architettura del sistema multipolare di gestione del governo mondiale. L’EXPO sta forgiando un nuovo business, per rispondere alla domanda crescente di cibo che deve conciliarsi con soluzioni che possano rendere fruibile la sostenibilità dell’ambiente e che riescano ad adeguare i processi produttivi ai cambiamenti climatici.

IL BELPAESE E LA CINA – L’EXPO ha costituito il tramite attraverso cui frotte di turisti cinesi e un gran numero di aziende hanno potuto conoscere prodotti agroalimentari italiani, sani e sicuri, come l’olio di oliva e molti altri del Made in Italy, dall’arredamento, al design e alla moda, eccellenze di un Paese che rappresenta lo snodo del traffico del Mediterraneo ed il capolinea dell’antica Via della Seta. Dall’EXPO è emersa una nuova imprenditoria che punta all’innovazione, allo sviluppo di nuovi materiali biodegradabili e alla conservazione dei prodotti alimentari, oltre che agli investimenti in biotecnologie e sicurezza alimentare, sfruttando le opportunità di gemellaggio e di progetti di ricerca comuni. D’altro canto anche la Cina, con l’occasione, ha potuto proporre le proprie merci, frutto di un incredibile progresso tecnologico che va dalla produzione del cibo e bevande (regolamentate da una normativa molto avanzata in materia di sicurezza alimentare), alla loro consumazione in nuovi contesti architettonici e urbanistici, realizzati grazie alle imprese che producono cemento ad alte prestazioni, ascensori, impianti elettrici, lampade, arredi, cucine, porte, rivestimenti, materiali isolanti, vernici.

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Fig. 3 – Cuochi e avventori di terracotta nella sezione alimentare del padiglione cinese

SHITANG MEETING – Seminari, workshops e scambi culturali, colazioni di lavoro e speed date meeting, business café e shitang meeting hanno esplorato nuovi percorsi, tracciati durante il Forum di cooperazione agroalimentare sino-italiano e sino-europeo, laboratorio di idee precedentemente discusse durante il Chinese National Day, a sostegno di più di 200 imprese cinesi, sponsorizzate dal China Council for the Promotion of International Trade, che spiegano lo sviluppo economico della “nuova normalità”. Durante il vertice di Istanbul i ministri del Commercio del G20 hanno ripreso i temi intavolati all’EXPO: il rallentamento della crescita del commercio globale, la promozione dell’integrazione delle PMI e dei Paesi in via di sviluppo a basso reddito della catena di valore globale, il sostegno del meccanismo commerciale multilaterale, in preparazione del Vertice di Adalia previsto per il prossimo novembre. A fronte di ciò la Cina ha avanzato tre proposte: rafforzare le vie commerciali promuovendo il processo d’industrializzazione dei Paesi in via di sviluppo e aumentando il loro valore aggiunto; accelerare la riduzione dei costi degli scambi per promuovere la costruzione di infrastrutture di connessione volte a diminuire i costi della logistica delle compravendite; il miglioramento dei meccanismi dell’import-export.

ASSAGGI DI CINA – Le 18 settimane dedicate alle regioni e alle città, in simbiosi con una natura dalle mille sfaccettature, hanno rappresentato una Cina solo apparentemente nota, ma in realtà poco conosciuta, che per la prima volta si è aperta a ogni genere di scambio, culturale e commerciale, che ha svelato il ruolo e la fervida attività di regioni, province e città, oltre che l’azione dei Governi locali. Durante la settimana di Pechino, gli spettacoli teatrali, le mostre fotografiche e varie proiezioni hanno presentato una capitale affascinante, ricca di cultura e di storia, ma incamminata verso nuove mete che, grazie a più di 35 joint ventures siglate durante le 10 giornate dedicate alle imprese, saranno perseguite attraverso importanti investimenti nel settore alberghiero e della ristorazione, con scambi rilevanti tra l’eccellenza della cucina italiana e di quella cinese, in un contesto di collaborazione e cooperazione tra aziende, tutte collegate al settore agricolo e di spicco in termini di uso efficiente delle risorse e di sicurezza alimentare.

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Fig. 4 – Lo chef Xie Daxiang, tra i principali protagonisti della delegazione cinese a EXPO 2015

LE MASCOTTE CINESI – I visitatori, accolti da un abbraccio di garofani arancioni – i tagete – sono stati accompagnati in questa avventura da due Mascotte, d’oro come i cereali, blu come il cielo, verdi come i prati e rosse come l’inchiostro della tradizione, come il peperoncino, il vino, il salame, il prosciutto, come l’Oriente. Un percorso allettante, per conoscere i 16 elementi che rappresentavano i pilastri su cui era fondato l’Impero e per capire la diversità del sistema alimentare cinese, fatto di bambù, di tofu, di riso bianco e carne di maiale, di dim sum ripieni che accompagnano il tè, di anatra laccata, (Patrimonio Intangibile della Cultura Nazionale cinese), crostacei ed hot pot (veramente hot!). Il nome della prima Mascotte, Hé Hé 和 和,  significa armonia, unione e rappresenta il legame tra la natura e l’uomo; la seconda si chiama  Méng Méng 梦 梦, che vuol dire sogno, e sunteggia l’obiettivo del percorso e della stessa presenza all’EXPO: il sogno di un profondo equilibrio con la natura – che si declina come correttezza dell’alimentazione che, attraverso uno sviluppo sostenibile, possa costruire un futuro migliore – accompagnato dalle melodie tradizionali che riecheggiano a passo di danza tra i ventimila led colorati del Campo di grano della speranza.

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Fig. 5 – L’allenatore dell’Inter Roberto Mancini e il difensore Andrea Ranocchia visitano il padiglione cinese nel maggio scorso

LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO – L’EXPO sta per chiudere i battenti, ma l’incanto e il fascino che ha suscitato e i temi che ha veicolato (cibo e agricoltura, sostenibilità, fame nel mondo, uso delle risorse, questioni sociali, tradizioni, tendenze) sono stati trasfusi nella Carta di Milano che il 16 ottobre 2015 verrà consegnata al Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-Moon durante la Giornata Mondiale dell’Alimentazione istituita dalla FAO nel 1981. Questo documento rappresenta l’obiettivo fondamentale per un domani in cui l’accesso agli alimenti e alle risorse naturali possa essere garantito a ogni abitante della terra, perché se non si assicurerà il cibo alla vasta fascia di popolazione mondiale che ne è priva, curandone la produzione, non sarà possibile parlare di disarmo, di difesa dei diritti umani, di operazioni di peacekeeping. La più grande sfida del mondo globalizzato si sta giocando mentre la guerra infuria e desertifica la terra, la mina, ne distrugge i frutti e con essi le speranze di vita. Le attrattive dell’EXPO, le aspettative e le speranze, ci ricordano che la bellezza salverà il mondo, come al tempo del principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij, perché tra il bello e il bene esiste un legame misterioso, inafferrabile e saldo. Alla bellezza è affidato un potere nuovo, quello di conversione dei propri stili di vita verso forme più solidali ed ecologiche, in sintonia con il creato, per giungere alle nuove frontiere dello sviluppo economico che segneranno i confini di un pianeta nutrito, pieno di energia per la vita.

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Fig. 6 – Un’altra suggestiva immagine dell’interno del padiglione cinese

Elisabetta Esposito Martino

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Un chicco in più

Alcuni dati statistici sulla Cina a EXPO 2015:

  • I visitatori dell’EXPO (2015 米兰 世博会 Mǐlán shìbóhuì) che hanno visitato il padiglione cinese hanno toccato nel primo mese le quattrocentomila unità, mentre nel corso dei mesi successivi le visite hanno raggiunto il numero di quindicimila al giorno.
  • Sono stati trasmessi più di cinquemila reportage sui padiglioni cinesi da oltre 100 agenzie di stampa .
  • L’anno scorso, alla vigilia della kermesse milanese, il volume di interscambi tra Cina e Italia ha raggiunto i 48 miliardi di dollari. L’Italia è il secondo Paese europeo come destinazione dei flussi di capitali cinesi.

Cfr. la rivista Cinitalia, anno 2015, numero 3 e sul sito della CRI: (http://italian.cri.cn/2041/2015/06/04/67s246362.htm). [/box]

Foto: Elisabetta Esposito Martino

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Elisabetta Esposito Martino
Elisabetta Esposito Martinohttp://auroraborealeorientale.wordpress.com/

Sono nata nello scorso secolo, anzi millennio, nel 1961. Mi sono laureata in Scienze Politiche, Indirizzo Internazionale, presso La Sapienza con una tesi sul consolidamento della Repubblica Popolare cinese (1949 – 1957); ho conseguito il  Diploma in Lingua e Cultura Cinese presso l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente di Roma ed il Perfezionamento in Lingua Cinese presso l’ISMEO. Sono stata delegata italiana per l’International Youth culture and study tour presso la Tamkang University Taipei, e poi docente di discipline giuridiche ed economiche. Ho lavorato come consulente sinologa e svolto attività di ricerca. Ora lavoro in un ente di ricerca e continuo la mia formazione (MIP Business School del Politecnico di Milano e dalla SDA Bocconi School of Management, Griffith College di  Dublino, Francis King School of English di Londra, EC S.Julians di Malta). Ho pubblicato sull’”Osservatorio Costituzionale”, dell’associazione italiana dei costituzionalisti  (AIC) , su “Affari Internazionali” e su “Mondo Cinese”.
Dopo aver sfaccendato tra pappe e pannolini per quattro figli, da quando sono cresciuti ho ripreso alla grande la mia antica passione per la Cina, la geopolitica  e le istituzioni politiche e costituzionali. Suono la chitarra, preparo aromatici tè ma non mi sveglio senza… il caffè!

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