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“Treno diretto” Shanghai – Hong Kong

Nel novembre 2014 è stato lanciato il programma pilota Shanghai-Hong Kong Stock Connect, un “treno diretto” che consente la negoziazione di azioni tra le due borse. Il programma costituisce una tappa importante in un percorso più ampio avente lo scopo di promuovere una maggiore integrazione e influenza della Cina a livello politico ed economico globale.

«DIVENTARE RICCHI È GLORIOSO» – Dicembre 1978: Deng Xiaoping inaugura per la Cina una nuova era, segnata dall’accettazione della “politica della porta aperta”. Inizia così un percorso che, grazie alla promozione del commercio con l’estero, all’attrazione di investimenti economici e ad interventi di progressiva apertura del sistema finanziario, porterà la Cina al sorpasso degli Stati Uniti quale prima economia mondiale. Nel novembre 2014 gli addetti ai lavori hanno assistito a una nuova tappa di questo viaggio: il lancio di Shanghai-Hong Kong Stock Connect (di seguito il Programma), un programma pilota di collegamento tra la borsa di Shanghai e la borsa di Hong Kong che, come un “treno diretto”, consente la negoziazione di azioni tra le due borse.

“TRAFFICO” IN ENTRAMBE LE DIREZIONI – Al Programma è stata attribuita una valenza fondamentale per lo sviluppo dei mercati finanziari in generale, e per il processo di liberalizzazione dei movimenti di capitale da parte della Cina in particolare. In sostanza, questo “treno diretto” offre collegamenti in entrambe le direzioni:

  • il “collegamento verso nord”, da Hong Kong a Shanghai, consente per la prima volta agli investitori internazionali di acquistare (fino al raggiungimento di una quota massima giornaliera) e detenere certe tipologie di azioni di «classe A» di società quotate alla borsa di Shanghai senza bisogno di particolari approvazioni da parte delle autorità cinesi e
  • tramite il “collegamento verso sud”, da Shanghai ad Hong Kong, determinate tipologie di investitori della Cina continentale (ossia investitori istituzionali o soggetti privati che soddisfino particolari requisiti di liquidità) hanno la possibilità di acquistare e detenere certe tipologie di azioni di società quotate alla borsa di Hong Kong (sempre fino al raggiungimento di una quota massima giornaliera).

Il Programma prevede anche alcuni incentivi a livello fiscale sia per gli investimenti “verso nord” che per quelli “verso sud”.

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Fig. 1 – Cerimonia di lancio dello Shanghai-Hong Kong Stock Connect, novembre 2014

UNA LENTA PARTENZA – Nonostante il giorno del lancio la quota massima giornaliera di investimenti “verso nord” sia stata raggiunta velocemente, nei primi mesi di operatività del Programma, e contrariamente alle aspettative, il “traffico” è stato piuttosto limitato in entrambe le direzioni. Alla base del problema, secondo gli osservatori internazionali, vi sarebbero stati alcuni ostacoli di natura amministrativa ed operativa, quali:

  • le complessità derivanti dall’interazione delle disposizioni regolamentari di entrambi i mercati (gli investitori sono infatti soggetti alle regole del mercato di origine delle azioni di volta in volta considerate);
  • i criteri per l’identificazione delle azioni che possono essere negoziate ai sensi del Programma (tra i quali, ad esempio, l’appartenenza a determinati indici) e che restringono il novero della scelta;
  • le insicurezze percepite dagli investitori in relazione al processo di vendita delle azioni (in sede non solo di verifica della titolarità delle azioni, ma anche di pagamento dell’importo dovuto).

INTERVENTI “IN CORSA” – Sono stati effettuati alcuni interventi correttivi (tra i quali, tra l’altro, alcune modifiche operative finalizzate a far fronte alle incertezze sopra menzionate) e si è provveduto a varate alcune modifiche regolamentari. Degno di nota è, ad esempio, un recente sviluppo normativo che ha consentito a fondi comuni di investimento cinesi di partecipare al Programma e che, secondo gli osservatori, avrebbe contribuito all’inaspettato picco di investimenti “verso sud” registrato nelle prime settimane dello scorso aprile (a seguito del quale l’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong ha toccato il livello più alto degli ultimi sette anni). Inoltre, sempre con lo scopo di promuovere lo sviluppo del Programma, le autorità stanno vagliando ulteriori interventi, come, ad esempio:

  • l’attenuazione dei requisiti per la partecipazione al Programma da parte di investitori privati della Cina continentale (che, fino ad oggi, hanno portato all’esclusione dei piccoli investitori) e
  • la significativa espansione (o addirittura l’eliminazione) della quota massima giornaliera di investimenti in entrambe le direzioni.

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Fig.2 – Un’immagine dalla borsa di Shanghai

SE LA PORTA DIVENTA PORTONE –  Il Programma costituisce una tappa importante di un percorso di più ampia portata finalizzato a una maggiore integrazione della Cina a livello globale. La progressiva attenuazione delle restrizioni ai movimenti di capitali dentro e fuori il Paese, l’inclusione di azioni di «classe A» in importanti indici internazionali a fronte della maggiore possibilità di accesso al mercato finanziario cinese (il Programma determina un incremento di circa il 50% delle quote di investimento consentite agli investitori in entrambe le direzioni) ed il maggior utilizzo della valuta cinese (RMB) nel commercio e nella finanza internazionale sono solo alcune delle altre tappe individuate dalle autorità cinesi per raggiungere la meta. Sulla scia dell’esperienza derivante dal Programma è stata inoltre annunciata (idealmente per fine anno) l’apertura di un nuovo “collegamento” con la borsa di Shenzhen, sulla quale sono quotate molte delle più attrattive società tecnologiche e manifatturiere del Paese.

Elisa Albini

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Un chicco in più

La “politica della porta aperta” è una teoria di politica estera che ha avuto origine con il commercio britannico, ma che viene tradizionalmente associata alla Cina. L’accettazione di tale politica è caratterizzata da interventi volti alla valorizzazione e allo sviluppo del commercio, della cooperazione economica e dell’interdipendenza tra i Paesi.

Le azioni emesse da società cinesi sono state tradizionalmente suddivise in due classi principali:

  • azioni di «classe A», denominate in RMB, negoziate sulle borse di Shanghai e Shenzhen e destinate primariamente ad investitori della Cina continentale;
  • azioni di «classe H», denominate in dollari di Hong Kong, negoziate sulla borsa di Hong Kong e destinate primariamente ad investitori internazionali.

Sulle borse di Shanghai e Shenzhen vengono anche negoziate azioni di «classe B», denominate in valuta straniera (dollari statunitensi a Shanghai e dollari di Hong Kong a Shenzhen), storicamente destinate ad investitori stranieri e generalmente caratterizzate da una minore liquidità rispetto alle azioni di «classe A».

Per ulteriori informazioni sul Programma si consiglia questo link. [/box]

 

 

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Elisa Albini
Elisa Albini

Classe 1986. Fortunata: per aver avuto la possibilità di studiare nella meravigliosa San Francisco e, poi, di lavorare a Shanghai e ad Hong Kong, due città sensazionali. Grata: per tutte le persone speciali che ho incontrato lungo la via, in patria e oltre confine. Ma soprattutto… innamorata del mondo e profondamente convinta che avvicinarsi ad altri contesti ed altre culture sia il miglior modo per costruire la pace

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