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L’UE sulla scena internazionale: la partecipazione al G7

In 3 sorsi – Già da molti anni l’Unione europea partecipa, con membership completa, alle riunioni del G7. Le ragioni spiegate anche attraverso la partecipazione al recente meeting di Schloss Elmau. 

1. LE RAGIONI – Il G7 di Ottawa tenutosi nel 1981 è stato il primo che ha visto la piena partecipazione dell’Unione europea, che ne è adesso “membro non enumerato”. La presenza di un’organizzazione in un meeting a vocazione intergovernativa è giustificabile con il ruolo politico crescente che l’UE intende assumere, e con la sua rilevanza economica – l’Unione con il suo PIL di 13,920,541 milioni di euro è una delle maggiori economie a livello mondiale. Per l’UE è importante essere membro del G7 (così come del G20) poiché gli argomenti di discussione rientrano quasi sempre tra le competenze – esclusive o concorrenti – dell’Unione, dalla politica economica e il commercio alla politica estera, passando sviluppo e ambiente, solo per citare alcuni temi. In base alla materia e alla conseguente configurazione dei meeting, l’UE sarà rappresentata o dai Commissari competenti per materia (ad esempio, alla riunione dei Ministri degli esteri sarà presente l’Alto rappresentante Mogherini) o, nelle riunioni dedicate ai capi di Stato e di Governo, dal Presidente della Commissione europea, dal 2009 unitamente al Presidente del Consiglio europeo.

2. L’UE A SCHLOSS ELMAU – Diversi erano i temi dell’agenda da trattare a Schloss Elmau, in Baviera, all’incontro previsto per il 7 e 8 giugno 2015. Tra questi il Presidente Juncker e il Presidente Tusk avevano individuato quelli di maggiore interesse per l’Unione, sottolineando anche le priorità che questa si poneva per ciascun settore. In particolare:

  • economia internazionale, che vede un impegno dell’UE a favore della crescita, della maggiore occupazione, del rilancio degli investimenti e dell’apertura dei mercati. Le misure previste per favorire il raggiungimento di tali obiettivi sono il Piano di investimenti per l’Europa, il semestre europeo, un piano comune relativo alla tassazione, l’Unione dei mercati di capitale e il miglioramento della strategia europea per il commercio e gli investimenti (che passa anche per il TTIP).
  • politica estera e sicurezza, con particolare attenzione per l’Ucraina – per la quale l’Unione sta erogando finanziamenti senza precedenti –, ma anche per la Siria e la Libia.
  • sviluppo. La fine dell’anno europeo per lo sviluppo coinciderà con la necessità di rivedere gli Obiettivi del millennio e, così come per la food security, l’Unione cercherà di mantenere il proprio, rilevante, ruolo nel settore.

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Fig. 1 – Il Presidente della Commissione europea Juncker in conferenza stampa. 

3FOCUS: I CAMBIAMENTI CLIMATICI – L’Unione europea ha recentemente rinnovato il proprio interesse per le tematiche ambientali – che rientrano tra le dieci priorità che la Commissione Juncker si è posta al momento dell’insediamento –, ma il suo impegno su questi temi è da tempo consolidato. Settore di eccellenza per l’UE è quello relativo all’emissione di gas serra: dopo aver ottenuto una diminuzione del 19% dal 1990 ad oggi nonostante, nello stesso periodo, si sia registrato un aumento del PIL del 45%, l’Unione punta a raggiungere il 40% di emissioni in meno entro il 2030. Alla luce di tali impegni, il Presidente Juncker ha salutato con particolare entusiasmo la volontà di dotarsi di strumenti più stringenti per contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2°. La Conferenza sul clima di Parigi – prevista per il prossimo dicembre – rappresenterà una prima occasione per verificare se le intenzioni espresse a Schloss Elmau origineranno delle misure più concrete.

Giulia Tilenni     

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Un chicco in più

L’Unione europea, pur partecipando ai meeting del G7/G8, non ne ha mai avuto la Presidenza. Nel 2014 Bruxelles è stata però la sede del G7 riunitosi in luogo del G8 precedentemente previsto. La sospensione della Russia dal consesso a seguito della crisi ucraina, infatti, non ha consentito lo svolgimento nella sede prevista, quella di Sochi.

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Foto: Boaz Guttman בועז גוטמן ГУТМАН

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Giulia Tilenni
Giulia Tilenni

Laureata magistrale in Relazioni Internazionali a Bologna – dove ha anche completato il Master in Diplomazia e Politica Internazionale, che l’ha portata a Francoforte sul Meno per un tirocinio di ricerca di tre mesi. Dopo una tesi in Studi strategici che analizza l’intervento militare in Libia del 2011 e una ricerca sui velivoli a pilotaggio remoto, è entrata a far parte del Caffè Geopolitico nel team Miscela Strategica.

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