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Singapore e Indonesia: è tempo di cooperazione fiscale

L’esempio dei due Stati del Sudest asiatico è importante per spiegare come la collaborazione in tema fiscale possa essere virtuosa per l’economia, grazie alla lotta all’evasione e alla disponibilità di maggiori informazioni che possono favorire più investimenti. La cooperazione internazionale in questo settore è molto attiva al momento, come dimostrano anche i lavori del G20.

SCAMBIO DI INFORMAZIONI – Due scenari economici differenti, Singapore e Indonesia, collaborano assieme per una maggiore cooperazione e per aumentare lo scambio di dati di genere fiscale, sia riguardanti istituzioni finanziarie che persone fisiche, vantaggiosi per entrambi i Paesi. I due Stati hanno firmato ventidue anni fa un primo accordo per lo scambio d’informazioni di carattere fiscale: il principio alla base dell’accordo è che, qualora fosse richiesto da una delle controparti, l’altra debba rispondere inviando le informazioni richieste. Secondo il ministro delle Finanze indonesiano Bambang Brodjonegoro l’attuale accordo tra i Paesi attenua i possibili vantaggi reciproci che le due Tigri asiatiche potrebbero trarre da una ragguardevole collaborazione. Il suo omologo singaporiano Tharman Shanmugaratnam è d’accordo con il collega e per questo ha accettato di discutere dell’argomento, ma non solo, con l’indonesiano nei giorni scorsi.

LE BASI – Nei primi incontri i due ministri hanno già tracciato i punti chiave che saranno trattati nel corso dei prossimi meeting pianificatori, in vista dell’accordo finale ufficiale previsto per il 2017. L’obiettivo di base per entrambi i Paesi è accelerare e automatizzare lo scambio di dati, così da rafforzare e perfezionare le misure adottate per evitare la presenza di lacune concernenti l’evasione fiscale. L’idea è quella di aggiornare l’esistente Double Taxation Agreement (DTA) del 1992, al fine di promuovere nuovi investimenti bilaterali e incrementare i flussi commerciali tra i due Stati. I ministri dicono che il meccanismo tramite cui Singapore e Indonesia scambieranno dati e informazioni sarà completamente automatizzato e digitalizzato. Inoltre, entrambi hanno stabilito un ritocco delle proprie legislazioni locali. A differenza della Repubblica indonesiana, come annunciato dal ministero delle Finanze Tharman, l’automatismo nella Città-Stato sarà guidato da determinati principi di base.

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Il nuovo presidente indonesiano Joko Widodo

I PRINCIPI DI SINGAPORE – In aggiunta, essendo sia Singapore che Indonesia membri del Global Forum for Transparency and Exchange of Information, il forum che è stato ricostituito nel corso del G20 del 2009 con l’intento di rafforzare le norme di Policy Trasparency globali, i due Paesi hanno pianificato una scadenza per l’attuazione del progetto. Il ministero delle Finanze di Singapore ha dichiarato i tre principi che guideranno l’attuazione dell’Automatic Exchange of Information (AEOI), non solo per quanto riguarda le trattative con l’Indonesia, ma in senso globale:

  • In primo luogo dovrà essere rispettata la parità di condizioni tra tutti i principali centri finanziari del mondo, compresi Hong Kong, Dubai, Svizzera e Lussemburgo, così da ridurre al minimo l’arbitraggio tra sistemi normativi;
  • In secondo luogo il Governo di Singapore s’impegnerà nello scambiare automaticamente le informazioni solo con gli Stati che garantiscano un forte sistema giurisdizionale, tale da assicurare la riservatezza e la privacy delle informazioni e impedirne l’utilizzo a chi non autorizzato. Ciò è notevolmente importante, giacché l’AEOI comporta la trasmissione d’informazioni sensibili dei contribuenti che dovrebbero essere tutelate;
  • In terzo luogo dovrà essere rispettata la reciprocità con eventuali futuri partner nel progetto AEOI in termini di rapporti e dati scambiati.

Da quanto detto dal ministro Tharman queste sono le condizione necessarie di base.

NEL FRATTEMPO IN INDONESIA… – Il neo eletto presidente della Repubblica indonesiana Joko Widodo ha fatto della riscossione delle imposte una priorità per la sua politica interna. Widodo è stato scelto nel corso delle elezioni del 9 luglio 2014 e si è insediato il 20 ottobre 2014. Il membro dell’Indonesian Democratic Party – Struggle (PDI – P) nel corso delle elezioni ha trionfato, per soli 6,3 punti percentuali, sullo sfidante, il generale Prabowo Subianto. Durante la campagna elettorale uno dei temi di spicco approfonditi è stato proprio quello riguardante il livello della pressione fiscale: in pochi mesi le imposte sul PIL sono aumentate dal 12 al 16%. L’ambizioso Presidente indonesiano, primo a essere eletto pur non provenendo da un ambiente militare o dalla politica di élite indonesiana, ha dichiarato recentemente al New York Times: «Ora siamo abbastanza simili all’America, esiste il sogno americano e adesso abbiamo anche il sogno indonesiano».
Si spera che questo clima di reciproca cooperazione tra i Governi possa condurre a un periodo di mutuo sostegno, con l’obiettivo di rafforzare l’alleanza economica.

Antonio Mazza

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Un chicco in più

La cooperazione internazionale in tema fiscale è ora tra le priorità dei principali forum multilaterali. Ad esempio il G20 ha un filone di lavoro dedicato al tema “tax”, e sono stati ottenuti di recente risultati con l’adozione di un impegno per lo scambio automatico di informazioni (Automatic Exchange Of Information, AEOI) e la definizione di un piano di lavoro coordinato dall’OCSE per contrastare le imprese che spostano la propria sede fiscale illegalmente al fine di estendere la base imponibile (Base Erosion and Profit Shifting, BEPS).

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Antonio Mazza
Antonio Mazza

Nato a Cosenza nel 1992. Ha frequentato l’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove ha conseguito una laurea in Relazioni Internazionali e un Master in International Business. Appassionato di Geopolitica, NBA e calcio. Cuore milanista e simpatizzante per i Denver Nuggets. Negli anni ha vissuto tra Milano, Barcellona e Singapore. Al momento e’ di base a Jakarta dove lavora per una Business Association italiana. Adora viaggiare, mettersi alla prova ed è sempre alla ricerca di nuove sfide, perciò: “Where there is a will, there is a way “.

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