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Cina e Italia negli equilibri globali – I parte

Dopo secoli, la Cina guarda al di là dei propri confini e del cortile di casa, estendendo la sua nuova via della seta ben oltre la sua tradizionale zona di influenza, fino a raggiungere l’Europa ed in particolare l’Italia, luogo dove il flusso degli investimenti cinesi suscita interessanti prospettive e qualche preoccupazione

INCONTRO-SCONTRO TRA CIVILTÀ – Le vie della seta, che attraversavano i deserti e le steppe dell’Asia, hanno rappresentato per secoli il principale mezzo di comunicazione tra due civiltà, quella greco-romana, in tutti i suoi aspetti e nella sua evoluzione storica e politica, e quella cinese, nella sua apparente immutata stabilità. Nel secolo breve, seguito a quella violenta apertura alla quale la Cina è stata costretta dalle potenze coloniali, molti eventi hanno radicalmente trasformato sia la civiltà occidentale che lo Stato di Mezzo: quest’ultimo  ha abbandonato progressivamente la tradizione sinocentrica, la cui sfera di influenza mirava agli Stati ed ai mari limitrofi, mentre l’Europa perdeva la leadership mondiale, avocata dagli Stati Uniti e contesa dall’Unione Sovietica. Cambiamenti di strategia geopolitica sottendono ai nuovi rapporti economici tra l’occidente, dopo la caduta del muro di Berlino e la fine del mondo bipolare, e la Cina: ciò per la necessità sempre più impellente, per gli uni di porre fine ad uno dei più foschi periodi di crisi degli ultimi anni, per gli altri di canalizzare una crescita, forse troppo esponenziale, verso mercati e strutture che permettano una stabile presenza economica, allo scopo di ottenere il definitivo riconoscimento quale nazione trainante del mondo intero. Questa nuova strategia, emersa lentamente tra la fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo, vede oggi, per la prima volta, un’inversione  di rotta degli investimenti cinesi, con una preminenza di quelli in uscita rispetto a quelli in entrata.

POLITICA INTERNAZIONALE CREATIVA – Possiamo ritenere definitivamente archiviata la politica del basso profilo di Deng Xiaoping ed aperta una nuova fase di internazionalizzazione, che sottende alle scelte economiche,  ed  è rivolta a sostenere in tutti i modi il nuovo ruolo di guida cui il Paese aspira. L’attenzione è focalizzata in primis sul Pacifico, attraverso un “intervento fatto con creatività”, secondo una delle teorie più veicolate dall’intellighentia cinese, da cui i recentissimi accordi con la  Corea e l’Australia, volti a difendere gli interessi cinesi e ad aprire vasti spazi per l’economia, che sta tracimando fino all’Africa, dove è attivissima la public diplomacy dagli occhi a mandorla. Ma gli accordi più significativi sono rappresentati da quelli appena conclusi con Obama, al fine di esperire tempestivi scambi di opinione in caso si verifichino criticità internazionali, resi possibili dal ruolo giocato dalla Cina nel corso del disgelo con l’Iran e dall’impegno a portare avanti le riforme per rafforzare lo stato di diritto.

[box type=”shadow” align=”aligncenter” ]Gli interventi creativi si riferiscono alla teoria del Prof. Wang Yizhou, docente di Relazioni internazio-nali alla Beijing Daxue, sostenitore di una maggiore presenza della Cina nello scenario globale ed una maggiore partecipazione alla risoluzione delle controversie internazionali, che i cinesi chiamano chuàng zào xìng jiè rù, 创造性介入, intervenire con inventiva, con creatività.
Per un approfondimento si veda Beijing Review, marzo 2012: “Creative involvement” stresses a new and active attitude—that is, China should have a stronger sense of participation and be more skillful when dealing with international affairs”[/box]

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L’IRRESISTIBILE FASCINO ITALIANO – In questo contesto geopolitico si collocano le relazioni diplomatiche e i proficui rapporti commerciali e di partenariato strategico globale tra l’Italia e la Cina, tessuti nel corso degli scambi bilaterali dell’ultimo anno e durante il vertice Asem, hanno prodotto una vasta rete di interazioni, che hanno fatto dell’Italia, nel 2014, secondo il Financial Times, un obiettivo strategico degli investimenti cinesi. L’attrazione principale è costituita dall’innovazione tecnologica, non come valore a sé stante, ma come insieme di conoscenze scientifiche di livello molto elevato, da raccordare con nuove e più creative modalità produttive. Un esempio è costituito dalle esigenze poste dalla spinta all’urbanizzazione, veicolata dalla nuova amministrazione di Xi Jinping, che trova negli architetti italiani e nei loro progetti una sintesi di attenzione all’ambiente, di sviluppo ecosostenibile, in relazione alla vasta rete di infrastrutture ad essa connesse. Il tutto coniugato con la fruibilità del grande design italiano, e delle eccellenze che l’Italia rappresenta nell’arte, nel cinema, nella moda… Lo stivale raduna un coacervo di idee originali, sedimentate su una forte tradizione classica, in grado di rispondere alle richieste più variegate, rese esperibili grazie alla costituzione della Commissione statale per lo sviluppo e la riforma, competente per la semplificazione delle procedure e alla gestione dei necessari supporti legali, amministrativi e finanziari.

(Continua)

Elisabetta Esposito Martino

[box type=”shadow” align=”aligncenter” ]Un chicco in più
I dati citati sono tratti da:

  1. Rapporto CeSIF, in “La Cina 2014, scenari e prospettive per le imprese”, Fondazione Italia-Cina, San Giuliano Milanese, 2014;
  2. “L’Italia nell’economia internazionale, Rapporto 2011-2012”, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, a cura del Sistema Statistico italiano del Ministero dello sviluppo economico, consultabile alla pagina web http://www.istat.it/it/files/2013/07/Rapporto_2013.pdf;
  3. “Premio per l’innovazione”, CNR, Roma, 2013
  4. Ministero Affari Esteri, contenuti nel sito “fare affari in italia
  5. China Daily – http://www.chinadaily.com.cn/

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Elisabetta Esposito Martino
Elisabetta Esposito Martinohttp://auroraborealeorientale.wordpress.com/

Sono nata nello scorso secolo, anzi millennio, nel 1961. Mi sono laureata in Scienze Politiche, Indirizzo Internazionale, presso La Sapienza con una tesi sul consolidamento della Repubblica Popolare cinese (1949 – 1957); ho conseguito il  Diploma in Lingua e Cultura Cinese presso l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente di Roma ed il Perfezionamento in Lingua Cinese presso l’ISMEO. Sono stata delegata italiana per l’International Youth culture and study tour presso la Tamkang University Taipei, e poi docente di discipline giuridiche ed economiche. Ho lavorato come consulente sinologa e svolto attività di ricerca. Ora lavoro in un ente di ricerca e continuo la mia formazione (MIP Business School del Politecnico di Milano e dalla SDA Bocconi School of Management, Griffith College di  Dublino, Francis King School of English di Londra, EC S.Julians di Malta). Ho pubblicato sull’”Osservatorio Costituzionale”, dell’associazione italiana dei costituzionalisti  (AIC) , su “Affari Internazionali” e su “Mondo Cinese”.
Dopo aver sfaccendato tra pappe e pannolini per quattro figli, da quando sono cresciuti ho ripreso alla grande la mia antica passione per la Cina, la geopolitica  e le istituzioni politiche e costituzionali. Suono la chitarra, preparo aromatici tè ma non mi sveglio senza… il caffè!

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